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 MONDO - MONDO - Onu. Il fossato genetico. Nel dibattito sulla clonazione entra in scena l'Africa
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Articolo di Rosa a Marca
30 ottobre 2003 19:43
 
Quando sembrava che a procedere fossero solo le lancette dell'orologio, l'ambasciatore delle Filippine, Lauro Liboon Baja, ha riunito cinque massimalisti e cinque minimalisti in un incontro riservato.
In precedenza, il 22 e il 23 ottobre, nel Gruppo di lavoro dell'Assemblea Generale dell'Onu, quaranta delegazioni avevano illustrato il loro punto di vista sulla clonazione. Alcuni per sostenere la soluzione piu' radicale del Costa Rica e degli Stati Uniti, vale a dire il bando su qualsiasi forma di clonazione dell'embrione umano. Altri, per appoggiare la proposta di Belgio e Singapore di vietare la clonazione riproduttiva, ma di lasciare ai singoli Paesi la facolta' di decidere sulla clonazione finalizzata alla ricerca. Lauro Liboon Baja, presidente del Gruppo di lavoro, si era adoprato molto per raggiungere qui un compromesso, la' una maggioranza, ma con scarso successo. Eppure il 3 novembre si dovrebbe giungere a una votazione. Il Costa Rica continua a premere perche' si voti il divieto totale cosi' che il Belgio, e' tornato sulla propria linea iniziale di autorizzare la clonazione terapeutica, mentre aveva ad un certo punto puntato sul "Non Voto" e sul rinvio all'anno prossimo.
Quello che le trattative in corso a New York stanno portando alla luce e' il flusso sotterraneo di cui e' impastata la politica mondiale, una miscela di Weltanschauung, interessi personali, umanita'. E chi volesse conoscere cio' che tiene insieme il nostro mondo nel ventunesimo secolo e cosa invece lo divide tanto profondamente da prefigurare solo mondi uniti su singoli aspetti, non ha migliore occasione che guardare a quello che avviene in tema di bioetica.
Come previsto, la Gran Bretagna e' stata ancora la punta di lancia di chi vuole il progresso. Elisabeth Woodeson ha elencato le malattie che potrebbero essere curate grazie alla clonazione terapeutica -morbo di Alzheimer, Parkinson, il diabete, l'infarto. Ha spiegato che sarebbe imperdonabile bloccare questa via e precludere a milioni di persone la possibilita' di guarire e di vivere grazie alle nuove terapie. La delegata britannica non ha esitato a mettere il dito nella piaga dei massimalisti, quando ha tuonato: "E' moralmente e intellettualmente contraddittorio rifiutare la clonazione a scopo di ricerca e nel contempo autorizzare l'aborto e la fecondazione artificiale". Naturalmente la signora Woodeson aveva messo nel conto che gli statunitensi avrebbero sorvolato sulle proprie contraddizioni -in fondo il loro obiettivo e' di giungere a una convenzione contro la clonazione, non a un consenso convinto. Cosi' come erano scontate le obiezioni della Polonia, assolutamente contraria all'idea che si possa generare vita umana al solo scopo di distruggerla. Quello che non si aspettava la signora Woodeson era l'entrata in scena dell'Africa. I rappresentanti africani hanno parlato praticamente con una sola voce, convinti che lo scenario britannico nasconda quale sia il prezzo da pagare a quel nobile obiettivo.
Come sempre, ha esordito Allieu Kanu della Sierra Leone: saranno i piu' poveri tra i poveri, le donne del Terzo Mondo a pagarne le conseguenze, giacche' spetterebbe a loro produrre gli ovociti necessari alla clonazione terapeutica. Felix Awanbor, nigeriano, ha definito le donne africane le "cavie" della ricerca. Andy Mwandembwa (Tanzania) ha proposto di utilizzare i finanziamenti da impiegare nella ricerca genetica per programmi anti-Aids. Il rappresentante del Marocco, Karim Medrek, vede all'orizzonte la "rovina dell'umanita'" se malauguratamente la clonazione venisse vietata solo in parte. Per lo sceicco del Senegal Tidiane Thiam la prospettiva di milioni d'embrioni clonati e' un disastro morale. Il deputato del Lesotho, Lineo Khiba-Matekane, ha citato addirittura il mahatma Gandhi e Aubrey Eben: "La scienza non e' una vacca sacra, ma un cavallo. Non la si deve adorare; e' sufficiente darle da mangiare".
Nel frattempo al Parlamento europeo c'era stata un'iniziativa trasversale tra i partiti, finalizzata a vincolare i Governi europei alla linea massimalista del Costa Rica. Ma la Germania insiste nel suo ruolo di mediatore che tante critiche ha suscitato al Bundestag. Christian Much ha spiegato a New York che ottenere un consenso al rinvio del voto e' meno grave di una votazione lacerante adesso. Much avrebbe sostenuto il "no vote". Una cosa e' certa: agendo in questo modo, la Germania non si fara' sicuramente dei nuovi amici in Africa.
L'ultima soluzione avanzata dai rappresentanti belgi all'Onu di mantenere il divieto della clonazione umana ma, attraverso regolamenti severi, autorizzare la clonazione a fini terapeutici, ha avuto l'appoggio di una quindicina di nazioni tra cui Cina, Gran Bretagna, Giappone, Svezia e paesi Scandinavi. Tra i piu' interessati, il Governo di Singapore che ha gia' investito molti fondi nella ricerca biogenetica.
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