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Narcoguerra ed elezioni locali in Messico. Violenze e riconquista del potere
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Articolo di Redazione
5 luglio 2013 12:55
 
Piu' di un terzo degli elettori del Messico si rechera' alle urne domenica per le elezioni locali, caratterizzate da una campagna elettorale di violenze -assassinii, rapimenti, minacce- in particolare nelle zone dove e' piu' presente il crimine organizzato. Circa 32 milioni di elettori (37% del corpo elettorale) sono chiamati alle urne in 14 dei 32 Stati del Messico per le prime elezioni dopo il ritorno al potere, sette mesi fa, del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) del presidente Enrique Pena Nieto. Sono in gioco: un posto di governatore -nello Stato della Bassa California (nord-ovest)-, il piu' seguito di tutto lo scrutinio, 441 seggi di deputato alle assemblee dei Parlamenti locali e 941 Sindaci. La campagna elettorale e' stata caratterizzata da una serie di atti violenti che hanno riguardato i partiti politici, con almeno sette candidati, o persone ad essi vicine, che sono stati assassinati, e decine di denunce per minacce, secondo i media. Jaime Orozco, candidato del PRI a Sindaco di Guadalupe y Calvo, nello Stato del Chihuahua (nord), e' stato rapito da casa sua da una decina di uomini armati e l'11 giugno il suo cadavere e' stato ritrovato, pieno di proiettili. Nello stesso Stato, bastione tradizionale del crimine organizzato, il Partito di Azione Nazionale (PAN, conservatore) ha ritirato i suoi candidati in due Comuni alla frontiera con il Texas (Usa) dopo l'assassinio del proprio coordinatore della campagna. In queste zone “non si fa pressione sui cittadini, ma sui candidati piu' compiacenti”, dice Roy Campos, dell'istituto di inchiesta Mitofsky. “In alcuni Comuni i candidati buoni non si presentano e le persone restano letteralmente controllate dai narcotrafficanti”, secondo Alejandro Hope, ex-quadro del Cisen, l'agenzia messicana di intelligence. Queste elezioni non sono importanti come quelle nazionali, ma solo “le piu' importanti per il crimine organizzato”, dice Raul Benitez, esperto in pubblica sicurezza dell'Universita' nazionale Autonoma del Messico (UNAM). I criminali tentano di comprare o di intimidire i politici locali perche' siano a loro piu' “leali”, per le loro competenze sono la chiave “per poter fare business, per facilitargli il passaggio” e anche per consentirgli il racket sulle popolazioni locali, dice Benitez. Una situazione che non impedisce agli osservatori politici, per questo primo test politico dopo il ritorno al potere del PRI, di avere gli occhi puntati sull'elezione del governatore della Bassa California.E' in questo Stato che il PRI, che ha governato il Messico senza interruzione dal 1929 al 2000, aveva perso 24 anni fa le sue prime elezioni per il governatore a vantaggio del PAN. Il partito conservatore aveva cominciato in questo Stato la sua crescita politica che l'ha poi portato al potere per due mandati consecutivi, quello del 2000 e quello del 2012. Come ha sottolineato l'attuale presidente del PRI, Cesar Camacho, davanti ai media internazionali, “in altri Stati noi abbiamo perso e non abbiamo recuperato, ma non in questo”. Un vittoria del PRI potrebbe aggravare la crisi che vive attualmente il PAN dopo la sconfitta alle elezioni presidenziali di luglio del 2012. Una crisi dovuta allo scontro aperto tra i sostenitori dell'ex-presidente Felipe Calderon e l'attuale presidente del PAN Gustavo Madero, uno dei promotori del “patto per il Messico”, siglato con il PRI e il Partito della rivoluzione democratica (PRD, sinistra), destinato a favorire il voto di riforme in Parlamento. Madero vi e' favorevole, mentre i sostenitori di Calderon sono reticenti. Per Hosé Antonio Crespo, politologo del Centro di informazione ed educazione economica (CIDE), il risultato in Bassa California puo' avere un “impatto nazionale”. “In base ai risultati che avra' il PAN, Madero sara' piu' forte o meno, e da questo potrebbe dipendere la realizzazione o meno del 'Patto per il Messico'”.

(articolo di Carola Sole, per l'agenzia France Press – AFP del 05/07/2013)
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