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Germania. Le Regioni contrarie alle gabbie di batteria per galline ovaiole
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Articolo di Redazione
28 settembre 2011 12:33
 
Fosse per il Ministero dell'Agricoltura, le galline ovaiole verrebbero pigiate in gabbia ancora fino al 2035. Ma il Bundesrat (Camera delle Regioni) ha bloccato il progetto, sicché la ministra Ilse Aigner dovrà riprendere al più presto le trattative con i Laender e concordare la nuova data per abolire quel sistema d'allevamento.

Già nel 2002, una modifica della normativa sugli animali d'allevamento vietava le gabbie di batteria. Nel 2006, l'allora ministro Horst Seehofer autorizzò l'uso di gabbie per gruppi di dodici galline -dotate di posatoio, mangiatoia, lettiera. Ma la superficie a disposizione di ogni animale continua a essere poco più di un foglio formato A4. Entro il 2010, le aziende che non sono passate all'allevamento a terra o all'aperto avrebbero dovuto istallare le gabbie per piccoli gruppi. Solo che nell'ottobre dello stesso anno la regola è stata annullata da una sentenza della Corte costituzionale che ha accolto le obiezioni sollevate dalla Renania-Palatinato. Entro il 2012, dovrà perciò essere varata una nuova normativa.
In conseguenza di ciò, nel febbraio 2011 la ministra Aigner ha annunciato un pacchetto di norme più favorevoli agli animali. Oltre a bandire le gabbie di batteria per le ovaiole, conteneva la promessa di vietare il marchio a fuoco dei cavalli, il divieto di castrazione senza anestesia dei maialini, e anche regole più severe per i conigli da carne e per gli animali selvatici tenuti in uno zoo o in uno spazio recintato.
Ma l'annunciato stop alle gabbie di batteria si è scontrato con l'opposizione dell'industria avicola. Così, il ministero dell'Agricoltura ha accettato di prorogare la situazione esistente fino al 2035.
La ministra dell'Ambiente della Renania-Palatinato, Ulrike Hoefken, ha subito definito inaccettabile la proroga, e alla domanda del perché sia tanto difficile proibire l'allevamento in gabbia, ha parlato di una lobby potente che rema contro.
Per ribaltare la situazione, U.Hoefken punta invece sui consumatori. Questo il suo ragionamento: se sui generi alimentari contenenti uova fosse riportato il codice d'allevamento delle galline, le gabbie di batteria sarebbero fortemente penalizzate. L'averlo fatto per le uova è stato un successo, dice, riferendosi al codice stampato sul guscio: (o)  per l'allevamento biologico; (1)   all'aperto; (2)   a terra; (3)   in gabbia. Il guaio è, prosegue, che le uova di "gabbia" finiscono nei prodotti lavorati. Ecco perché occorre estendere l'obbligo dell'etichettatura, e in questo senso intende muoversi.

Situazione attuale
Secondo l'Ufficio statistico, nell'ultimo anno il numero di galline tenute in gabbia è sceso drasticamente. Tra dicembre 2009 e dicembre 2010 c'è stato un calo al 15,7%, quando nel 2007 erano ancora il 67,1% delle galline ovaiole.
Oggi, il sistema dominante in Germania è l'allevamento a terra con 19 milioni di animali; le galline tenute in gabbia sono 4,7 milioni; all'aperto 4,3 milioni; quelle d'allevamento biologico sono leggermente diminuite a 155.500 unità.

(da un articolo del quotidiano Sueddeutsche Zeitung del 23-09-2011. Traduzione di Rosa a Marca)


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