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Governo. Qualcosa di buono: l'accordo di libero scambio tra Ue e Giappone e alcuni interrogativi
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Articolo di Primo Mastrantoni
13 dicembre 2018 8:36
 
 Il Parlamento europeo ha detto sì all'accordo di libero scambio tra la Ue e il Giappone: il Jefta (Japan-Ue free trade agreeement), il più grande accordo di libero commercio fino ad ora sottoscritto dalla Ue.

Gli eurodeputati di Lega e M5S hanno votato a favore.

Alcune considerazioni ci paiono necessarie.

Non possiamo che esprimere soddisfazione per l'accordo che abolisce i dazi per circa un miliardo di euro, apre il mercato europeo a 127 milioni di consumatori giapponesi e, di converso, quello nipponico a 500 milioni di consumatori europei. Le esportazioni europee aumenteranno del 34% e quelle giapponesi del 29%. Le aree interessate rappresentano circa un terzo del Pil mondiale.

"E' un chiaro segnale al mondo che Ue e Giappone sono impegnati a mantenere l'economia mondiale funzionante, in base a mercati liberi, aperti ed equi, con regole chiare e trasparenti che rispettino e rafforzino i nostri valori, combattendo la tentazione del protezionismo", hanno dichiarato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e il premier giapponese Shinzo Abe. Il riferimento è alla politica protezionista del presidente americano, Donald Trump e a quella isolazionista dei britannici.

L'accordo non passerà al vaglio dei parlamenti nazionali, compreso quello italiano. Come la mettiamo, allora, con il sovranismo, tanto auspicato dalla Lega? Il Parlamento italiano è stato espropriato dalle sue prerogative?

Come la mettiamo con l'analogo accordo di libero scambio tra Ue e Canada, il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), approvato dal Parlamento europeo che, invece, dovrà passare, per l'approvazione, per i singoli parlamenti nazionali e che ha avuto l'opposizione del ministro leghista all'Agricoltura, Gian Marco Centinaio e del vicepremier Luigi Di Maio, che lo ha definito "scellerato"?

L'accordo CETA, tra Ue e Canada, analogamente al Jefta, elimina i dazi sulla maggior parte dei beni e dei servizi e prevede il mutuo riconoscimento della certificazione per una vasta gamma di prodotti, inoltre, è stato creato un meccanismo trasparente di risoluzione delle controversie.

Il ministro Centinaio, "accortamente", ha rinviato ogni decisione, per ulteriori approfondimenti, dopo aver letto i numeri: il fatturato delle aziende italiane che esportano in Canada aumenterebbe di circa 400 milioni, creando 8000 nuovi posti di lavoro.

E come la mettiamo con il Global Compat sugli immigrati, che è un accordo intergovernativo (tra governi), sul quale il vicepremier Matteo Salvini, ha chiesto e ottenuto un passaggio parlamentare, dopo che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si era già espresso a favore in una solenne assemblea dell'Onu?

Si dice che la coerenza sia la conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico.
Si dice, ovviamente, ma l'importante è che il popolo creda a quello che si racconta di volta in volta.
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