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 SVEZIA - SVEZIA - Gb. E' nato Jaime, il primo "designer baby"
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Articolo di Donatella Poretti
26 giugno 2003 19:36
 
E' nato al Royal Hallamshire Hospital di Sheffield, in Gran Bretagna, il primo "bebe' su misura" ("designer baby"), concepito con la tecnica della fecondazione in provetta dopo uno screening genetico eseguito per cercare di curare il suo fratellino maggiore affetto da una malattia potenzialmente mortale.
Jamie, questo il nome del bimbo, e' infatti quasi una copia genetica perfetta di Charlie, suo fratello, il quale e' affetto da una grave malattia del sangue. I genitori, Jayson e Michelle Withaker, vogliono usare le sue cellule staminali per dare al loro primogenito una possibilita' di guarire.
Charlie, 4 anni, soffre di una rara forma di anemia, la Diamond Blackfan Anemia (Dba), che gli impedisce di produrre sufficienti globuli rossi e lo costringe a sottoporsi a frequenti trasfusioni di sangue. I medici hanno gia' prelevato le cellule staminali necessarie all'operazione dal cordone ombelicale di Jamie e si preparano adesso a verificare che il neonato non abbia la stessa malattia del fratellino. Secondo i medici le possibilita' di guarire Charlie passano ora dal 25 al 98%.
La battaglia dei genitori era iniziata un anno fa, quando si erano visti negare il permesso di scegliere l'embrione dalla Commissione etica britannica in materia di embriologia e fertilizzazione umana; e la coppia decise quindi di trasferirsi negli Usa, a Chicago, presso l'Istituto per la Riproduzione genetica, per tentare di salvare il figlio.
Lana Rechitsky, la specialista dell'Istituto di riproduzione genetica di Chicago, ha detto che in realta' non si tratta di un "designer baby" perche' non e' stata modificata la sua composizione genetica, "Jaime non e' stato scelto per il colore degli occhi o per il colore dei capelli, semplicemente -ha spiegato- abbiamo scelto l'embrione piu' appropriato per salvare la vita del fratello".
L'Autorita' per l'embriologia e la fertilizzazione umana (Hfea) ha dichiarato attraverso una sua portavoce che "si tratta di un tema molto delicato, legalmente parlando, e non conosciamo le conseguenze emotive di quelli che sono stati chiamati "bebe' su misura" che potranno avere sulla societa'". Ma Suzi Leathear, segretaria dell'Hfea sentita dal quotidiano "The Guardian" dice che: "le tecnologie oggi disponibili sono diverse rispetto a quelle esistenti nel 1990, quando l'attuale legge e' stata approvata. Forse e' necessario rivederla, per aggiornarla".
In Gran Bretagna e' possibile selezionare embrioni per evitare la nascita di bambini con malattie genetiche, ma non per salvare la vita ad un altro bambino. Solo in un'occasione, all'inizio dell'anno scorso, la Hfea ha autorizzato una coppia inglese (i coniugi Shahana e Raj Hashmi) ad adottare la controversa tecnica, ma subito dopo il Governo ha sottolineato che quella decisione non costituiva un precedente, e soprattutto la selezione genetica era un bene per il nascituro che non sarebbe stato affetto dalla malattia genetica del fratello.
Evan Harris, deputato del partito liberaldemocratico ha festeggiato la nascita del bambino: "la legge che proibisce la clonazione a fini riproduttivi e' stata scritta tre anni fa e non e' piu' adeguata rispetto ai progressi scientifici che sono stati fatti da allora".
L'Associazione Medica Britannica e' d'accordo con la selezione degli embrioni per salvare un fratellino e Vivienne Nathanson, a capo della commissione etica, chiarisce: "come medici, crediamo che quando esiste una tecnologia che permette di aiutare un bambino che sta per morire o che sia gravemente malato, senza che cio' comporti gravi rischi per terzi e per il feto, questa tecnologia deve essere utilizzata".
E' dello stesso parere il dottor Mohammed Taranissi, dell'Unita' per la riproduzione assistita e la ginecologia di Londra, che segue da tempo la famiglia Whitaker. "Quando c'e' un caso di vita o di morte -ha dichiarato- se c'e' qualsiasi cosa che possiamo fare per aiutare, io non vedo alcun problema etico". Secondo Taranissi in Gran Bretagna ci sono dozzine di coppie nella stessa situazione e dice: "negare loro la possibilita' di salvare un figlio e' disumano".
In Italia un commento e' arrivato dal prof. Carlo Flamigni, ordinario di ginecologia all'Universita' di Bologna e membro del Comitato Nazionale di Bioetica: "non e' il primo caso in assoluto e poi non mi sembra che ci siano dei problemi ne' per quanto riguarda la salute del bambino che e' nato, ne' per quella del suo fratellino". "In questo caso il bambino e' nato per poter donare al fratello delle cellule staminali il cui prelievo non avra' alcuna conseguenza negativa sulla sua salute. Sarebbe stato invece del tutto diverso il discorso se il piccolo fosse stato selezionato per la donazione di organi come per esempio i reni. In quel caso ci troveremmo di fronte ad una scelta molto piu' problematica". Del resto quella della selezione degli embrioni pre-impianto e' una tecnica ormai collaudata che si sta diffondendo soprattutto per quanto riguarda la prevenzione dal rischio di trasmissione al figlio di malformazioni di carattere genetico. "Ormai -dice Flamigni- esistono almeno un centinaio di centri in tutto il mondo in cui si ricorre alla selezione dell'embrione prima di impiantarlo nell'utero".
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