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Italia. Droghe illegali ed euro
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Articolo di Vincenzo Donvito
9 gennaio 2002 14:19
 
Diversi giornali, specialmente nelle cronache locali, in questi giorni stanno evidenziando come anche lo spaccio di droghe illegali si sia subito adeguato alla nuova moneta, e come gli spacciatori abbiano seguito l'andazzo generale di un cambio ritoccando i valori verso l'alto.
C'era da aspettarsi il contrario? Perche' uno spacciatore che prima vendeva una dose di eroina a 80 mila lire, dovrebbe oggi venderla a 41,32 euro? Arrotonda a 42? Non ci pensa neanche, ma arrotonda a 50, non a 40. Sono diverse le segnalazioni in questo senso, da diverse citta' italiane, ovviamente ognuna con il suo prezzo di mercato che, se a Firenze e' 50 euro, a San Benedetto del Tronto, per esempio, e' 30 euro (cioe' 58.088 lire, per ogni dose che prima veniva venduta a 50 mila lire). La cifra tondissima, senza gli "ingombranti spiccioli" in mezzo, non potrebbe non essere privilegiata in un mercimonio illegale, che, proprio perche' tale, in genere e' velocissimo, con riscontri immediati del denaro (ve l'immaginate in questo ambito scene di vista aguzzata per l'identificazione delle monetine da 1, 2 e 5 centesimi, come quelle che in questi giorni vediamo dovunque? Impossibile!).
Ecco quindi che, tra le vittime della conversione all'italiana dell'euro, oltre a tutti i consumatori, quelli piu' colpiti sono i piu' deboli: i tossicodipendenti che per soddisfare la loro malattia devono rivolgersi al mercato nero. Ma non finisce qui, perche' molti tossicodipendenti, per procacciarsi il denaro all'acquisto della droga, delinquono con piccoli furti e borseggi; e se i prezzi aumentano, va da se' che aumenta anche l'esigenza di denaro per gli acquisti, e quindi aumenta la delinquenza, nonche' i pericoli per chi spesso e' oggetto di questi atti (specialmente le persone anziane, piu' facili da scippare).
Questo fatto va considerato per meglio evidenziare la gravita' del malcostume (di Stato e privato) che sta attanagliando tutte le attivita' economiche italiane, facendo rialzare i prezzi di tutti i prodotti e servizi. Un fenomeno che, siccome lo spaccio e l'acquisto di droghe illegali fa parte integrante del costume di vita delle nostre citta', porta con se' anche un aumento delle difficolta' per i piu' deboli e un aumento della delinquenza. Qualcuno potrebbe obiettare che di questo ne sono ben coscienti le nostre massime autorita', tant'e' che primo ministro, ministro degli Interni e capo della polizia proprio in questi giorni hanno evidenziato la necessita' di interventi urgenti. E' vero, ma questi interventi, oltre a credere di risolvere alcune situazioni marginali del fenomeno (come quelle dei detenuti tossicodipendenti che, affidati alle cure di un Muccioli versione carceriere, dovrebbero miracolosamente guarire), se continuano con metodi e approcci come quelli usati fino ad oggi, per ottenere dei risultati dovrebbero militarizzare tutte le nostre citta' e mettere alla gogna tutti i consumatori di qualunque tipo di droga illegale. Non crediamo che questo succedera', per cui avremo il solito tram-tram dei sequestri e non-sequestri, delle galere e non-galere, di un giudice che mette dentro e un altro che tira fuori ... cioe' una situazione identica a quella odierna che, per l'appunto grazie alla conversione italiana all'euro, significhera' piu' delinquenza e piu' pericoli per tutti.
L'Italia dell'euro e' identica a quella della lira, checche' ne dicano i nostri governanti e Romano Prodi. A meno che non si decida di cambiare l'italica abitudine a cogliere l'occasione per far pagare i soliti consumatori e sudditi, e, nello specifico della droga, prendere esempio da cio' che sta succedendo, con le politiche di riduzione del danno, in Spagna, Germania, Gran Bretagna, Germania e Olanda: tutti Paesi, dove, guarda caso, la conversione all'euro e' molto piu' avanti che in Italia, e dove i prezzi non stanno lievitando come da noi. E' questione di approccio, generale. Che si puo' cambiare partendo dalle modifiche alle leggi dove le situazioni sono piu' fragili, nell'ambito delle droghe, per l'appunto.
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