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Italia. Tossicodipendenza = follia: quando un Sindaco si trasforma in talebano!
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Articolo di Donatella Poretti
17 settembre 2002 21:20
 
Gli attentati terroristi di un anno fa sono serviti a qualcosa, sono stati utili per risvegliare le nostre coscienze di fronte a quello che i Taliban imponevano agli afghani in generale, con particolare riguardo alle donne. Ci siamo indignati per i burka che non avevamo voluto vedere per anni, ci siamo sentiti diversi per non avere un ministero per la "preservazione della virtu' e la soppressione del vizio", che aveva il compito specifico di regolare la vita morale e pratica del popolo. Un ministero tale, abbiamo pensato, da noi, a nessuno potrebbe venire in mente di realizzare. Ma anche le certezze alle volte si sgretolano...
Evidentemente presi dall'emozione, non avevamo avuto il coraggio di leggere bene i documenti che giacciono nelle nostre aule parlamentari, non solo quelli abbandonati nei cassetti, ma quelli gia' assegnati alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. L'on. Tommaso Foti, deputato di Alleanza Nazionale, e' l'autore di una proposta di legge moralizzatrice di stampo e di scuola decisamente talebana: Disposizioni in materia di trattamenti sanitari obbligatori per i tossicodipendenti.
L'idea di fondo e' letteralmente racchiusa in questa frase: "L'obbligo di cure per il tossicomane che, per le caratteristiche psicofisiche in cui si trova, non e' in grado ne' di autodeterminarsi ne' di valutare adeguatamente la realta', diventa da parte dello Stato un obbligo morale oltre che un atto dovuto di assistenza sanitaria prima che lo stesso tossicodipendente si inoltri nel circuito perverso della delinquenza o che si autodistrugga lentamente". Si dice che il pavimento dell'Inferno e' lastricato dalle buone intenzioni. Ammesso che esista l'Inferno, noi della bonta' delle intenzioni preferiamo non occuparci, altrimenti anche i Taliban potevano avere le "loro". Eliminato cosi' il problema dei buoni e sani principi da cui sicuramente sara' partito l'on. Foti, arriviamo diretti a vedere come l'obbligo morale dello Stato nella cura di questo generico "tossicomane", si trasforma in una fantascientifica realta'. Un medico del servizio pubblico segnala al Sindaco (avete letto bene il Sindaco) che una persona fa uso di droghe e non ha alcuna intenzione di smettere. Tanto basta perche' il nostro Sindaco prenda carta e penna ed emani un provvedimento in cui dispone un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) per far disintossicare il nostro assuntore di sostanze stupefacenti. Entro 24 ore un messo comunale deve portare il provvedimento ad un giudice tutelare. Il giudice a sua volta, entro altre 24 ore di tempo, lo convalida, o lo invalida. In queste 48 ore il nostro assuntore, e' comunque sotto trattamento, anche in caso di rifiuto di convalida da parte del giudice. Il "trattamento" dura quanto meno 21 giorni, rinnovabili a piacimento, almeno fino a quando si ritenga non ce ne sia piu' necessita'. In che cosa consistono, non viene mai chiarito: se vi immaginate i letti di contenzione, le camice di forza, o l'elettroshoc, noi li escluderemmo visto che la psichiatria ha fatto progressi, e ora funzionano alla grande calmanti, ansiolitici, pasticchine e gocce, che danno anche loro dipendenza, ma questa volta e' frutto di una ricetta medica firmata da qualcuno che ha preso almeno una laurea.
Siccome questi "trattamenti" per il momento vengono previsti in ambienti riservati solo per chi e' ritenuto incapace di intendere e di volere, i pazzi, il nostro deputato magnanimamente decide di creare delle strutture ad hoc: "in appositi reparti ospedalieri che, dopo aver affrontato i problemi dell'astinenza, dell'overdose e della disintossicazione, li preparino al percorso socio-riabilitativo". Solo in questi lager e' prevista la somministrazione del metadone, a scalare, non certo a mantenimento. Finito il "percorso" il nostro assuntore di sostanze stupefacenti sara' un uomo nuovo, avra' riacquistato la sua autonomia e indipendenza di decidere per la sua vita un "percorso" diverso da quello nel quale era incautamente caduto. Il suo futuro radioso, sara' fuori ad attenderlo: un lavoro, una famiglia, dei figli. Un cittadino consapevole dei suoi errori, riconoscente nei confronti dello Stato che lo ha riportato alla vita.
L'on. Foti, che travestito da fata Turchina ha come per miracolo risolto definitivamente il problema della dipendenza dalle sostanze stupefacenti e psicotrope, e che si sta attrezzando anche per altre dipendenze (sesso, calcio, musica, politica, cibo, potrebbero avere presto i loro Tso), diventa particolarmente interessante quando analizza il fenomeno delle droghe. E' grazie alle analisi che si trovano le soluzioni, infatti. "Una malintesa concezione del rispetto delle liberta' individuali ha, in maniera sempre piu' crescente, abbassato il livello di consapevolezza del pericolo che l'assunzione delle droghe rappresenta non solo per chi le usa, ma anche per l'intera collettivita'".
Sui malintesi, forse ci sarebbe da scriverci un trattato, e chissa', anche questa proposta di legge, potrebbe essere frutto di un malinteso. Di certo un gran feeling tra le liberta' individuali e l'on. Foti non sembra davvero esserci, ma siamo certi che abbia "male inteso" fino a dove uno Stato puo' arrivare ad intromettersi nella vita di un cittadino violandone la volonta' e la capacita' di autodeterminarsi.

Per chi volesse approfondire la questione, a questo link trova il testo completo della proposta di legge.
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