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Fusione Tim-Iliad? A chi serve, al potere o al mercato?
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6 febbraio 2025 15:39
 
 
Circolano notizie di una fusione tra Tim e Iliad e, anche se il passo principale sarebbe quello di iliad verso Tim, non si può escludere che l’abituale presenza sul mercato dell’ex-monopolista italiano (che conserva - soprattutto politicamente - diversi dei suoi vetusti privilegi) sia di avere un ruolo “predatorio”.

Questo accade mentre sul mercato delle acquisizioni aziendali ci sono le avance della banca Mps verso Mediobanca/Generali, avance la cui caratteristica è che lo Stato/ministero dell’Economia ha l’11,731% (la quota maggiore) di azioni in Mps e tutto sembra una sorta di “voglia di ingresso” (Mps+Mediobanca diventerebbe il terzo polo bancario) dello Stato tra i big del settore. 

Il maggiore azionista di Tim è Cassa Depositi e Prestiti (9,810%) che è una delle maggiori istituzioni finanziarie dello Stato (popolarmente viene chiamato il bancomat dello Stato) e non sarebbe peregrino pensare ad altrettanta “voglia di ingresso” dello Stato nel settore Tlc.

In questo contesto è bene ricordare che il nostro governo ha l’abitudine - e lo dice anche spesso - di credere che le sue funzioni siano quelle di comando assoluto. Tra banche e tlc, se il maggiore azionista si comporta da padrone piuttosto che governatore, tutto può succedere. Non è il caso di darsi a fantasie, ma sta di fatto che in un'economia di mercato come dovrebbe essere la nostra, una sorta di controllo dello Stato su settori chiave della nostra economia, non è proprio quello che dovrebbe servire.
Vedremo come andrà avanti.

Intanto, come utenti dei servizi di telefonia, siamo preoccupati che un gestore come Iliad, noto sul mercato per qualità ed economicità. possa finire nelle mani di Tim, nota sì per qualità ma proprio il contrario della economicità, sfruttando anche le sue posizioni di rendita.


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