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Pillole di agenzia: la religione travestita da bioetica nella seconda (o terza?) Repubblica
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Articolo di Redazione
19 aprile 2008 0:00
 
IL PAPA - Negli Stati Uniti, "la Chiesa e' chiamata a proclamare il dono della vita, a proteggere la vita e a promuovere una cultura della vita". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata nella cattedra di New York, ricordando "la testimonianza eroica per il Vangelo della vita offerta dai cardinali Cooke ed O'Connor", arcivescovi della citta' che strenuamente si sono battuti contro l'aborto e ogni attentato alla dignita' della persona umana. "La proclamazione della vita deve essere il cuore della nuova evangelizzazione. E' questo il messaggio di speranza che siamo chiamati ad annunziare e ad incarnare in un mondo in cui egocentrismo, avidita', violenza e cinismo cosi' spesso sembrano soffocare la fragile crescita della grazia nel cuore della gente".

I CARDINALI - 
'Con il buon senso e l'aiuto della fede, la ragione arriva a identificare una concezione antropologica vera e completa. E la bioetica, come ogni altro aspetto del progresso, della scienza, della ricerca, ha come riferimento e come scopo una antropologia completa al cui servizio deve porsi'. L'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha ribadito il suo pensiero sui limiti della ricerca e della bioetica in particolare a margine della cerimonia per festeggiare i 120 anni dell'Ospedale Galliera. Laici e cattolici hanno una visione differente sui limiti della ricerca: 'il limite di ogni espressione umana, quindi anche della ricerca, e' la persona stessa che diventa il criterio di tutto cio' che e' in sua funzione'. 'La fede aiuta la ragione alla identificazione della persona umana, del concetto di uomo, e dato che l'uomo e' al centro del progresso, della scienza e della tecnologia, queste hanno un motivo in piu' per svilupparsi per il bene autentico della persona in tutti i suoi aspetti, non soltanto in uno, prescindendo dagli altri. Perche'  fare un progresso solo su un aspetto della persona, che prescinde pero' dall'insieme, evidentemente puo' essere limitato. La fede illumina la ragione e la stimola verso il bene integrale. In questo e' pienamente alleata'.   

'Spesso si pensa che la religione possa essere un freno alla ricerca scientifica perche' rimanda a valori essenziali, fondamentali e irrinunciabili: io penso il contrario, la fede diventa un incentivo particolarmente forte per la ricerca, che passa attraverso l'interrogativo, il dubbio, e arriva al dato certo'. L'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha parlato dello stimolo che la religione da' alla ricerca nell'intervento ufficiale alla cerimonia per i 120 anni dell'ospedale Galliera di Genova, presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco. 'La ricerca e' sempre qualche cosa di aperto che si sa confrontare con i dati che vengono anche da altre scienze, come la filosofia, la teologia. Non esiste una ricerca scientifica astratta ma una attuata dalle persone, che hanno valori che non sono solo quelli dello scienziato ma anche quelli dell'uomo. Occorre percio' resistere alla tentazione di assolutizzare la ricerca scientifica che deve essere servizio alla persona e alle sue esigenze'. Su certi temi pero', come ad esempio il benessere della persona, laici e cattolici hanno vedute diverse: 'il benessere della persona e' globale, il rischio che corriamo spesso e di fermarci su alcuni aspetti dimenticandone altri che sono connessi alla unita' della persona. Il problema e' definire con esattezza questo benessere, e' l'annosa e permanente questione della qualita' della vita. Occorrerebbe ricordare che la' dove la vita e' rispettata e' possibile camminare verso una qualita' capace di realizzare i valori della persona, ma dove la qualita' della vita puo' comportare la soppressione della vita stessa non so di quale qualita' si possa in verita' parlare'.  

IL 'BIOETICISTA' -
E' 'bioeticamente comprensibile ed accettabile la necessita' di porre dei limiti alla scienza e alla ricerca, purche' si tratti di limiti ragionevoli e adeguati alle circostanze. Dunque, il 'no' del Papa ad una scienza che minaccia la vita e l'ambiente e' condivisibile'. E' l'opinione del vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) Lorenzo D'Avack, che afferma la necessita' di 'limiti ragionevoli' alla scienza moderna.
'Dal punto di vista bioetico e' ammissibile auspicare forme di controllo quando la scienza si trasforma in potenziale rischio nei confronti del genere umano. Dei limiti sono necessari, perche' e' evidente la possibilita' che le biotecnologie possano portare a dei mutamenti nell'ambito delle vicende naturali della vita, con gravi ripercussioni per le generazioni presenti e future'.
Tuttavia, ha aggiunto il bioeticista, 'i limiti devono essere ragionevoli e adeguati alla circostanza, perche' la scienza deve andare avanti'.
Il discorso del Papa, ha sottolineato D'Avack, e' 'ampio e generale'. Nella pratica, ha proseguito, 'si tratta di vedere che tipo di controllo va attuato: per alcuni e' infatti preferibile che tale controllo sulla scienza sia lasciato all'autonomia della persona o del ricercatore, mentre secondo altri e' auspicabile un controllo di tipo normativo'.
'Penso - ha concluso D'Avack - che il Pontefice si riferisse a questa seconda ipotesi, avendo chiamato direttamente in causa il ruolo che a questo proposito le Nazioni Unite potrebbero svolgere'.

IL 'LAICO' (NON OTTOCENTESCO): MANCA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA - "La Chiesa dice quel che ritiene, ha le sue posizioni". Lo ha detto Giuliano Amato, intervistato da Radio Radicale. L'intervista andra' in onda in replica alle 14 30 ed e' la prima intervista concessa da Amato dopo le elezioni. "Come mi e' stato detto da illustri Cardinali con i quali sono andato a parlare di questioni di rilevanza etica 'io le posso dire i miei principi, la mediazione tocca a lei, e le faccio i miei auguri''.  'Questo mi veniva detto non in quanto politico italiano appartenente alla schiera dei non credenti, ma in quanto politico italiano. E quindi valeva per me come vale per i politici di fede religiosa, musulmani o cattolici che siano. La fase che viviamo e' particolarmente delicata rispetto ad anni fa per il convergere di due fenomeni: il moltiplicarsi delle questioni di rilevanza etica rispetto a 30 o40 anni fa nella sfera pubblica, e dall'altra l'essere venute meno forze politiche capaci di quella mediazione in nome del bene comune".  "Mancano uomini come Fanfani, e cito non a caso l'uomo che volle il referendum sul divorzio!  Quando a Fanfani fu detto e scritto che era dovere dei cattolici attenersi nella legislazione ai credenda, rispose che allora non serviva avere un partito come la Dc ma bastava affidarsi ad un assistente spirituale. Oggi una risposta di questo tipo, questo tipo di leader politico, che era Moro, che era Fanfani, che era De Gasperi, non lo abbiamo. Vediamo il Cardinale, ma non vediamo quello che dovrebbe trovare dall'altra parte".  
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