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Italietta: Rai, Giustizia e Giornalismo
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Articolo di Giuseppe Parisi
1 luglio 2006 0:00
 
E' da anni che la scienza ufficiale indaga sulla rete di rapporti dipendenti e di dipendenza tra cervello e organi, tra i network cerebrali ed immunitari. Considerevole lo sforzo, vista la metodologia alla quale l'accademia scientifica si applica nel tentativo di raggiungere l'obbiettivo di conoscenza. Questo soprattutto perche', ad esempio, per la comprensione profonda di uno stato d'animo non si possono usare certamente indicatori ematoclinici o la TAC, la RM. Molto si e' fatto con l'Evidence Based Medicine, cioe' la Medicina Basata sull'Evidenza, ma anche tale metodologia non e' priva di limiti.
Come puo' la rigidita' imposta dalla metodologia scientifica, ad esempio, orientarsi nei meandri dei piu comuni stati d'animo? Gelosia, frustrazione, angoscia, odio, euforia , impazienza, ecc ecc?
Problema centrale e' che l'accademia scientifica non si muove con agilita' nelle delicate interazioni tra i suddetti stati d'animo e le variazioni organiche, quindi tra cervello e network immunitari, se non quando la malattia e' conclamata.
Praticamente, oggi la Medicina Ufficiale, figlia dell'Accademia Scientifica, si presta unicamente alla medicalizzazione, unicamente solo quando la perturbazione e' divenuta malattia in quanto visibile ai test che utilizza per identificarla ed inquadrarla nosologicamente.
Dal momento di inizio di una perturbazione, sino alla malattia conclamata , l'organismo parla, emettendo dei segnali che non sono altro che l'estremo tentativo di reagire alla perturbazione biologica, che potrebbe dirigere verso una malattia. Se tale linguaggio fosse scientificamente riconosciuto ed apprezzato, e non mortificato com'e' oggi, si eviterebbero molte malattie perche' prevenute sin dall'inizio.
Le alterazioni biologiche non sono malattie, e non sono osservabili ai comuni mezzi standardizzati della medicina ufficiale. Sono condizioni di dis-equilibrio del funzionamento organico, e quindi fattori del tutto naturali. Essi dipendono da molti meccanismi, esterni o subordinati, disturbi alimentari ad esempio.
E' necessario comprendere, tuttavia, che, nessun meccanismo biologico e' perfetto, e l'alternanza di un dis-equilibrio e il suo ripristino sono fattori contingenti alla ciclicita' della Madre Natura. Il valore diagnostico e preventivo e' di non poco conto.
Per fare un rapido esempio, variazioni del comportamento del sonno e/o una particolare attivita' onirica (cioe' i sogni) si manifestano sovente nel momento in cui l'organismo si pone in una fase di reattivita' , di contrasto allo sviluppo di un cancro.
Inoltre, ancora variazioni organiche alla risposta all'ambiente o alla vita sociale nella quale siamo impegnati. Ad esempio, uno stato d'angoscia cagionato da un qualcosa vissuto come un'ingiustizia, che non permette di reagire, provoca in noi delle peculiari reattivita', immunitarie, biochimiche, e biologiche.
Anche la comunita' scientifica presenta da tempo i "nuovi" elementi di PsicoNeuro-immunoendocrinologia, e molte sono le riviste scientifiche che pubblicano studi a tal riguardo.
Esemplare fu il caso giudiziario di Enzo Tortora, il famoso conduttore dell'ancor piu' famoso Portobello, finito in galera sulle parole di un delinquente, in una epoca di pentitismo che diveniva fenomeno di indagine della magistratura: fu un clamoroso errore, e il povero malcapitato si ammalo' e in pochi mesi si spense di cancro.
Questa premessa e' doverosa per aprire un nuovo dibattito sulla Giustizia e sul Giornalismo in Italia.
Puo' un magistrato essere considerato cattivo solo perche' esercita il suo lavoro? Dove nasce e muore il confine tra esercizio delle proprie mansioni ed accanimento giudiziario?
Qualcuno mette la ciliegina sulla torta: se la vecchia maggioranza di Governo avesse rivinto, la procura di Potenza avrebbe continuato a non vedere e non avremmo avuto il caso Vittorio Emanuele di Savoia.
E' giusto che il giornalismo abbia dato tale risalto?
Dove nasce e muore il diritto di cronaca?

Forse si intravede un ennesimo tentativo di imbavagliare il giornalista, limitando ancora una volta le piccole liberta' di movimento di cui il giornalismo italiano gode?
Figlio del potere dell'editore e del caporale severissimo di nome redattore, l'azione dei giornalisti e' davvero minima, se non dopo aver chiesto permesso.
Se esiste il diritto di cronaca, tale va esteso senza nessuna remora nell'interesse della collettivita'. L'importante e' non modificare le notizie a proprio piacimento.
Nel procedimento dei magistrati di Potenza i giornali, hanno riportato le frasi delle intercettazioni telefoniche, quindi, la pura realta' dei fatti.
Tuttavia, il cittadino attento e sobrio trova singolare che un magistrato intercetti il reato di Concussione Sessuale.
Forse, siamo rimasti un po' troppo indietro.
La concussione sessuale e' retaggio di una societa' bigotta e superata, figlia delle stessi menti contorte, convinte che nel Sud-est asiatico, in Sudamerica ed in Africa, la donna sia subordinata all'uomo e si presti ai suoi piaceri sessuali con sottomissione.
Conosco personalmente molti idioti che, poi, si sono decisamente ricreduti, cambiando completamente opinione e convinzione circa i reali fatti.
Lo sanno tutti che un uomo di potere, com'e' il siciliano Salvatore Sottile, avrebbe potuto fare qualche favore galante a qualche bella soubrette. Perche' non credere che per la soubrette sarebbe stato del tutto normale aver potuto far intendere al povero malcapitato che per lei non sarebbe stato un tabu'? La Rai non venga a dirci che questi metodi sono nati con Salvatore Sottile e che l'intera Italia si mette a piangere. Sono 50 anni, che questi metodi si praticano con grande felicita' delle belle carrieriste in minigonna del piccolo schermo: finiamola di prenderci in giro!
Il diritto di cronaca deve restare diritto assoluto, nell'interesse dell'intera collettivita'. Che si finisca anche con l'ipocrisia della Privacy a singhiozzo all'Italiana.
I giornalisti hanno riportato i contenuti dei tabulati delle intercettazioni, non inventavano nulla di estraneo al procedimento, ne' fatto commenti estranei ai tabulati. Altra cosa e' quando il giornalismo muove critiche e commenti, sovente non presenti nei tabulati o nella documentazione relativa al processo.
Una persona in Sicilia si e' visto una bella mattina indagato da una delle procure piu' attive nell'antimafia, quella di Barcellona Pozzo di Gotto. Reato gravissimo: millantato credito. Per mesi, senza che ne fosse a conoscenza, aveva avuto intercettazioni ambientali e telefoniche. Il giornale locale piu' letto, la Gazzetta del Sud, di proprieta' della fondazione Bonino e di Calarco di Messina, aveva avuto la pessima idea di pubblicare nome, fatti e commenti che non avevano alcuna relazione -ne' si trovavano nelle documentazioni- inerenti ai fatti ed al procedimento del malcapitato. Il giornale pubblicava che l'indagato aveva detto: "non si preoccupi, per la pensione ci penso io". ma, queste parole non si sono mai trovate, ne' nei tabulati n'e nelle deposizioni di chi cercava di farlo condannare. In sostanza, il bel quotidiano tanto amato dai messinesi inseguiva lo scoop, inventandosi fatti non reali. Il malcapitato, dopo sette lunghi penosi anni, grazie ad un PM che non si dava pace del perche' non trovasse nulla (accanimento giudiziario?) e grazie alla estrema lunghezza della giustizia italiana, fu assolto. La prima cosa che il malcapitato si senti' di fare, fu curarsi da una immunodepressione, della quale ancora non si conoscono gli esiti, e di chiedere risarcimento al giornale Gazzetta del Sud di Calarco, che, forse, dovrebbe stare piu' attento a non mandare bambini con le dita nel naso a spiare nelle Procure, ed avere redattori un po' pi' svegli e vigili.
Questo povero disgraziato ora chiede finalmente giustizia, e si chiama Giuseppe Parisi, cioe' io.
Lasciamo il giornalismo libero di dire la verita', solo la verita', nel bene della conoscenza e del diritto di cronaca per tutti. Lasciamo i magistrati tranquilli nel loro lavorare sodo, per stanare i delinquenti, altrimenti impiegheranno ancora 40 anni a trovare il nuovo Provenzano.
La Rai -nulla da cambiare- va bene cosi', l'importante e' che non faccia da cascamorto, e. se abbattiamo il canone-tassa vessatorio , molto meglio per le famiglie italiane, ameranno di piu' questa ballerina allegra che e' la Rai.
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