Inflazione,
dati preliminari Istat per agosto: tutto in crescita, sia rispetto ad un mese fa e, soprattutto, rispetto ad un anno (+8,4%); tra i vari confronti, colpisce il “carrello della spesa” a +9,7, una percentuale che per ritrovarla bisogna tornare al 1984. Scontato che tutto dipenda dai prodotti energetici (+44,9% rispetto ad un mese fa), crescita mitigata dai carburanti su cui grava l’intervento del governo per tenerli bassi.
Ma non potrebbe essere altrimenti: stupirsi e pretendere che i prezzi diminuiscano per l’intervento del governo, costi quel che costi, pur se accattivante da un punto di vista mediatico, non si capisce dove dovrebbe portarci, come tutta la scia di contributi e facilitazioni continue che ci siamo abituati dal covid in poi.
Il governo ancora in carica è impegnato (1)
e il consiglio dei ministri Ue sull’energia del 9 settembre è già convocato e pieno di aspettative e proposte, a partire dal cosiddetto price cap (tetto al prezzo di acquisto del gas).
Noi crediamo che in questo momento, oltre alle dovute pressioni verso le istituzioni perché agiscano il meglio possibile senza creare voragini di problemi per risolvere i buchi di oggi,
occorre che i consumatori si impegnino per farsi meno male, soprattutto per denunciare ed evitare che le categorie/corporazioni più forti (3) ne approfittino… non perché non sia legittimo aumentare i prezzi, ma perché
senza armonia e comprensione di produttori/venditori e consumatori/clienti, ci si fa solo male.
Un’occasione d’oro ce l’abbiamo il 25 settembre. Prima di tutto partecipando al voto, e facendolo con cognizione di causa/effetto di chi chiede consenso, ricordandoci che le dentiere per tutti non crescono su alberi selvaggi… la cui presenza sarebbe anche difficile nelle nostre città inquinate e che i cestini di monete d’oro non esistono neanche ai piedi dell’arcobaleno.
Ricordando soprattutto: meno male che c’è l’euro e premiando chi si è impegnato perché ci fosse, ci sia e si rafforzi.
1 - e - sarcasmo della politica – caricato/delegato di aspettative e fiducia anche dai partiti che hanno contribuito alla sua caduta.
3 –
commercianti per esempio
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA