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Prevenzione droghe. L'esperienza positiva della narcosala di Strasburgo
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Articolo di Redazione
4 dicembre 2017 16:16
 
 Ad un anno dall’apertura, la narcosala di Strasburgo registra un bilancio “esemplare” in termini sanitari e di tranquillita’ pubblica.
Un anno dopo la sua apertura, il 7 novembre 2016, la narcosala (SMCR: salle de consommation de drogue à moindre risque) di Strasburgo presenta un bilancio “effettivamente esemplare” e costituisce una “riuscita in termini di tranquillita’ pubblica”, cosi’ si e’ felicitato lo scorso 1 dicembre il suo comitato di gestione.
La prima SMCR ha aperto nel 1986 in Svizzera. In Francia, le narcosale sono state autorizzate legalmente a dicembre del 2015. L’esperimento deve durare sei anni e potrebbe vedere altre citta’ coinvolte nel progetto. In tutto il mondo esistono circa un centinaio di narcosale.
Circa 400 iscritti, nessuna overdose mortale e 13 casi di epatite C individuati
Aperta il 7 novembre 2016, la struttura conta 391 persone che si sono iscritte e ci sono tra 50 e 80 persone che vi passano ogni giorno, secondo i dati dell’associazione Ithaque, che gestisce la sala. Nessuna overdose mortale e’ stata registrata nella struttura, che ha sede negli stabili dell’ospedale civile di Strasburgo, e “solo 4 overdose senza conseguenze” hanno richiesto un intervento di soccorso.
La frequentazione della narcosala ha permesso di realizzare 183 analisi di malattie infettive (Hiv, epatite) che hanno portato all’individuazione di 13 casi di epatite C, e centinaia di consumatori sono stati ricevuti per farli consultare con i medici e gli infermieri di Ithaque (ascolto, cure, sedute psichiatriche…). “Siamo riusciti a coinvolgere quella parte di popolazione che volevamo coinvolgere”, ha sottolineato Alexandre Feltz, assessore alla Sanita’ del Comune di Strasburgo, in occasione del primo bilancio dell’attivita’. Secondo il ministero della Sanita’, piu’ del 10% dei consumatori di droghe per via endovenosa o per inalazione, in Francia, e’ stato infettato dal virus dell’Aids nel 2011, e piu’ del 40% da quello dell’epatite C.
Un vero ruolo sociale per far fronte a precarieta’ e dipendenza
La meta’ dei consumatori della SCMR e’ in una situazione di grande precarieta’, spesso senza nessun contato con strutture mediche, e questo aumenta ancor di piu’ la loro vulnerabilita’ di fronte al consumo di droghe. “Un posto del genere gli serve perche’ e’ uno spazio in cui i consumatori si trovano bene e possono preservare la propria vita”, dice Danièle Bader, direttrice di Ithaque. Se lo scopo della narcosala, chiamata Argos, e’ di permettere ai tossicodipendenti di consumare le sostanze -che essi portano li’- in condizioni ottimali di igiene e di sicurezza, del personale medico e assistenti sociali sono anche disponibili per guidarli in un percorso di cure dove gli aiuti, per alcuni, non ci sono. “Il mio collega era in galera al CMU (Couverture maladie universelle – copertura malattia universale), dove gli hanno applicato delle procedure d’urgenza”, raccontava Loic ad aprile del 2017 all’agenzia stampa France Presse – Afp. Secondo i responsabili, il 10% di consumatori sono per strada, una percentuale che cresce fino al 20 se si includono coloro che si trovano in situazioni molto precarie.
“E’ anche un luogo di accoglienza, non solo di consumo, le persone non passano il loro tempo a bucarsi le vene”, diceva Bader ad aprile del 2017 all’Afp. Paradossalmente e’ perche’ non ci sono imposizioni di cure in questa narcosala che alcune persone entrano in una logica di smaltimento, dice il dr Alexandre Feltz, portando l’esempio di una giovane donna che aveva iniziato il monitoraggio ad aprile nel suo studio per un trattamento sostituivo dell’eroina.
“Una riuscita in termini di pubblica tranquillita’”
La creazione di questa struttura non ha sollevato polemiche, “salvo che una lettera di lamentele”, rileva Feltz. A Parigi, la prima SCMR francese, aperta a ottobre del 2016, si era’ invece scontrata con l’opposizione degli abitanti della zona e di una parte della classe politica. “E’ una riuscita in termini di pubblica tranquillita’, perche’ la polizia ci ha fatto rilevare che la narcosala non ha creato nessuna difficolta’”. “Il bilancio e’ comunque esemplare”, dice Nicolas Prisse, presidente della Mission interministérielle de lutte contre les drogues et les conduites addictives (MILDECA). Nel momento in cui ci troviamo nei giorni successivi alla giornata mondiale di lotta contro l’Aids dello scorso 1 dicembre, una tale iniziativa costituisce “uno strumento innovativo a vantaggio della riduzione dei rischi di contaminazione legati all’Hiv”.
La situazione a Parigi
Secondo l’agenzia Afp, al 12 ottobre 2017 (un anno dopo l’apertura del 17 ottobre 2016), 800 tossicodipendenti si sono iscritti come consumatori alla prima narcosala francese, situata vicino alla gare du Nord e gestita dall’associazione Gaia.
Risultati. 165 consumi al giorno (53.582 consumi in un anno), nessuna overdose mortale. 123 diagnosi di malattie infettive (Hiv, epatite). In tutto, 827 consulenze mediche sono state realizzate dai medici e dagli infermieri di Gaia e 324 consumatori sono stati ricevuti per delle consulenze sociali, incentrate essenzialmente su delle questioni amministrative, di alloggio o problemi con la giustizia. All’esterno della narcosala, l’équipe di Gaia ha tenuto, dall’apertura, 200 mediazioni sociali. Il comitato di zona, messo in piedi essenzialmente per far fronte alle preoccupazioni dei residenti, si e’ riunito sette volte.

(rielaborazione da un lancio dell’agenzia France Press – Afp del 04/12/2017)
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