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Italia/Spagna. "Consumo collettivo" di stupefacenti
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Articolo di Donatella Poretti
4 novembre 2001 20:48
 

Per approfondimenti:

22 giugno 2001: Disobbedienze civili e aule giudiziarie. L'assoluzione di Pannella

28 agosto 2001: Leggi sulle droghe in Europa e disobbedienze civili: Germania chiama Italia ... ma il modello e' quello italiano?

12 ottobre 2001: Italia. Processo a Marco Pannella

17 ottobre 2001: Italia. Condannati per un'iniziativa di "alto valore morale e sociale"


Assoluzione dall'accusa di narcotraffico per un giovane spagnolo: la droga che aveva con se' l'avrebbe "condivisa" con un altro tossicodipendente, anche economicamente, e non venduta. A fronte della richiesta di tre anni di carcere chiesta dall'accusa, la IV sezione del Tribunale di Siviglia ha considerato la condotta dell'imputato "atipica", applicando a questo caso la giurisprudenza della Corte Suprema, secondo la quale, eccezionalmente il consumo condiviso di piccole quantita' di droga tra tossicodipendenti "non e' punibile per l'inconsistenza penale della condotta e perche' in questi casi si tratta di una modalita' di consumo personale non punibile; non puo' pesare neanche il fatto che uno dei consumatori e' il "donatore" della droga, non realizzandosi nessuna forma di violazione del Codice Penale". Il fatto risale al 20 giugno del 2000 quando Rafael D.G., incensurato di 32 anni, fu arrestato dalla Polizia con l'accusa di vendere droga ad un'altra persona. Dopo l'arresto e durante il giudizio le testimonianze dei due hanno coinciso in un'unica versione dei fatti: avrebbero consumato insieme lo stupefacente, contribuendo economicamente.
La notizia di questa sentenza, sembra andare nel segno della logica: se il consumo di stupefacenti non rientra tra i reati punibili penalmente, analogo ragionamento e' stato fatto per il "consumo in compagnia". Dove, va da se', che c'e' "qualcuno" che ha acquistato la sostanza e, prima di consumarla, o decide di regalarla, oppure chiede di contribuire all'acquisto economicamente. Comunque vadano gli accordi "fra le parti", senza ombra di dubbio c'e' da riconoscere che ci troviamo di fronte ad un possesso di sostanze illegali per consumo personale (anche se in senso collettivo) e non per spaccio, che come ogni rapporto commerciale, piu' meno riconosciuto dalla legge, prevede un guadagno.
La sentenza spagnola ci riporta alla memoria vicende simili italiane dove invece la "cessione a titolo gratuito" e', nel caso di stupefacenti, equiparata allo spaccio. Nell'agosto del 1995 nella costa romagnola un gruppo di ragazzi fu arrestato con l'accusa di spaccio, perche' si passavano uno spinello. Il Movimento dei Club Pannella, per evidenziare l'assurdita' della legge, mise in atto una serie di disobbedienze civili distribuendo hashish in manifestazioni di piazza, nonche' nel corso di una trasmissione televisiva, quando Marco Pannella stesso regalo' alla conduttrice Alda D'Eusanio un pacchetto da 200 grammi sempre di hashish. Alcuni di questi processi si sono conclusi con esiti decisamente contraddittori tra di loro: assoluzione per la diretta tv "perche' il fatto non sussiste", condanne in altri casi ma con l'attenuante di avere agito per "alto valore morale e civile". L'assurdita' della nostra giurisprudenza ha preferito "elogiare" i disobbedienti civili riconoscendo alle loro iniziative l'alto valore morale e civile, a mo' di medaglia d'onore, senza avere il coraggio di fare un passo in piu'. Mai infatti un Tribunale ha accolto l'eccezione di incostituzionalita' della norma e quindi l'invio alla Corte Costituzionale della legge per "manifesta irragionevolezza". Il 13 febbraio prossimo presso la IX sezione penale del Tribunale di Roma si terra' un'udienza per l'azione di disobbedienza civile del 1997 a Piazza Navona, speriamo che la sentenza di Siviglia faccia giurisprudenza, anche se siamo coscienti che nonostante l'Europa unita della moneta non ci sia (ancora?) quella della giustizia.

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