
Non c'e' esagerazione. Gli attentati continui alla vita democratica sono divenuti una routine a Rio de Janeiro. La notoria e atavica incapacita' dei governi -statale e federale- di ristabilire la tranquillita' sociale e' andata oltre, passando a stimolare dei massacri. Barbarie perpetrate da contrariati agenti con l'uniforme della pubblica autorita'.
La sorpresa e' stata la principale arma di questi codardi massacratori. Ed e' facile, per loro, uccidere civili che non sono preoccupati dai loro affari, e eliminare bambini distratti dalle loro fantasie.
Nella recente
carneficina del 31 marzo nella Baixada Fluminense, in cui tra i 30 assassinati ci sono stati due bambini, le armi utilizzate erano ad uso esclusivo dei poliziotti. Dove sono avvenuti i crimini non c'erano i controlli della polizia. Le cartucce dei proiettili sparati, inoltre,sono state raccolte per evitare prove con delle perizie tecniche. O meglio, l'obbiettivo e' quello di sfidare la gerarchia di una polizia -che in Brasile continua ad essere militare- e dimostrare il potere di intimidazione, mediante l'esibizione di cadaveri innocenti.
Il quadro quotidiano e' patetico e le reazioni governative sono sempre le stesse, ma non ingannano piu' la societa' civile. "Non ci sara' impunita'", come se non fosse gia' successo nei massacri della Candelaria e di Vigario Geral. Sara' "colpita la banda marcia della polizia", promessa, d'altronde, del tempo in cui Anthony Garotinho era governatore e si esibiva come autore di un libro sulla sicurezza pubblica. Nelle sentenze le "epurazioni obbediranno al rigore e diventeranno prigioni disciplinari"; queste ultime sempre realizzate con regalie nelle stazioni di polizia. Questa volta, "sara' tagliata la propria carne, come passasse un coltello", etc, etc, etc.
Come si comprende, educare alla legalita' democratica, in maniera da creare un'altra e necessaria cultura. neppure a pensarci. Tanto meno pensare di impiantare politiche anti-crimine moderne e stabilire la sinergia tra le forze dell'ordine. In proposito qualcosa era stato previsto nel cosiddetto "Sistema Unico di Sicurezza Pubblica", che e' andato in fumo, demoralizzando il segretario nazionale Luiz Eduardo Soares.
In relazione alla sicurezza pubblica, l'attuale governo federale, come quello precedente, ha preferito lasciare il logorio ai governatori e agire nel ripetere le stesse parole.
Le identita' si confondono nello scambio dei ruoli, in maniera che tutto resti cosi' com'e', secondo la formula di Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo. Nel Governo di Fernando Henrique Cardoso, davanti alle emergenze si usavano le "operazioni di forza". Nello Stato di Espirito Santo, dove l'allora presidente ci ripenso' e non decreto' l'intervento federale, perfino un giudice ordinava di uccidere un collega di toga. Il ministro della Giustizia del governo Lula ha previsto una "guardia nazionale", e questa e' un'altra "operazione di forza", per placare il clamore popolare per la presenza dell'Esercito nelle strade: ruoli diversi per chi comunque somministra fiori per frenare delle emorragie.
E mentre avviene tutto questo, la criminalita' organizzata continua a mantenere il controllo sociale e dei territori. Si spartisce con i poliziotti gli omicidi, i furti, il traffico di droghe e altri reati previsti nel Codice Penale del 1940, troppo vecchio per fare paura.
Nel 1993, per punire personalmente dei bambini di strada che erano stati responsabili di una sassaiola contro un'auto ufficiale, poliziotti militari sequestrarono Vagner dos Santos e due ragazzi di strada. I due ragazzi vennero giustiziati e i loro corpi lasciati nel Aterro do Flamengo. Vagner riusci' a scappare, ora vive in Svizzera con il sostegno delle organizzazioni che si battono per la protezione dei diritti umani.
I poliziotti militari, in seguito, andarono a Candelaria, dove sapevano che, vicino ad una chiesa, dormivano dei bambini di strada. Spararono contro i minori mentre dormivano. Quattro di loro morirono subito e altri due in ospedale.
Risultato della carneficina: otto esecuzioni di minorenni.
Sempre nel 1993, una trentina di uomini incappucciati eliminarono 21 persone a Vigario Geral. Nessuna delle vittime aveva precedenti criminali. Gli assassini invece erano poliziotti militari, desiderosi di vendicare la morte di quattro loro colleghi che erano stati colpiti nella piazza Catole da Rocha.
I processi dei massacri della Candelaria e di Vigario Geral, sono da dieci anni nelle aule di giustizia. Dei 52 accusati per i crimini di Vigario Geral, solo sei sono stati condannati. Per il massacro della Candelaria sono stati accusati otto poliziotti militari. Quattro di loro sono stati condannati, tre sono stati assolti e uno e' morto prima della sentenza, di morte naturale.
In sintesi, nello Stato di Rio de Janeiro sono continui gli attentati alla vita democratica.
* Gia' segretario antidroga del Brasile