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I giovani sono per l’Ue. Studio tedesco
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Articolo di Redazione
10 maggio 2017 10:08
 
 Brexit, crescita dei populismi e altri estremismi, rimessa in discussione della costruzione europea… Il risultato di un recente studio tedesco su “I giovani e l’Europa nel 2017” e’ senza appello: il 76% del 16-26enni ritiene che il progetto europeo da’ orgoglio all’economia. “Avevo pensato che i giovani associavano Unione europea e pace”, dice Marcus Spittler, ricercatore al centro di Scienze Sociali di Berlino. E aggiunge: “Ma finalmente, e’ molto logico. Esiste una zona euro, ma non esiste una zona culturale”.
Lo studio e’ stato richiesto dalla fondazione tedesca TUI, i cui lavori sono principalmente indirizzati sulla gioventu’ europea. L’Istituto di sondaggi internazionali YouGov ha posto domande ad una campione rappresentativo di 6.000 giovani, in sette Paesi europei: Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia e Regno Unito.
Contattata dal quotidiano Libération, Elisabeth Morin-Chartier, eurodeputata del Partito popolare europeo, considera che i giovani “non hanno torto a considerare l’Europa come un’unione economica poiche’ questo e’ il senso della costruzione europea. L’Europa deve cambiare direzione e rispondere alle preoccupazioni sociali oppure a delle questioni legate, per esempio, al lavoro”.
La democrazie, miglior sistema politico?
La democrazia, una delle condizioni sine qua non per appartenere all’UE, e’ considerata dal 52% degli interrogati come il migliore dei sistemi politici. Una cifra che va verso il basso per i giovani francesi, italiani o polacchi. Disoccupazione di massa e crisi sociale creano degli obblighi, sono i giovani di questi tre Paesi che sono i piu’ scettici. La fondazione tedesca collega questi risultati alla crescita del populismo in questi Stati. Marcus Splitter mette un ombra su questo dato: “Se si propone loro di scegliere una democrazia diretta piuttosto che quella indiretta, il 66% dei giovani aderisce all’idea della democrazia in generale. E’ ancora debole, ma questo corrisponde ai risultati ottenuti per altri gruppi della popolazione”.
La Grecia, culla della democrazia, resta al 66% attaccata al sistema democratico, davanti alla Germania, alla Spagna e al Regno Unito. “Due visioni sono legate alla storia. Quella a ovest dell’Europa, dove la democrazia e’ considerata come acquisita e definitiva. E quella ad est, dove dei Paesi sono vissuti sotto l’influenza dell’Urss. Li’, l’attaccamento alla democrazia e’ reale”, analizza Elisabeth Morin-Chartier. Per quanto riguarda le eccezioni, c’e’ la Polonia, diretta dal partito populista, che non risparmia critiche, nonche’ il suo rifiuto delle politiche d’immigrazione europee.
21% dei giovani favorevoli all’uscita del loro Paese dall’Ue
Rimane una questione, quella che si e’ manifestata con l’uscita del Regno Unito dall’Ue. L’indagine della fondazione tedesca la formula a suo modo: “Se un referendum proponesse di rimettere in causa l’appartenenza del vostro Paese all’Ue, quale sarebbe la vostra posizione?”. Risposta? Il 61% dei giovani dei sette Paesi su cui e’ stata fatta l’indagine, sono favorevoli che il loro Paese resti nell’Ue. I greci sono invece solo il 52%. E li’ che la moltiplicazione delle politiche di austerita’ imposte dalle istanze europee ad Atene, non e’ senza dubbio estranea a questo risultato: e’ solo il 35% che manifesta la propria soddisfazione verso l’Ue.
In quando alla gioventu’ britannica, essa si e’ pronunciata nell’ambito del referendum sulla Brexit: il 64% era per non uscire dall’Ue. Lo studio tedesco conferma il loro attaccamento al progetto europeo: il 58% degli interpellati si e’ pronunciato a favore del “remain”. Difficile comparare i risultati dei due studi realizzati da due istituti diversi. Per l’eurodeputata Elisabeth Morin-Chartier, e’ tempo di sviluppare una comunicazione europea degna di questo nome. Tutto un programma.

(articolo di Anna Péan, pubblicato sul quotidiano Libération del 10/05/2017)
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