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 MONDO - MONDO - Mondo. Langaney: cambia la scienza perche' cambia il concetto di vita e morte
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Articolo di a cura di Cinzia Colosimo
27 novembre 2003 18:52
 
Sul giornale Nepal News e' stata pubblicata una lunga e interessante intervista al genetista Andre' Langaney, direttore del Laboratorio di Antropologia Biologica e professore alla Universita' di Ginevra.
Ne riportiamo di seguito gli aspetti sostanziali.

Con l'avvento delle biotecnologie, la nostra societa' ha dovuto fare i conti con alcune tematiche scientifiche che si ritenevano certezze, come l'unicita' dell'essere umano o la riproduzione sessuata. Secondo Langaney "la biologia ha profondamente cambiato il nostro modo di vedere la vita e la morte. Un tempo infatti si riteneva che la vita iniziava nell'utero materno e finiva quando il cuore cessava di battere. Oggi, tutto questo e' diventato un problema molto piu' complesso e variegato. [.] Non esiste un momento specifico nel quale inizia la vita umana. Per la scienza, questo momento non e' quando un ovulo e uno spermatozoo si fondono, e nemmeno sette ore dopo, quando inizia la divisione del nucleo. Un grumo di cellule identiche fra loro non determina un essereu mano, perche' quel grumo puo' essere diviso e creare due gemelli o due cloni. Questo viene fatto quotidianamente sugli animali. La vera divisione dell'embrione inizia circa due settimane dopo il concepimento. Per questo i metodi di contraccezione non sopprimono un essere umano, ma solo delle cellule che hanno il potenziale per diventare esseri umani. Ma anche le donne, in maniera del tutto naturale, rigettano ovuli potenzialmente fecondabili. [.]

Cio' che pero' e' necessario comprendere e' che non possiamo pensare di proteggere tutte le vite potenziali. D'altro canto, la vita umana va comunque rispettata. Cosa significa? In alcune societa' i bambini diventano esseri umani nel momento in cui imparano l'uso della parola. Se non ci riescono possono anche venire uccisi. Questi concetti sono quindi arbitrari, sono convenzioni sociali e culturali che possono considerevolmente cambiare l'intero concetto. In Europa ad esempio, si proteggono i bambini sin dal momento della nascita, con molte poche eccezioni. Ma ai bambini che nascono senza cervello o che vengono tenuti in vita grazie alle macchine, e' concessa la morte, anche se non viene pubblicamente annunciata. [.]

Occorre comunque dire che la fine della vita e' un concetto vago, come la nascita d'altronde. Quindi, quando va staccata la spina? Chi prende questa decisione? Cosa bisogna fare se un paziente con il cancro urla e chiede che venga posta fine alla sua miseria? Io non credo che queste decisioni debbano essere prese nella segretezza della camera di una riunione medica. L'eutanasia e' una pratica universale ma mai ufficiale, a eccezione dell'Olanda. Li' infatti, dottori e familiari prendono le decisioni insieme, in conformita' con delle procedure estremamente ben studiate. [.]

Per quanto riguarda la clonazione umana porto un esempio concreto. Mio padre soffre di problemi alla cornea e avrebbe bisogno di un trapianto, ma non ci sono donatori per pazienti della sua eta'. Se, a medio o lungo termine, come e' probabile, fosse possibile ridargli la vista grazie a tessuti della cornea coltivati dalle staminali embrionali, credo che lui non esiterebbe un attimo ad accettare. L'idea e' di clonare gli organi semplici, per pure finalita' terapeutiche. Il clone completo e' semplicemente un mito. I limiti della vita sono molto piu' complessi di quanto immaginiamo".
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