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Il nucleare dopo Fukushima: qualcuno ci ripensa, altri no
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Articolo di Rosa a Marca
22 marzo 2011 18:15
 
Germania
In un'intervista del 20 marzo alla Sonntagszeitung, il ministro dell'Ambiente Norbert Roettgen (CDU) ha detto che il significato di sicurezza delle centrali nucleari è cambiato dopo il disastro in Giappone. La sicurezza non è un concetto matematico e nemmeno statistico; sicurezza e rischio sono criteri sociali, dunque mutevoli, e la politica ne deve tenere conto. Nel caso specifico c'è stata una cesura -un prima e dopo Fukushima- poiché in Giappone è accaduto l'impensabile.
In Germania è scattata subito una moratoria di tre mesi che serviranno per verificare lo stato di sicurezza di sette centrali; due dovrebbero essere chiuse definitivamente. Ma già prima di quest'evento il Governo era intenzionato a uscire dal nucleare. Ora si tratta di studiare bene il modo e i tempi, cercando di coinvolgere la popolazione.

Svizzera
Il settore elettrico rivede i suoi calcoli. Dopo il disastro giapponese la Svizzera affronta il problema del se e a quali condizioni debbano essere costruite nuove centrali atomiche. Di una svolta parla Alexander Wokaun dell'Istituto Paul Scherrer per la ricerca energetica. Anche secondo lui, quest'evento ha segnato una svolta: l'energia nucleare va valutata ex novo, bisogna rendersi conto che gli interventi aggiuntivi per la sicurezza degli impianti comportano costi notevoli. Dunque, l'elettricità derivata dal nucleare sarà più cara, e lo scenario generale è cambiato. Se due anni fa, la ricerca Case Studies of the Swiss Energy System stimava che, considerati gli obiettivi climatici da perseguire, con il nucleare i costi complessivi del sistema energetico sarebbero aumentati del 2% entro il 2050, ma del 5% senza il nucleare, ora, dovendo investire tanto in sicurezza, le alternative diventano più interessanti. La consigliera federale Doris Leuthard, responsabile dell'Ambiente, ammette una certa sottovalutazione dei rischi, però sostiene che si deve approfondire meglio prima di parlare di un futuro senza il nucleare. Anche perché, quintuplicare il 6% d'energia da fonti rinnovabili oggi disponibile, implica "sforzi ingenti". Intanto ha bloccato le procedure per autorizzare nuove centrali, e un sondaggio rileva che il 73,9% dei cittadini è contrario ai nuovi impianti mentre l'anno scorso il 54% era a favore.

Gran Bretagna
Il Governo di David Cameron ha un atteggiamento molto "british". Niente panico. Nessun ripensamento. Avanti con il più ambizioso programma nucleare del mondo. Gli oppositori sono pochi e isolati. E' come se i britannici si facessero ancora guidare dal motto di Churchill "Keep calm and carry on", più o meno: "Mantenere la calma e andare avanti". Per i politici e i media, Fukushima è un disastro accaduto all'estero, non un tema di politica interna. D'altra parte, in Gran Bretagna l'energia nucleare ha un buon seguito tra la gente. Sia i labour sia i tory sono sulla stessa lunghezza d'onda nel sostenere il programma di dieci nuovi reattori, e la terza formazione politica, i liberali, che quand'erano all'opposizione non ne volevano sapere, oggi che fanno parte del Governo si adeguano disciplinatamente alla linea della coalizione, limitandosi a chiedere più garanzie.

Svezia

Anche qui... "calma e gesso". Trent'anni fa la Svezia decise l'abbandono del nucleare, ma nell'estate 2010 il Parlamento ha dato il via libera a tre nuove centrali, ancorché finanziate dalle aziende interessate e senza sussidi pubblici. Le esplosioni, la radioattività, i rischi della centrale di Fukushima non hanno fatto cambiare idea al premier Fredrik Reinfeldt. "Ogni energia ha delle conseguenze sull'ambiente", sostiene. Dunque, i dieci reattori svedesi nelle tre centrali di Forsmark, Oskarshamn e Ringhals resteranno in vita. Né sono necessari nuovi interventi, secondo Reinfeldt. Malgrado alcuni guasti rilevati negli anni e gli alti valori di radioattività del 27 aprile 1986. E malgrado il referendum del 1980 che sancì, per la prima volta in Europa, la volontà popolare di uscire dal nucleare, poi tradotto dal Parlamento nel divieto di costruire nuovi impianti. Ma se il Governo è pro nucleare, nella popolazione c'è inquietudine, tanto più che sono già pronti i piani per un giacimento di scorie nei pressi di Forsmark, ciò che farebbe della Svezia il primo Stato europeo ad avere un progetto dettagliato per il trattamento della spazzatura atomica.
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