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Narcoguerra messicana. Il muro degli Usa non ferma il narcotraffico
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Articolo di Redazione
13 novembre 2017 16:33
 
 Sostenere che un muro alla frontiera tra Messico ed Usa sia la chiave per contenere il flusso di droghe tra i due Paesi, “e’ assurdo”, visto che una barriera fisica non puo’ eliminare un problema che e’ stato presente in questo Paese per vari decenni. Cosi si esprime il Centro de Estudios Internacionales Gilberto Bosques (CEIGB) del Senado de la República.
Il presidente Donald Trump sostiene che si potra’ impedire il passaggio dell’1% delle droghe, con la costruzione di un muro che costera’ agli Stati Uniti almeno 10 milioni di dollari.
“E’ necessario sottolineare che questa e’ l’unica soluzione che l’attuale governo statunitense ha individuato per ridurre il flusso di queste sostanze”, dice il CEICB in uno studio sull’emergenza della salute pubblica che e’ stata riconosciuta in questo Paese, lo scorso 26 ottobre, per il consumo di droghe derivate dal papavero.
L’analisi del Gilberto Bosques rileva che questa crisi “e’ stata presente in Usa per diversi decenni”, per cui un’iniziativa da parte della Casa Bianca non sara’ sufficiente per trovare una soluzione e l’appoggio del Congresso sara’ fondamentale per trovare i necessari finanziamenti per combatterla.
Il documento analizza la situazione prima di questa emergenza nazionale, il suo attuale stato e le iniziative che gli Stati di questo Paese hanno visto fallire per questa epidemia durante gli ultimi cinque anni, proprio grazie a quella maggioranza che e’ la base elettorale rilevante di Trump.
Secondo fonti citate dallo studio, nel 2016 circa 64.000 persone sono morte in Usa per overdose relazionate con gli oppiacei e praticamente tutti gli Stati dell’Unione americana hanno registrato incrementi nel consumo di queste droghe.
Il 29 marzo 2017, il presidente Trump ha emanato un Ordine Esecutivo per l’istituzione di una Commissione per la lotta contro la dipendenza alle droghe e la crisi degli oppiacei. Le prime informazioni della Commissione sono servite alla Casa Bianca per dichiarare una emergenza nazionale lo scorso 26 di ottobre.
Durante la sua campagna elettorale, Trump aveva posto una particolare enfasi per rafforzare la sicurezza alla frontiera col Messico, partendo dalla constatazione che “il 94% dell’eroina consumata dagli statunitensi entra dalla frontiera col Messico, anche se molte di queste droghe sono sintetiche”.
Secondo un rapporto della DEA, la maggior parte del fentanil illegale che entra in Usa, si produce in Cina e, pur se il Messico non e’ il maggiore produttore di questa sostanza, importanti quantita’ passano attraverso la frontiera tra Messico e Stati Uniti.
Lo studio “"Estados Unidos declara situación de crisis por el consumo de opioides: Antecedentes y perspectivas", si puo’ consultare online: http://centrogilbertobosques.senado.gob.mx/

(da un articolo del quotidiano El Universal del 13/11/2017)
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