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Per una medicina umana
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Articolo di Maria Luisa Agneni *
8 maggio 2010 12:51
 
Noi medici dovremmo leggere, ogni tanto, anche qualche saggio sulla nostra "scienza" di sociologi, filosofi, antropologi, fisici e matematici.
Anzi, personalmente posso dire che fra i piu' stimolanti libri sulla medicina che ho letto, moltissimi sono stati scritti da queste categorie di studiosi.
Siamo troppo presi dagli articoli che vengono pubblicati dalla stampa specializzata nella nostra branca, leggiamo lavori su lavori, revisioni sistematiche, su riviste anche le piu' autorevoli a livello internazionale che non si assumono piu' la responsabilita' dal 15 settembre 2001 di cio' che pubblicano.
Infatti la ricerca non e' piu' da tempo indotta dalla conoscenza disinteressata...
E, allora, il punto di vista di un professore universitario come Giorgio Israel, ordinario di Storia della Matematica all'Universita' degli Studi La Sapienza (Roma), edito da Lindau sotto forma di saggio "Per un medicina umanistica", e' quasi una boccata di ossigeno nell'oppressione scientista che ci circonda e uno spiraglio di luce nella penombra di omologazione in cui ci muoviamo.
Tutti i medici dovrebbero leggerlo, soprattutto i giovani che all'universita' difficilmente hanno sentito lezioni di filosofia della scienza e che cresceranno solo se avranno in dote personale uno spiccato spirito critico da attivare nei confronti del conformismo scientista.
Se la medicina non recuperera' la sua connotazione di "arte", che si esprime peculiarmente nella clinica, ma continuera' a concentrare la sua attenzione al riduzionismo investigativo e terapeutico per includerla, erroneamente, fra le scienze esatte, i malati saranno sempre piu' considerati e trattati come soggetti la cui programmazione genetica e' difettosa, i cui organi vanno sostituiti, le cui tappe metaboliche vanno aggiustate e si troveranno sempre piu' di fronte a medici che col capo chino scruteranno i loro dati di laboratorio interpretati solo secondo parametri quantitativi, le loro tac, le loro risonanze magnetiche ma non alzeranno mai lo sguardo per guardare negli occhi il loro interlocutore che soffre.

* pneumologa e omeopata
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