testata ADUC
Le nuove rotte della cocaina verso la Francia
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Redazione
20 dicembre 2010 19:52
 
La Francia ha un grosso problema. Un pasticcio che e' scritto in sei pagine sottoscritte dal segretario generale della Commissione europea, impone alla Francia di “mettere fino al non-rispetto dell'articolo 22 del regolamento n.562/2006”, che dispone: “gli Stati membri sopprimono tutti gli ostacoli... essenzialmente le limitazioni di velocita' che non siano determinate da considerazioni sulla sicurezza stradale”. Fino ad oggi, malgrado gli accordi di Schengen sull'apertura delle frontiere, la Francia ha sempre mantenuto delle postazioni “osservatorio” che da piu' parti sono considerate come pedaggi. La limitazione di velocita' imposta ai veicoli permette a doganieri, gendarmi e poliziotti degli aeroporti e delle frontiere, di effettuare controlli mirati su alcune assi stradali considerate nevralgici per l'ingresso in Francia (Barcelone-Montpellier, Bruxelles-Paris, Gand-Lille e Luxembourg-Metz), dove vengono regolarmente individuati dei carichi di droghe.
In modo particolare il collo di Perthus, punto d'ingresso in Francia della cocaina. Il prossimo giovedi' si terra' una riunione di crisi a Perpignan, coordinata dal presidente della Mission interministérielle de lutte contre la drogue et la toxicomanie (MILDT), il magistrato Etienne Apaire. L'intento e' proporre soluzioni: il prefetto dei Pirenei-Orientali, la gendarmeria, la polizia giudiziaria e le dogane. “La tolleranza della Spagna verso l'uso degli stupefacenti e' stata un grande invito a tutti i trafficanti internazionali. La Spagna e' uno dei primi Paesi consumatori di cocaina in Europa e questa situazione ci impone -tutto nel rispetto delle direttive europee- di aumentare i nostri controlli sui traffici in provenienza dal nostro vicino”. Un vicino imbarazzante “le organizzazioni criminali sudamericane sono gia' sul territorio, dice un poliziotto francese. La cocaina e' ovunque, cosi' come il denaro. La Spagna e' come Tahiti per i teppisti... ed e' alle porte della Francia”.
Cinque milioni di consumatori regolari in Europa
Il problema si evidenzia nel momento in cui l'Osservatorio europeo sulle droghe e la tossicomania (Oedt), nel suo ultimo rapporto, presenta la cocaina come “la seconda droga illegale piu' consumata in Europa dell'ovest”. Quattordici milioni di adulti europei l'hanno consumata almeno una volta. Il suo prezzo -da 50 a 70 euro al grammo- e' costantemente in calo in Europa dal 2003 in virtu' di una saturazione del mercato, cosi' come lo dimostrano i sequestri fatti in Francia: 5 tonnellate nel 2005, circa 10 nel 2006, 6,5 nel 2007 e 8,2 tonnellate nel 2008.
Nel 2009 la produzione di cocaina in America del Sud e' stata stimata dall'Onu -basandosi sulle osservazioni satellitari- in un migliaio di tonnellate, 750 delle quali in Colombia, 150 in Peru' e 100 in Bolivia. La meta' va verso il mercato Usa e il 30% verso l'Europa. Il livello di intercettazione rispetto a queste produzioni e' tra il 37 e il 50% secondo l'Onu, cioe' 709 tonnellate di sequestri. Circa un chilogrammo su due riesce ad arrivare fino al consumatore.
Da parte americana i controlli sono sempre maggiori alla frontiera messicana, costringendo i trafficanti ad essere sempre piu' innovativi. Ai bordi dei fiumi, sotto la vegetazione della foresta colombiana, i cartelli costruiscono dei sottomarini a motore diesel, in legno e polistirolo, in grado di trasportare fino a 8 tonnellate di cocaina attraverso il golfo del Messico verso le coste degli Usa. Le guardie costiere americane sono gia' riuscite a catturarne qualcuno, ma molti equipaggi hanno preferito affondare i loro battelli in acque profonde che non farli sequestrare.
Nel Sahel, i terroristi ricattano i convogli
Da parte europea, il rafforzamento dei controlli dei grandi aeroporti delle capitali ha fatto optare i cartelli a preferire il transito dall'Africa dell'Ovest. La cocaina lascia le coste colombiane e venezuelane in dei go-fast, fuoribordo equipaggiati con motori da 1.000 cavalli. L'equipaggio deve trasportare il piu' rapidamente possibile verso le acque internazionali 2 o 3 tonnellate di coca condizionata. Il trasferimento si fa in alto mare, senza curiosi, su dei cargo o delle barche a vela che proseguono verso l'Africa. La marina francese pattuglia in continuazione nel mare dei Caraibi con delle fregate porta-elicotteri. Elicottero contro go-fasr e mitragliate... Il 13 febbraio del 2009, l'equipaggio di Ventose, appoggiato da commandos della marina, scarico' sulle coste di Fort-de-France 600 Kg di cocaina ripartita in 23 barili dopo un arrembaggio ad un go-fast. A bordo c'erano sei colombiani e un venezuelano, consegnati alla polizia locale che si occupa di lotta alla droga (Octris), polizia che sta per aprire un nuovo ufficio a Pointe-à-Pitre.
Anche l'Africa vuole la sua parte di torta. Se Gambia, Guinea, Guinea-Bissau o il Ghana fanno la loro parte nel traffico tradizionale, la maggior parte degli Stati dell'Africa dell'ovest ne sono coinvolti, non solo per la corruzione legata al traffico, ma anche per il consumo. “I Paesi di transito hanno a lungo creduto che non ne sarebbero stati coinvolti, ma ora gli abitanti dell'Africa dell'ovest sono diventati sempre di piu' dei consumatori”, dice Apaire.
Nel febbraio scorso, in Senegal, il ministro dell'Interno Brice Hortefeux ha partecipato' ad una conferenza tra sette Stati dell'Africa dell'ovest preoccupati di veder prosperare il traffico di cocaina sui loro territori ed ha annunciato un aiuto dell'Europa con 15 milioni di euro, 800 dei quali versati dalla Francia. In quell'occasione, una nota di sintesi distribuita ai partecipanti, denunciava il deficit di cooperazione giudiziaria tra gli Stati, la letargia dei comitati interministeriali di lotta alla droga e l'inerzia dei magistrati locali.
Ma la cocaina e' anche sospettata di finanziare il terrorismo islamico attraverso il Sahel raggiungendo la Spagna transitando dallo stretto di Gibilterra. Il 10 dicembre, le forze di sicurezza del Mali hanno arrestato sei trafficanti internazionali di droghe che facevano parte del Fronte Polisario. Il capo del gruppo, con il nome di guerra sultano Ould Bady, era alla testa di una delle piu' grandi reti di instradamento della cocaina attraverso il Sahel. Badu era anche coinvolto nel sequestro di diversi cittadini europei per conto del gruppo di Al-Qaeda nel Maghreb islamico.

(Articolo di Dominique Rizet, pubblicato sul quotidiano Le Figaro del 17/12/2010)

Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS