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Omoepatia: verso una legge
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Articolo di Maria Luisa Agneni *
20 aprile 2009 0:00
 
Sono trascorsi piu' di 20 anni dal progetto di legge per il riconoscimento del rimedio omeopatico al quale ho dato il mio apporto come consulente e presentato dall'allora gruppo federalista europeo con l'obiettivo sia di tutelare i diritti dei cittadini che sempre piu' anche in Italia e in quel periodo si stavano avvicinando a metodi terapeutici altri, sia di salvaguardare la medicina omeopatica dalle mistificazioni commerciali e dalle intimidazioni allopatiche.
Il mio intervento al convegno di presentazione alla proposta di riconoscimento verteva su uno studio riguardante piu' di 150 bambini allergici, oggi dopo averne curati molte centinaia omeopaticamente nel privato e allopaticamente presso i poliambulatori asl, con fierezza posso dire che non cambierei nulla delle considerazioni e delle riflessioni che in quel lavoro avevo sottolineato.
Il trattamento omeopatico e' vincente perche' globale in relazione alla unicita' dell'individuo, nel rispetto del metodo.
Sono sempre la stessa omeopata unicista, tenace e coerente, priva di contaminazioni pluraliste o complessiste per convinzione e per mancanza di necessita', dato che mi e' più che sufficiente lo strumento dell'omeopatia Hahnemanniana per aiutare i miei pazienti.
Sono preoccupata per una mancanza di regolamentazione in un ambito che attualmente favorisce il pullulare di improvvisatori che con il loro operato, quando non sono dannosi ai malati, screditano sicuramente l'intera categoria.
Nel frattempo la legge di Hering (1800-1880) che gli omeopati hanno sempre bene in mente nella pratica clinica quotidiana e che verificano continuamente e che io citai nelle problematiche dei pazienti allergici, da qualche anno e' stata fatta propria dagli allergologi allopatici (con qualche secolo di ritardo!). La chiamano "marcia allergica", non sanno perche' i sintomi vanno da un organo piu' superficiale (la pelle) ad uno piu' profondo (la mucosa nasale) ad un altro ancora piu' vitale (la mucosa bronchiale), ma l'hanno inequivocabilmente descritta come certa.
Gli omeopati sanno che nel processo verso la guarigione i sintomi vanno dall'alto verso il basso, da organi piu' profondi a quelli piu' superficiali (dall'interno all'esterno) e scompaiono nell'ordine inverso con cui sono comparsi.
Percio' la "marcia allergica" dei pazientini allopatici che iniziano la loro storia con una dermatite e poi passano per un periodo di rinocongiuntivite, per poi approdare all'asma, e' una marcia dall'esterno all'interno, ovvero un andamento verso l'aggravamento a causa di trattamenti che tolgono i sintomi ma non curano, esattamente l'inverso del processo di guarigione omeopatica!!
E ancora, negli ultimi anni la medicina ufficiale sta tentando di appropriarsi di alcune caratteristiche dell'omeopatia: l'approccio olistico, l'attenzione alla sensibilita' del malato, l'empatia etc…ma in maniera posticcia senza supporto metodologico, sconfinando nell'improvvisazione.
Cosa dire poi delle recenti teorie fisico-chimiche (la medicina quantistica, la teoria della complessita' con le sue implicazioni, i frattali etc…), formulate da scienziati di tutto il mondo fra cui premi Nobel, in base alle quali si comincia a spiegare l'interazione del rimedio (diluizione dinamizzata infinitesimale) con l'uomo (sistema complesso)? Interazione, come abbiamo segnalato da decenni, che non si puo' davvero descrivere con i modelli riduzionistici-meccanicistici dell'Ottocento ma con quelli vitalisti-complessi-olistici tipici di una nuova generazione di pensatori.
Confermo il mio impegno per un'omeopatia unicista che ha diritto ad essere salvaguardata nella sua tradizione, quella del suo fondatore, per essere trasmessa alle generazioni future con la stessa forza e purezza con la quale e' stata insegnata a me, e a garanzia dei cittadini che hanno tutto il diritto di essere curati con la sicurezza di un metodo autentico e non con l'incertezza di tentativi superficiali e alla moda.

* medico, omeopata
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