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Papa Francesco a Rio de Janeiro, con le favelas terra di narcos
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Articolo di Redazione
15 luglio 2013 11:47
 
In prossimita' della visita di papa Francesco a Rio de Janeiro, nella favela di Rocinha si e' intensificata la violenza legata al traffico di droga. Rocinha e' il quartiere piu' popoloso della citta', con almeno 70.000 abitanti, ed era una delle favela che le autorita' consideravano come sotto controllo (pacificata). Il papa non la visitera', pero' il deterioramento della sicurezza in questo luogo e' un segnale che preoccupa molto le forze dell'ordine che dovranno garantire la sicurezza nei giorni della visita di Francesco.
Nella notte tra sabato e domenica scorsa, con una operazione battezzata “Pace armata”, decine di poliziotti sono entrati nella Rocinha con 58 mandati di cattura per presunti trafficanti di droghe che operano nella favela. Ne sono stati trovati 30 e sono stati individuati 100 posti di vendita della droga in tutto il quartiere.
La polizia, con l'aiuto delle telecamere che erano state installate nella Rocinha dopo la sua pacificazione e informandosi sui vari social network, sono riusciti a localizzare i trafficanti e le strade grazie anche ai sistemi informativi di Google.
Rocinha e' stata divisa in due gandi zone di vendita di droga dai gruppi di narcotrafficanti che cointinuano a lottare fra di se', proprio come accadeva quando la favela non era stata pacificata e i trafficanti erano i dominatori di quel territorio.
La vendita di droga e' organizzata e gestita dal carcere attraverso il famoso narcos Antonio Bonfim Lopes, noto come Nem, detenuto da due anni quando la favela fu occupata dalle forze dell'ordine dopo una gigantesca operazione che coinvolse anche la polizia militare e l'esercito.
Alla Rocinha, come nelle altre favelas occupate dalla Unidad de Policia Pacificadora (UPP), e' di stanza in modo permanente, da novembre del 2011, un battaglione di 700 poliziotti, ma questo non ha inciso sulla presenza dei narcos.
Secondo calcoli della polizia civile, alla Rocinha il traffico di droga rende ai trafficanti tre milioni di dollari al mese. Si tratta di una favela emblematica non solo per la sua popolazione ma anche perche' e' un luogo strategico, tra il quartiere piu' ricco della citta', Leblon, e la prestigiosa zona di Barra de Tijuca. Alle sue falde e' ubicato uno degli alberghi piu' prestigiosi della citta'. L'Intercontinental, che ospita congressi internazionali e dove nell'agosto del 2010, trafficanti con base nella favela (all'epoca non ufficialmente pacificata) fecero 35 ostaggi tra gli ospiti e i funzionari dell'albergo stesso.
Grazie alla sua ubicazione geografica, collocata in alto e con una vista favolosa della citta', Rocinha e' stata luogo di incontro, lo scorso fine anno, di decine di turisti stranieri per poter vedere i fuochi pirotecnici tradizionali lanciati dalla spiaggia di Capocabana.
Solo pochi giorni fa la stampa ha fatto sapere che alcune case della favela sono state acquistate da uno straniero per 300.000 dollari. E, paradossalmente, forse e' stata la presenza dei turisti a stimolare i narcos a tornare sui loro vecchi passi sfidando la polizia.
L'allarme e' scattato alcuni mesi fa quando un turista tedesco, Daniel Benjamin Franck, di 25 anni, fu ferito con un'arma da fuoco in questa favela, e per l'occasione la polizia ammise la presenza in loco di circa 100 narcotrafficanti.
Questa e' la triste realta' della favelas che sono state pacificate in vista dei Mondiali di calcio e soprattutto per le Olimpiadi del 2016 ma che continuano ad essere dominate dai narcos, come mostra il caso di Rocinha: un secchio di acqua fredda su un'operazione che fu spacciata al mondo come un esempio di efficienza della polizia. E la domanda che piu' da' fastidio e' su cio' che accadra' quando saranno spenti i riflettori dei grandi avvenimenti come la Coppa e le Olimpiadi.
Oggi, in vista della visita di papa Francesco a Rio, che per le autorita' e' una delle maggiori sfide della citta' visto il livello internazionale della persona, la polizia ammette che Rocinha e' dominata dai narcos. L'allarme e' reale.
Da Rocinha, nei giorni della grande protesta nelle strade di Rio durante il mese di giugno, centinaia di abitanti sono andati nel quartiere ricco di Leblon, dove abita il governatore Sergio Cabral. Gli abitanti del quartiere dove le case sono le piu' care del mondo, impauriti, attraverso i social network fecero sapere che “la favela sta invadendo il monte”. Pacificate o meno, giusto o ingiusto che sia, di fatto le favelas che abbracciano Rio come una corona di spine sono l'immagine di una incoscienza collettiva fatta di violenza, manifesta o potenziale che sia.
Che faranno le favelas quando ci sara' papa Francesco? Questa e' oggi la principale preoccupazione delle autorita' carioche, poiche', grazie alla religiosita' della gente che le abitano, ai lavoratori che sono in brutte condizioni, alle continue ingiustizie sociali di cui sono vittime, e' molto probabile che dall'alto delle favelas scenderanno per partecipare alla visita di papa Francesco per lanciargli fiori e chiedere pace e dignita'.
Tutti quelli che dalla Rocinha si sono uniti ai manifestanti chiedendo migliori servizi pubblici, hanno offerto un sorprendente esempio di cittadinanza, senza il minimo accenno ad una violenza di strada. Il problema non sono quelli che vivono e soffrono da decenni nelle favelas, ma quelli che li usano come carne da cannone e i loro luoghi cronicamente abbandonati dal potere pubblico.

(articolo di Juan Arias, pubblicato sul quotidiano El Pais del 15/07/2013)

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