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Italia. Sequestrata mariuana.it, invogliava all'uso e alla coltivazione?!
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30 luglio 2005 13:24
 
La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Napoli ha posto sotto sequestro con decreto del Gip del 21 luglio 2005 i siti internet marijuana.it, clicca qui e mariuana.it, creati e gestiti a Riva del Garda e a Milano. Matteo Filla, proprietario dei siti in questione, e' stato arrestato perche' ritenuto a capo di un'organizzazione criminosa nazionale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, cosi' almeno e' stato riportato dai media.

In base a quanto e' stato finora reso noto dalle agenzie di stampa, l'accusa sarebbe quella di avere "invitato a coltivare e vendere cannabis", "a produrre sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana e ad assumerle nelle piu' fantasiose modalita' (fumandole ma anche mangiandole sotto forma di caramelle, condimenti e dolci)".
Dalle medesime fonti, si evince che l'attivita' dei siti in questione consisteva essenzialmente nella vendita dei semi di cannabis indica e delle attrezzature necessarie per la coltivazione domestica. Oltre a cio', venivano offerti in rete "sia i manuali di apprendimento per la coltivazione delle piante di cannabis che le istruzioni per il confezionamento degli spinelli".
L'operazione, realizzata dal Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo (SCO) della Direzione Centrale Anticrimine, e' il risultato di dieci mesi di indagini -dal settembre 2004 al giugno 2005- durante le quali agenti sotto copertura si sono "infiltrati come coltivatori di piante di cannabis nelle chat-line e nei forum di discussione dei tre siti internet" considerati illegali. Nel periodo in questione, le indagini in corso hanno portato all'identificazione di 53 coltivatori. Dalle "numerosissime perquisizioni effettuate" sono scaturiti sequestri di "consistenti quantita' di piante di cannabis, hashish e marijuana, di decine di personal computer e di conti correnti postali e bancari con ingenti somme ricavate dalla vendita della sostanza stupefacente e di svariati materiali collegati alla sua produzione e consumo".
Un primo commento alla vicenda arriva da Marco Contini, segretario di clicca qui, che considerando gli elementi ancora parziali e incompleti a disposizione, riflette su come "i semi del proibizionismo producono frutti amari".
"I siti posti sotto sequestro erano (e sono sempre stati) pubblici e visibili, quindi non occultati in alcun modo. Per tale ragione, ci risulta di difficile comprensione la necessita' da parte degli inquirenti di "infiltrarsi come coltivatori di piante di cannabis nelle chat-line e nei forum di discussione", dato che questi erano consultabili da chiunque.
Salvo l'emergere di nuovi elementi al momento sconosciuti, ci pare che in sostanza si imputi ai responsabili dei siti in questione di aver posto in essere un'attivita' commerciale del tutto lecita e praticata anche attraverso numerosi punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale. Tale attivita' consisterebbe nella vendita dei semi di "cannabis indica" e delle attrezzature necessarie alla coltivazione di questa o di altre piante. A tale proposito, ricordiamo che, in base alla legislazione vigente in materia di droghe, non sono punibili l'acquisto, la detenzione o la vendita dei semi di canapa indiana, essendo questi privi di principio attivo (THC-tetraidrocannabinolo) e non essendo menzionati nella Tabella II dell'elenco delle sostanze vietate. Parimenti, non puo' essere vietata la vendita di generiche attrezzature che e' possibile utilizzare per la coltivazione di qualunque tipo e varieta' di coltura.
Discorso a parte merita il fatto che -quantomeno in base a come la notizia e' stata presentata e diffusa- i soggetti inquisiti siano accusati anche di aver offerto in rete "i manuali di apprendimento per la coltivazione delle piante di cannabis" e le "istruzioni per il confezionamento degli spinelli". Cio' sarebbe particolarmente grave in quanto rappresenterebbe una intollerabile forma di censura nei confronti di pubblicazioni che, per quanto possano essere non apprezzate da alcuni, restano comunque una mera espressione del pensiero e della cultura di chi le ha realizzate, cosa che in questo paese, almeno formalmente, risulta essere ancora permessa -anzi, addirittura garantita- dalla legge (a cominciare dalla Carta Costituzionale).
In definitiva, se quanto riportato dalle agenzie di stampa dovesse essere confermato e in mancanza di ulteriori capi d'accusa, si tratterebbe dell'ennesimo provvedimento ispirato da una cultura repressiva che, piuttosto che tentare di applicare una legge rivelatasi ormai inapplicabile (oltre che iniqua e inefficace), sanziona non tanto i responsabili di eventuali condotte ritenute illecite, quanto i loro "ispiratori" (ovvero coloro che, pur operando all'interno dei limiti consentiti dalla legge, rendono materialmente possibile l'attuazione di talune attivita', la cui responsabilita' non puo' che essere soggettiva ).
Ancora una volta dobbiamo constatare che i semi del proibizionismo producono frutti amari: il prezzo di un'azione "moralizzatrice" di facciata rischia di essere la limitazione della liberta' di espressione, non gia' -o non solo- dei soggetti coinvolti nell'episodio specifico, ma di tutti i cittadini".

Su ENjOINT.com, viene pubblicato un comunicato a firma di Matteo Gracis -Ecko- (amministratore del portale www.enjoint.com - direttore editoriale della rivista Dolce Vita), con "l'intento di replicare alla disinformazione e alle menzogne apparse durante questi due giorni su decine di media nazionali e locali". Lo riportiamo integralmente.
"Dal comunicato stampa della Polizia di stato pubblicato ieri on-line: "La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Napoli ha sgominato una vasta organizzazione che invitava alla coltivazione e alla vendita di cannabis indica attraverso i siti internet." Sottolineiamo come l'accusa secondo la Polizia, e' di incitamento alla coltivazione e allo spaccio di sostanze stupefacenti e non di aver commesso codesti crimini. Differenza che puo' sembrare di poco conto ma che invece e' estremamente importante, specie se come in questo caso non viene considerata da tutti i media che hanno trattato e manipolato la notizia. Riteniamo comunque che tale accusa sia del tutto errata, dal momento che all'accesso dei siti in questione compariva un disclaimer che avvisava come non si intendeva in alcun modo incentivare condotte vietate e che tutte le informazioni contenute nei siti erano da intendersi esclusivamente ai fini di una piu' completa cultura generale.
Ricordiamo inoltre che la vendita di semi di cannabis in Italia e' del tutto legale (cosa che tutti i media sembrano aver dimenticato). Tali semi infatti sono esclusi dalla nozione legale di Cannabis, cio' significa che essi non sono da considerarsi sostanza stupefacente (L. 412 del 1974, art. 1, comma 1, lett. B; Convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961 e tabella II del decreto ministeriale 27/7/1992). In Italia la coltivazione di Cannabis e' vietata (artt. 28 e 73 del DPR 309/90) se non si e' in possesso di apposita autorizzazione (art. 17 DPR 309/90). Pertanto i semi potranno essere utilizzati esclusivamente per altri fini (ad es: collezionismo). Tale avviso era ben visibile nei siti sequestrati e veniva inoltre illustrato come ogni utilizzo illegale di tali semenze fosse di responsabilita' dell'acquirente.
Inutile quindi sottolineare come anche la vendita di articoli per la coltivazione, articoli per consumatori, manuali, guide e materiale informativo, in Italia sia del tutto legale. Non a caso, ad oggi sul nostro territorio nazionale sono presenti almeno 120 negozi che vendono tali articoli, tutti perfettamente in regola, tutti paganti tasse e iva (come del resto i siti sequestrati). Per non parlare dei siti web: se ne contano a centinaia in tutta Europa, a migliaia nel mondo.
Nel comunicato della Polizia e negli articoli, si parla poi di una vasta organizzazione: affermiamo con certezza che tale organizzazione non e' mai esistita. Possiamo quindi dedurre che le forze dell'ordine abbiamo confuso una serie di utenti (che spesso nemmeno si conoscevano tra loro, che se e' vero che coltivavano cannabis lo facevano esclusivamente ad uso personale, che si scambiavano semplici informazioni e nozioni botaniche, che non facevano di certo riferimento ad alcuna associazione) come un'organizzazione criminosa. Per confermare tale tesi vi informiamo che una delle persone coinvolte nell'operazione e' stata trovata in possesso di addirittura 2 (due!) piantine di cannabis alte circa 10 cm.
Non neghiamo che possano esserci state singole persone che tramite il sito adescavano compratori ed organizzavano commerci illegali (ricordiamo che pedofili, terroristi, veri criminali ecc, utilizzano quotidianamente e-mail offerte dai piu' disparati siti web, e non per questo tali siti vengono sequestrati ne' chi offre tali servizi viene arrestato con l'accusa di pedofilia, terrorismo, criminalita' ecc). Neghiamo pero' con convinzione che esistesse una struttura coordinata dedita a tali attivita'. Tanto meno che, Matteo Filla, proprietario dei siti in questione fosse a capo di questo coordinamento. Matteo Filla era ed e' un onesto commerciante ed imprenditore che ha sempre svolto il suo lavoro in modo legale, chiaro e senza nascondere nulla (non per niente incensurato fino a ieri). E' stato dipinto dai media come un criminale a tutti gli effetti, a capo di chissa' quale organizzazione e questa e' pura diffamazione.
Non riusciamo a capacitarci di come abbiano fatto ad immaginare che, se veramente esisteva un'organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, utilizzasse un sito chiamato mariuana.it per portare a termine i propri affari.
Mentre in tutta Europa i vari stati ammettono il fallimento del proibizionismo e optano per strade piu' tolleranti, qui in Italia continua il clima di persecuzione e accanimento nei confronti di quasi 4 milioni di consumatori. A fine marzo 2005 a Pantelleria un ragazzo di 23 anni si e' ucciso dopo esser stato arrestato per alcune piantine di marijuana: non e' bastato questo caso per far iniziare a riflettere chi ha tanto a cuore la nostra sicurezza. Non vi annoieremo con tanti discorsi a favore della canapa: trovate in qualsiasi libreria guide, libri e manuali che ne descrivono i mille usi e ne esaltano le potenzialita'.
Quest'ultima operazione di cui abbiamo parlato fin'ora ha richiesto l'impiego di decine di uomini per quasi un anno: non pensate che forse sarebbe stato meglio dedicarsi a problemi piu' concreti? Credete veramente che operazioni del genere siano in grado di fermare una cultura che esiste da secoli (se non millenni)? Siete sinceramente convinti che valga la pena rovinare decine di famiglie con perquisizioni alle 7 del mattino, per una sostanza che e' meno nociva del tabacco o dell'alcol? Infine (e questa domanda e' rivolta a voi giornalisti): non vi vergognate di quello che scrivete e soprattutto di come lo scrivete? Sognavo di fare il giornalista da piccolo, di raccontare alla gente la verita', quello che succedeva nel mondo. Oggi sono schifato dal vostro lavoro, da quello che leggo e di come siete capaci di demonizzare una persona (nome, cognome e foto!) solo per dare in mano al vostro direttore un buon pezzo. Abbiate per una volta il coraggio di fare un passo indietro e riprendere per mano la notizia, per trattarla finalmente con la giusta dose di serieta' che necessita.
Tutta la nostra solidarieta' va alle persone coinvolte in questa folle operazione. Questo e' il nostro messaggio per fargli capire che ci siamo e che da qui noi non ci muoviamo. Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, a testa alta, perche' GIUSTO O SBAGLIATO NON PUO' ESSERE REATO.
Pace Amore Legalizzazione"

Un post di Giorgio sul sito clicca qui commenta la notizia:
"Abbiamo appreso con grande stupore la notizia del sequestro di alcuni siti riguardanti il nostro stesso argomento. Sembrerebbe che il capo d'accusa sia spaccio on line e coltivazione illegale, ma onestamente non si e' capito granche'... Nei vari articoli che abbiamo letto al riguardo pero' ci sembra di capire che vengono condannati, almeno da parte di chi scrive gli stessi articoli, anche la parte della vendita di materiale di coltivazione e il semplice "informare", riferendosi alla possibilita' di scaricare manuali sulla coltivazione...
A questo proposito ci sembra doveroso fare alcune precisazioni, sopratutto per tranquillizzare coloro che frequentano il nostro sito:
"NON INTENDIAMO IN NESSUN MODO ISTIGARE O PROMUOVERE L'USO DI DROGHE MA BENSI' DI FARE PURA E SEMPLICE INFORMAZIONE SU UNA PIANTA CHE HA GRANDI PROPRIETA' TERAPEUTICHE."
Legalizzala.it e' nato come portale d'informazione e tale rimane, come se fosse un giornale informativo. Qui non si vende niente di niente, ne tantomeno abbiamo qualche introito economico dal sito, ma cerchiamo solo di far capire a tutti che chi fuma non e' un ladro, uno spacciatore o comunque un delinquente ma una persona normalissima che semplicemente adora fumare, tutto qui e non vogliamo dare modo a nessuno di toglierci questo spazio.
In ogni caso legalizzala non ha nulla da nascondere e vista la notizia delle "infiltrazioni" abbiamo deciso di disattivare chat e messaggi privati per rendere il nostro sito ancora piu' trasparente...Qualsiasi informazione passi di qui deve necessariamente essere: disponibile a tutti, vera e chiara. Prerogative che ci fanno vivere la nostra esperienza di lotta alle ipocrisie alla luce del sole, senza aver nulla da nascondere.
Siamo sicuri che questo articolo possa chiarire la nostra posizione e rassicurare gli utenti e i visitatori abituali di legalizzala.it che immaginiamo ora essere in agitazione per gli ultimi avvenimenti. Ma sopratutto cio' che ci auguriamo e' che cio' che sia successo non sia l'ultimo tentativo di togliere la voce a chi crede in un'idea, a chi combatte per la propria convinzione. Vogliamo continuare a pensare di vivere in un paese libero, che consenta a chiunque di esprimere opinioni in linea con i criteri della liberta' di parola. LIBERTA' DI PAROLA che non dev'essere mai in dubbio in un paese che non solo si definisce CIVILE e DEMOCRATICO, ma che oltretutto "si batte" (o dice di battersi) per "esportare civilta' e democrazia in altri paesi"...
Staremo a vedere, sempre pronti ad informarvi sull'evolversi della vicenda".
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