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 GERMANIA - GERMANIA - Germania. Peter Gruss prende posizione sulla clonazione
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Articolo di Rosa a Marca
15 maggio 2003 20:44
 
In occasione dell'apertura a Berlino, il 14 maggio, della conferenza internazionale sulla clonazione umana e animale promossa dal Governo tedesco, Peter Gruss, presidente della Max-Planck-Gesellschaft, nonche' esponente di spicco a livello internazionale della biologia evolutiva, prende posizione sulla clonazione umana, riproduttiva e terapeutica.
Il suo No alla clonazione e' perentorio. No per motivi scientifici: nella clonazione lo scambio del nucleo cellulare tra cellula uovo e cellula dell'organismo porta alla perdita di componenti della cellula uovo, la cui conseguenza e' una ripartizione irregolare dei cromosomi nelle successive divisioni cellulari, cio' che provoca la morte delle cellule. Queste particolarita' biologiche fanno escludere la possibilita' di un successo della clonazione dei primati e dell'uomo in base al metodo Dolly. E cio' vale anche per la clonazione terapeutica. Fintanto che non si conoscono e non si controllano i delicati processi di riprogrammazione del nucleo cellulare, la clonazione terapeutica e' un azzardo.
No alla clonazione umana anche per motivi etici poiche' strumentalizza due individui: il clonato e il donatore del suo patrimonio genetico. Il clonato vivrebbe un peso psicologico fortissimo, in quanto chi l'ha programmato lo caricherebbe di aspettative molto alte. Che vita sarebbe quella di una persona nata per sostituire un fratello morto o per essere la copia di qualcuno? E i genitori che l'avessero voluto come replicante o per altri scopi non andrebbero incontro a frustrazioni e comunque a una situazione molto difficile da gestire?
Gruss e' invece possibilista rispetto agli esperimenti condotti dall'equipe dell'Universita' della Pennsylvania, diretta da Hans Schoeler (da cellule staminali embrionali di topo si possono ottenere cellule uovo che, per successivi passaggi, danno origine a embrioni). Egli pensa che queste nuove conoscenze aprano strade alternative, in grado di ampliare la differenziazione cellulare. Una vera comprensione dei processi di differenziazione molecolare nelle prime fasi di sviluppo potrebbe offrirci la possibilita' di nuovi interventi terapeutici senza applicare all'uomo la "tecnica Dolly", insiste Gruss, che conclude in questo modo: la maggior parte dei Paesi e delle persone non vuole l'uniformita', bensi' la specificita' degli individui, cosi' come chiede il Selvaggio di Huxley quando dice: "Non mi servono le comodita'. Voglio Dio, voglio la poesia, voglio pericoli e liberta' e virtu' vere. Voglio peccati.Tutti questi diritti li voglio avere".
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