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Italia minore, Italia dei creduloni? Terreno fertile per il vudu’ indigeno. Responsabili ben nascosti e inseriti
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Articolo di Vincenzo Donvito
15 luglio 2017 14:25
 
 Nel nostro Paese ci sono -e sembra che siano anche ben presenti, in numero e qualita’- diversi creduloni. Ce ne sono di due tipi: quelli “finti giurati” che gli fa comodo per qualche cosa; e quelli “demuniti” di varia origine, al 100% religiosi.
Nella prima categoria lo scettro spetta sicuramente ad un nostro ex-presidente del consiglio dei ministri che, in sedute con tanto di tavolino rotondo semovente, si rendeva interprete di messaggi d’oltretomba sulla cosiddetta prigione di Aldo Moro (che, nonostante questo fu poi ucciso dalle Brigate Rosse). E questo personaggio di peso fu cosi’ bravo che poi lo hanno anche mandato a rappresentarci al vertice del massimo organismo esecutivo della Unione Europea; mentre oggi e’ nei sogni (proprio nei sogni, per rimarcare) di diversi politici per dare certezze e ricchezze al nostro Paese.
Categoria che, dopo il primo posto, ne ha tanti altri, che sono sempre quelli che sono al di la’ del tavolino o che agitano le mani su una rotonda palla di vetro, talvolta abbigliati come in un film sulle Mille e una notte.
Nella seconda categoria ci sono gli altri. Cittadini, utenti e consumatori. Essenzialmente di queste due ultime categorie perche’, per chiedere aiuto a quelli della prima categoria, si deve essere di fronte a qualche dramma insormontabile dal comune senso della razionalita’. Proprio ieri, a Lucca, ne e’ stato arrestato uno: la sua storia -in calce a queste righe- e’ emblematica e sintomatica (1).
Niente di nuovo. La cabala e tutti gli altri strumenti del genere, non fanno solo parte della tradizione della commedia italiana o della vita dei Paesi del centro e sud America, ma sono quotidianita’. E’ sempre stato cosi’: quando non si hanno riferimenti nel reale per cercare di stare meno male, ecco che il trascendentale si conquista un posto nella prima fila di alcune menti. Accade da secoli per le religioni, che in materia si sono ben strutturate e rese istituzioni, con tutte le dovute differenze di luoghi, modi, essenza.. ma che poi finiscono sempre li’: il trascendentale che diventa convinzione, e quindi realta’, coi riti ben noti di comunicazione ed esplicitazione, violenta o meno, individuale o meno.
Il fatto e’, quindi, che esistono queste persone. E che, di conseguenza, danno spazio e credibiita’ a tutte le truffe di ogni tipo, e agli artefici di queste truffe (cugini di quelli della prima categoria di cui sopra). La truffa si basa sul far credere qualcosa che non e’, e chi lo fa ci specula. Ed e’ quanto accade nel retrobottega del negozio di Lucca, cosi’ come al telefono con un operatore che cerca di venderci prodotti energetici o di telecomunicazione, cosi’ come in una navata di qualche tempio eretto da chi dice di essere “eletto” (non democraticamente...) per le comunicazioni trascendentali.
Il vudu’ indigeno, anche se non e’ condito con balli saltellanti intorno ad un fuoco, da’ il medesimo risultato di chi pinza le bambolette per far male al presunto cattivo. Chi va a comprare queste bambolette, quando e soprattutto ci sono difficolta’ a capire cosa faccia e dove voglia andare la nostra comunita’ economica e sociale, si moltiplicano a vista d’occhio. Anche se siamo nell’era di Internet e non delle crociate in Terra Santa.
Dove sarebbe l’intelligenza di uno Stato? Far si’ che a fronte di questi contesti di difficolta’, ogni individuo della propria Comunita’ abbia dove e come rivolgersi, foss’anche solo per capire. Certo, se pensiamo che coi soldi che ci prendono per pagare il cosiddetto canone della Rai, paghiamo anche qualche cialtrone che fa l’oroscopo come servizio pubblico radiotelevisivo, di che stupirsi?
Occorrerebbe, come sempre, una rivoluzione culturale. Noi ci accontenteremmo anche di un cambiamento e non necessariamente di una rivoluzione. Per noi stessi, e per gli strumenti collettivi di informazione e confronto. Chi comincia?


1 - da un lancio dell’Agenzia stampa Ansa. Fa credere di essere in contatto defunti, arrestata - Avrebbe circuito e truffato "numerose persone" facendo credere loro che era in grado di entrare in contatto con i defunti in quanto interprete e voce di uno spirito guida, che identificava nell'anima del suo compagno morto. Questa l'accusa che ha portato in carcere una 55enne italiana, titolare di un negozio a Lucca, arrestata dalla squadra mobile fiorentina in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Firenze. Le indagini, partite dalla denuncia di alcune delle presunte vittime della donna, avrebbero quantificato in più di 40.000 euro i soldi che la donna era riuscita a farsi versare da quanti si rivolgevano a lei, denaro che le sarebbe servito a risolvere problemi finanziari e a pagare le rate del mutuo. La 55enne, che riceveva nel retrobottega del suo negozio a Lucca, sarebbe in un caso anche riuscita a far credere a una donna che era incinta, malgrado le analisi contrarie e che la presunta gravidanza fosse ben più lunga del periodo di naturale gestazione. 
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