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 ITALIA - ITALIA - Italia. Si riapre il dibattito sulle staminali embrionali e il Governo lo congela in una commissione
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Articolo di Domenico Murrone
9 giugno 2006 11:27
 
Fabio Mussi toglie la firma dell'Italia dalla Dichiarazione etica, un documento che di fatto ostacola il finanziamento da parte dell'Ue delle ricerche sulle cellule staminali embrionali. Politici e addetti ai lavori producono pagine e pagine di dichiarazioni pro o contro l'atto del Ministro della Ricerca scientifica. Le polemiche sono trasversali e, dopo aver precisato in Parlamento che la proibizionistica legislazione italiana rimane immutata, il Governo -per evitare scontri radicali al suo interno- decide la costituzione di una commissione bioetica interministeriale presieduta da Giuliano Amato. Una decisione che suscita a perplessita', come spieghiamo nell'editoriale di questo numero del Notiziario.

I fatti. Il 30 maggio Mussi partecipa alla riunione sulla competitivita' nella Ue. In quella sede comunica di aver ritirato il sostegno italiano alla proposta di una dichiarazione etica sulla ricerca sulle staminali avanzata lo scorso novembre da Germania, Polonia, Slovacchia, Malta e Austria e a cui aveva aderito il Governo Berlusconi. I Paesi sottoscrittori auspicano una visione restrittiva della ricerca sulle staminali, escludendo dai finanziamenti gli studi relativi alle embrionali: "c'e' la possibilita' di lavorare innanzitutto per verificare i risultati che si ottengono attraverso la ricerca sulle cellule staminali adulte, perche' non e' ancora scientificamente provato che ci sia una differenza tra le une e le altre". Questa la tesi sostenuta fra gli altri dall'ex Ministro Letizia Moratti.
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Le reazioni. Di fatto la mutata posizione italiana rimescola gli equilibri in sede Ue, ma soprattutto provoca un terremoto nel BelPaese. Il dissenso e' totale: da una parte l'auspicio di una apertura anche in Italia alla ricerca scientifica sulle staminali embrionali, dall'altra attacchi al Ministro Mussi per l'iniziativa che avrebbe contraddetto la volonta' popolare manifestatasi in occasione del referendum sulla Legge 40 del 2005 (tra le notizie proponiamo le dichiarazioni di tutti gli intervenuti al dibattito, sono decine e meritano uno spazio a se'. ).
Il dissenso e' pure nella valutazione dell'esito della consultazione referendaria. "Il referendum aveva ribadito il benestare degli italiani alla legge 40 - attacca il capogruppo Udc alla Camera, onorevole Luca Volonte' - perche', nonostante il 74,1% degli italiani abbia detto che la legge 40 va bene cosi' com'e', qualcuno insiste ancora su questo tipo di ricerche?".
La tesi e' pero' contraddetta dall'Associazione Luca Coscioni. Il 74,1% e' la percentuale di chi non ando' a votare al referendum, nonostante cio' "si continua a sostenere, in modo anche un po' spudorato che l'apertura del ministro Mussi alla ricerca sulle cellule staminali, anche embrionali, sia in aperto contrasto con la volonta' popolare espressa nel recente referendum sulla fecondazione assistita. Spudorata perche' coloro che votarono dissero si' a una radicale riforma della legge 40, in particolare sui temi della ricerca".

Il Governo. La voce ufficiale del Governo sull'argomento e' data dal vice premier Francesco Rutelli che non commenta di fatto l'atto del Ministro Mussi, limitandosi a sottolineare che la normativa italiana in vigore sulla legge 40 "non cambia", e che su "materie sensibili, rilevati e di delicatezza etica, sara' un orientamento collegiale ad esprimere la posizione della maggioranza e del Governo".
Il proposito si e' concretizzato con l'annuncio della commissione governativa sui temi legati alla bioetica e presieduta da Giuliano Amato.
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