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Messico. Sulle droghe attenersi al realismo, por favor!
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
20 aprile 2003 22:04
 
Riportiamo l'editoriale del quotidiano messicano "El Universal" (diretto da Juan Francisco Ealy Ortiz), pubblicato oggi.

Contro il narcotraffico, porre l'accento sulla riduzione del consumo

Il titolare dell'Unita' Specializzata in Delinquenza Organizzata (Uedo), dipendente della Procura Generale della Repubblica (Pgr), José Luis Santiago Vasconcelos, nel riferirsi alle sette organizzazioni mafiose che controllano il commercio del narcotraffico in Messico, ha detto in una intervista con "El Universal": "Le smantelleremo, visto che neppure tutte insieme possono sfidare lo Stato messicano: continueremo ad applicare la legge".
Se le parole del funzionario di polizia si riferivano concretamente allo smantellamento, o alla distruzione, di queste sette organizzazioni criminali, e' possibile interpretarle come una espressione della ferma volonta' del suo ufficio e della Pgr di combattere il narcotraffico, sebbene non esistano indizi che la cosa sia fattibile, alla luce dello sviluppo di certi gruppi criminali e dell'affare in se' stesso della produzione, commercio e consumo di stupefacenti.
Ma se quello che ha detto il funzionario della Procura si riferiva in generale alla possibilita' di liquidare in Messico l'affare del narcotraffico, la dichiarazione di Santiago Vasconcelos sembra una esposizione di surrealismo o di umorismo involontario. L'esperienza messicana e universale in materia dimostrano in modo evidente che potranno cadere -e ancora cadere- i diversi capi del narcotraffico, ma l'affare non solo continuera', ma crescera' e si rafforzera' ogni giorno di piu'.
Avra' un'idea, il capo poliziotto, di quante persone lo hanno preceduto nel suo incarico, e quali magri risultati hanno ottenuto tutti insieme, e ciascuno di loro? Sapra' il funzionario che in Messico, e nella maggior parte del mondo, la produzione, distribuzione e il consumo della droga continua a crescere in maniera esponenziale, come dire . in maniera geometrica? Sara' cosciente Santiago Vasconcelos che in nessun luogo del pianeta la repressione e' riuscita a ridurre -tantomeno ad eliminare- la produzione, il commercio e la domanda di stupefacenti?
Sicuramente il titolare dell'Uedo conosce tutto questo, e anche molto di piu'. Per questo non risulta molto comprensibile il tono delle sue parole, a meno che non si tratti di mandare alla societa' un messaggio di ottimismo. Che serva come un balsamo davanti alla terribile realta' del narcotraffico in Messico, che si sprigiona e si delinea dalle stesse parole del capo della polizia.
D'altra parte, cio' che ha detto il funzionario della Pgr mostra tutti gli affanni della polizia e della giustizia per combattere la produzione e il commercio delle droghe. Ma e' necessario insistere nell'aspetto centrale del problema della domanda, cioe' il consumo per settori sempre maggiori e, soprattutto, ogni giorno sempre piu' giovani della popolazione messicana e del mondo.
Dato che il problema di fondo e' la domanda, se si vuole combattere l'affare del narcotraffico, la cosa sensata e logica da fare e' di mettere l'accento nella riduzione del consumo, essenzialmente in quello dei giovani. Percio' in questa operazione dovrebbero avere meno peso gli aspetti repressivi polizieschi e giudiziari, per incentrare il lavoro nella prevenzione, informazione e nell'educazione rivolta fondamentalmente agli adolescenti.
Si tratta di capire bene la questione: c'e' produzione e c'e' commercio, per la sensata ragione che esiste una domanda che chiede soddisfazione. Se non fosse cresciuto in Messico, e nel mondo, il consumo, non ci sarebbe un maggiore interesse nel produrre e commercializzare le droghe. Ci sara' chi dira' -a questo punto- che la domanda e' cresciuta per l'impegno dei narcos nel rendere dipendenti i giovani. A pensare cosi' ci sarebbe da credere che fenomeni sociali storici, grandi e profondi, possono essere il frutto dell'azione particolare di alcuni gruppi di criminali: la qual cosa non solo e' falsa, ma e' anche assurda.
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