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Narcotraffico Honduras. Corte suprema firma estradizione in Usa ex-presidente
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Articolo di Redazione
13 aprile 2022 11:40
 
La Corte suprema dell'Honduras ha formalizzato l'estradizione negli Stati Uniti dell'ex presidente, Juan Manuel Orlando, accusato di reati collegati a traffico di stupefacenti e uso di armi da fuoco. Il dispositivo, si legge in un messaggio del Potere giudiziario, ha raccolto le firme di tutti e 15 i magistrati della Corte, compresi gli ultimi due che erano impegnati in attivita' all'estero. Il provvedimento segue intervento con cui la Camera costituzionale della stessa Corte, il 7 aprile, aveva respinto l'ultimo ricorso dei legali di Hernandez. Il fascicolo passa ora al tribunale per l'estradizione di primo grado, cui spettera' il compito di "ordinare la consegna" dell'ex presidente negli Usa, operazione che il governo onduregno coordinera' con Washington. Secondo quanto riferisce il quotidiano "La Prensa", Hernandez potrebbe viaggiare alla volta di New York la settimana prossima.
La richiesta di estradizione identifica Hernandez come collegato a reati di "cospirazione per importare sostanze proibite" e "possesso di armi da fuoco, comprese mitragliatrici, in appoggio all'importazione di narcotici". Secondo la giustizia Usa, l'ex presidente avrebbe tra il 2004 e il 2022 avuto un ruolo nelle manovre che hanno portato "molteplici carichi" di cocaina in Honduras, dalla Colombia e dal Venezuela e non solo. La stima e' quella di circa 500 mila chilogrammi di sostanze stupefacenti con destino finale proprio gli Stati Uniti. I procuratori del distretto sud di New York accusano Hernandez di aver ricevuto milioni di dollari dai narcotrafficanti in cambio della protezione dei loro affari rispetto alle indagini e alle possibili sentenze della magistratura.

Il fascicolo sull'ex presidente e' parte di una piu' ampia manovra portata avanti dagli inquirenti statunitensi nei confronti di alti funzionari dell'Honduras. La settimana scorsa, il dipartimento di Stato Usa aveva recapitato a Tegucigalpa la richiesta di estradizione per Juan Carlos Bonilla, ex direttore della Polizia accusato di aver coordinato operazioni di traffico di stupefacenti proprio per conto dell'ex presidente Hernandez. Capo della polizia tra il 2012 e il 2013, Bonilla avrebbe usato il suo incarico per "facilitare il traffico di cocaina e l'uso della violenza, arrivando all'omicidio, per proteggere" criminali "collegati a un gruppo politico che comprende anche Juan Antonio Hernandez, ex deputato e fratello dell'ex presidente".
Lo scorso 8 febbraio il dipartimento di Stato Usa ha incluso Hernandez nell'elenco "degli attori corrotti e non democratici degli Stati Uniti", ai sensi della sezione 353 della legge sul coinvolgimento rafforzato degli Stati Uniti e del triangolo settentrionale, che rende le persone elencate non ammissibili al visto d'ingresso negli Stati Uniti. "Secondo numerosi e credibili resoconti dei media, Juan Orlando Hernandez ha commesso o facilitato atti di corruzione e narcotraffico e utilizzato i proventi di attivita' illecite per facilitare campagne politiche. Inoltre, Hernandez e' stato identificato per nome in una testimonianza giurata in un procedimento penale federale degli Stati Uniti per aver ricevuto proventi del narcotraffico come parte del finanziamento della sua campagna. Il dipartimento ha incluso Hernandez nell'elenco degli attori corrotti e non democratici il 1 luglio 2021 e ora sta rendendo pubblico questo stato", si legge nella relativa nota ufficiale.

Hernandez aveva espresso "sorpresa" per la richiesta della giustizia Usa. La decisione di negargli il visto di ingresso, ricorda Hernandez in una lettera aperta e rilanciata sulle reti sociali, viene da un Paese che "e' sempre stato amico e alleato nella lotta che il mio governo ha portato avanti in modo coraggioso contro la criminalita' organizzata". Quel che sorprende, "come si legge nel secondo paragrafo della dichiarazione del segretario di Stato, Antony Blinken, e' che la decisione si basa su 'resoconti giornalistici' e su dichiarazioni di narcotrafficanti e assassini confessi, estradati dal mio governo", ha sottolineato l'ex capo dello Stato parlando di "narcotrafficanti" che "prima controllavano a pieno il Paese".
Dall'arrivo alla presidenza del paese, nel 2014, "il mio governo ha preso decisioni ed eseguito azioni che hanno portato a ridurre considerevolmente il quantitativo di droghe in arrivo verso gli Usa": dall'87 per cento delle sostanze che nel 2013 sbarcavano oltre confine "a solo il 4 per cento nel 2020", ha sottolineato Hernandez citando fonti statistiche statunitensi. L'ex presidente ha quindi riportato i principali dati del contrasto alla criminalita' durante il suo governo, frutto di un'azione congiunta delle istituzioni nazionali e statunitensi: 28 boss del narcotraffico estradati e 31 consegnati spontaneamente alla giustizia Usa, oltre 41 mila chili di cocaina sequestrati tra il 2014 e il 2021, poco meno di duemila beni confiscati alla criminalita', 327 strade clandestine distrutte, 227 mila piante di coca rimosse, oltre 3 milioni di piante di marijuana bruciare, oltre settemila arresti per narcotraffico e riduzione del 90 per cento del numero di sequestri".

Dovesse sottoporsi alla giustizia statunitense, "Joh" dovra' rispondere di tre imputazioni: "cospirazione per aver importato una sostanza negli Usa" sapendo "trattarsi di un passaggio illegale"; "usare o portate armi da fuoco, aiutare o istigare l'uso e il possesso" di "mitragliatrici e dispositivi distruttivi"; "cospirazione per usare i portare armi da fuoco" a "sostegno della cospirazione per usare o portare armi da fuoco". Nel corso degli otto anni di governo Hernandez, almeno 32 onduregni accusati di traffico di stupefacenti sono stati estradati negli Usa, molti dei quali condannati. Tra questi anche Juan Antonio "Tony" Hernandez, fratello dell'ex capo dello Stato, cui e' stato comminato l'ergastolo.
(Nova)

 
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