Il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, pur se a certe condizioni, si e'
dichiarato disposto a prendere in considerazione l'apertura di narcosalas, cioe' luoghi igienicamente protetti in cui i tossicodipendenti possano somministrarsi la sostanza di cui sono dipendenti, sapendo che, per qualunque evenienza, c'e' a disposizione del personale medico.
Non si tratta sicuramente di una disponibilita' che marcia con quelle che, fino ad oggi, sono state le intenzioni del Governo in materia, per cui non vediamo una strada semplice da percorrere. Il Governo, per l'appunto, sta finanziando e promuovendo una inutile carovana di persone dello spettacolo che si sta snodando per la Penisola nelle localita' turistiche piu' rinomate, con una attenzione pressocche' vicino allo zero delle persone che incontra, portando il messaggio "per contrastare la sub cultura dello sballo e dell'eccesso", oppure "O ci sei o ti fai. Io voglio esserci". Un contesto in cui le affermazioni del Sindaco di Torino sono quantomeno una boccata di ossigeno. Non perche' propone qualcosa di risolutivo rispetto al problema droga piu' in generale (non si tratta di proposte con pretese di liberazione come quelle della carovana), ma perche' quantomeno affronta la questione da un punto di vista umano e sanitario e non giuridico/poliziesco/carcerario. I tossicodipendenti sono malati a tutti gli effetti, e, sempre che non ci sia qualcuno che ci voglia rifilare un ritornello sui malati buoni e quelli cattivi, hanno bisogno di cure. Che, allo stato dei fatti, le strutture dei Sert non sono in grado di soddisfare, riuscendo a coinvolgere (con le distribuzioni di metadone) solo una parte del terribile mondo della tossicodipendenza. Altrimenti le nostre citta' non sarebbero solcate da fiumane di spacciatori di droghe tipo eroina, che trovano in ogni cantone clienti disposti ad acquistare la loro merce. Infatti, da come ci dicono anche i dati del ministero del Welfare per l'Italia, i consumatori di eroina sono sempre piu' anziani e diminuisce il numero di coloro che si avvicina a questa sostanza. Per cui si tratta sempre piu' di un mercato di abitudinari, quindi con molta probabilita' solo di tossicodipendenti .... che appunto non vanno nei Sert.
L'esperienza della citta' di Madrid e' quantomeno interessante. Infatti in quel Paese l'eroina e' vietata come in Italia, ma le narcosalas ci sono e funzionano. Nel senso che alcun personale medico, ovviamente, procaccia la sostanza ai tossicodipendenti, ma questi ultimi possono non rasentare il livello di disperazione umana e sanitaria ogni volta che assumono la loro sostanza, proprio grazie al luogo in cui lo fanno.
Poi ci sono le esperienze britanniche, ma sono un po' diverse perche' in quel Paese l'eroina fa parte della farmacopea ufficiale (come la morfina da noi), per cui tutto e' piu' semplice. L'esperienza spagnola, dal punto di vista del contesto legislativo, e' piu' affine e interessante per l'Italia.
Ci domandiamo pero' se il Sindaco di Torino ha solo una fatto una dichiarazione agostana per calmare qualche bollore che premeva nella sua amministrazione, o, a ragion veduta, prendera' in considerazione di trasformare in realta' cio' che ha detto? Certamente non giocano a suo favore i vari "ma" e "pero'", che ha inframmezzato. In particolare quando ha detto che lui e' disponibile se ci sara' una legge nazionale che glielo consentira'. Ma se cosi' fosse stato anche nella citta' di Madrid, mai avremmo avuto quello che c'e' nella capitale spagnola, perche' anche li' le leggi nazionali sono grossomodo come le nostre. Quindi il Sindaco Chiamparino o forza il proprio potere sanitario sul territorio o ha parlato inutilmente.
Stiamo parlando della vita di esseri umani, che sono quasi sempre zombi pieni di dinamite per la sicurezza delle nostre citta'. Quindi, presupponendo che alcuno abbia intenzione di farli fuori, e prendendo atto che le politiche oggi in atto sono limitate e dannose per tutta la collettivita', se si dice qualcosa come cio' che ha detto il Sindaco torinese, bisogna assumersene fino in fondo le responsabilita', e passare dalle parole ai fatti.
Per quanto ci riguarda siamo disposti a sostenere qualunque azione in questo senso. Il diritto dei tossicodipendenti ad essere curati e' un "diritto simbolo", perche' quando lo Stato riesce a garantire i diritti degli
"ultimi" (tali anche perche' spesso delinquono per procurarsi il denaro necessario all'acquisto delle sostanze, e fomentano l'attivita' economica clandestina delle malavita dei traffici illegali), vuol dire che e' in grado di farlo -bene- anche per coloro che non sono
"ultimi".