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Leader religiosi afgani contro la tossicodipendenza
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Articolo di Katia Moscano
28 luglio 2005 12:48
 
Il ministero per gli Affari religiosi ha preannunciato che i capi religiosi del Paese lanceranno presto una campagna nazionale per ridurre il numero dei tossicodipendenti. Infatti, circa 500 leader si sono incontrati a Kabul per discutere strategie efficaci contro il consumo delle droghe nel Paese.
"Poiche' le droghe sono proibite dall'islam, i religiosi possono essere molto efficaci in questa battaglia", ha dichiarato il ministro Neyamatullah Shahrani.
Nella riunione di due giorni si cerchera' di capire il problema della tossicodipendenza secondo l'islam, identificando il compito che le moschee possano svolgere. "Dopo il simposio, i leader torneranno nelle loro province e con la collaborazione dei mullah locali sara' lanciata una campagna nazionale contro il consumo degli stupefacenti", ha continuato il ministro.
Sebbene l'Afghanistan produca l'80% dell'oppio mondiale non ci sono dati sul consumo interno. Solo nel 2003 l'Unodc (agenzia antidroghe e crimine dell'Onu) e' riuscito a pubblicare i primi dati sul consumo di Kabul, stimando in 63 mila i tossicodipendenti. Con l'hashish al primo posto, seguita dall'oppio, dall'eroina, dalle medicine e dall'alcol. Ma responsabili del Governo ritengono che il consumo sia aumentato, soprattutto tra la popolazione femminile.
Ha dichiarato Mohammad Zafar, capo dell'ufficio per la riduzione delle tossicodipendenze presso il ministero Antidroghe: "se abbiamo 63 mila tossicodipendenti a Kabul, su una popolazione di 3/4 milioni di persone significa che ci sono piu' di mezzo milione di tossicodipendenti su tutto il territorio nazionale, che conta circa 25 milioni di persone". Zafar ha aggiunto che una ricerca con dati aggiornati verra' pubblicata in autunno.
Per un centro di recupero con sede a Kabul e operante anche in altre citta', il numero dei tossicodipendenti si aggira tra i 30 mila e i 60 mila, ma la stima e' in difetto per la ritrosia di molti ad ammettere il consumo delle droghe, in un Paese dove questa pratica e' ufficialmente proibita dalla religione.
"In Afghanistan i capi religiosi godono di un alto prestigio tra la popolazione e i loro messaggi sono molto potenti specialmente nelle campagne", ha dichiarato Tay Bian How capo del Colombo Plan Secretariat (clicca qui), uno dei primi gruppi (dal 1973) per la prevenzione e il controllo delle droghe nell'area dell'Asia e del Pacifico, tra i promotori della riunione.
"Noi riteniamo che i capi religioni, con una conoscenza adeguata del problema, possano dare un contributo importante alla lotta alle droghe. Possono avere un ruolo primario non solo per la comunita' ma anche per il Governo. Questo e' il piu' grande incontro di capi religiosi che il Colombo Plan, tramite il Drug Advisory Programme, abbia organizzato tra i Paesi membri", ha concluso How, per il quale le persone con una fede religiosa sono meno inclini al consumo delle sostanze illegali.
Con il Drug Advisory Programme, il gruppo ha sviluppato negli ultimi tre anni un programma contro le tossicodipendenze basato sulla fede religiosa.
Il Colombo Plan e' finanziato principalmente dal Governo statunitense, e ha gia' lavorato in Indonesia, Malesia, sud delle Filippine e Pakistan.
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