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Onu. Aids: i programmi di riduzione del danno e il rischio Cina
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Articolo di Donatella Poretti
9 luglio 2002 19:19
 
Il modello brasiliano di "scambio di siringhe" e' stato citato dalle Nazioni Unite come una delle politiche da seguire da parte dei Paesi dove le droghe iniettabili stano facendo aumentare il numero dei casi di infezioni da Aids. L'elogio e' arrivato da Moruf Adelekan, rappresentante dell'Undcp, il primo giorno della 14° Conferenza internazionale di Aids che si svolge a Barcellona, Spagna.
Il progetto brasiliano, quasi clandestino sette anni fa quando tecnici e volontari lavoravano con il rischio di essere persino arrestati, oggi puo' contare su 140 punti sparsi in tutto il Paese. "Il modello brasiliano e' stato elogiato perche' include la partecipazione delle Ong, del Governo e perche' i suoi risultati sono stimolanti", ha sottolineato Fabio Mesquita, coordinatore dei programmi municipali sull'Aids a San Paolo. In Brasile i programmi di riduzione del danno riescono comunque a coinvolgere solo il 10% dei tossicodipendenti, mentre il programma che nel mondo ha piu' successo e' in Bangladesh, dove viene coinvolto il 60% dei consumatori di droghe. In Spagna tra il 1994 e il 2000, grazie ai programmi di riduzione del danno il tasso di Aids si e' ridotto del 73% tra i consumatori di droghe iniettabili, secondo i dati forniti nei giorni scorsi da Gonzalo Robles, delegato del Governo per il Plan Nacional sobre Drogas, grazie ai 1.500 programmi di scambio di siringhe e alla somministrazione di metadone. La Spagna, dopo il Portogallo, e' comunque il Paese europeo con la maggior incidenza di Aids tra i tossicodipendenti.
In Cina e nei Paesi dell'ex Unione Sovietica l'epidemia sembra essere fuori controllo. L'Onu stima che nel giro di tre anni saranno 10 milioni i cinesi infettati, di questi l'80% per uso di droghe iniettabili. Wan Yahhai, dell'Ong "Progetto di azione contro l'Aids", ha denunciato che: "la situazione e' molto seria. Al momento sia le autorita' centrali che quelle provinciali si limitano a lasciare morire le vittime, sperando che questo avvenga nell'ignoranza e nel silenzio". Le autorita' cinesi offrono cifre molto minori rispetto a quelle dell'Onu: 850 mila persone infettate contro un milione e mezzo stimato dalle Nazioni Unite.
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