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Psicobiologia del Sociale. La virtù di restar bimbi. Come fare futuro e scrivere la storia
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Articolo di Giuseppe Parisi
30 agosto 2010 10:06
 
Altre estati che vanno via, ricordi del mare, tramonti rossastri, qui e lì opache nubi, amici, passeggiate di sera dopo lunghe giornate, inebriarsi, confondersi, perdersi tra mille colori, sapori, odori.
Ancora mille sensazioni confondono i sensi, un assalire la mente, come nella freschezza dell’infanzia. Momenti del “vivere intensamente”, certo, estati di infanzie spensierate che servano in sé, magia esistenziale, riappaiono e poi velocemente scompaiono. Rimane il grigio, come nella cartolina in bianco e nero del mare d’inverno, diceva una vecchia canzone.
Il grigio senza colori, quello di cittadini non cittadini ma numeri, fantasmi, cittadini esistenti e non.
Una volta, la radiotelevisione Italiana metteva in onda dei buoni programmi, spaziando tra costume, società, documentari, cultura, storia, musica, filosofia, arte, teatro. Erano i tempi -gli anni ’70- quando la RAI primeggiava tra le concorrenti Europee, a testa a testa con le grandi, BBC compresa. Oggi quel bagaglio di esperienze si trova solo in parte sui canali satellitari, a pagamento. Tutto è andato perduto. Nascevano altre e nuove televisioni. Esse hanno modellato il quotidiano vivere della nostra società, come quando la Standa era “la casa degli Italiani”. Oggi stiamo rischiando di scrivere la storia del futuro dopo trenta anni trascorsi in questa compagnia. La televisione dei balletti, delle ballerine, delle vallette. Nemmeno le Istituzioni dello Stato sono immuni da cortigiani e “ bellezze”, sistema “teotelevisivo” e della carta stampata come “cani feroci a guardia” del potere, dai contorni dei monarchi assoluti. Un sistema elettorale che svuota il consenso del cittadino che non elegge il referente Parlamentare, che “a libro paga” é piazzato lì dalle segreterie dei partiti. La legge elettorale farsa, di una finta democrazia parlamentare a sovranità popolare, meno ipocritamente si direbbe a sovranità segreterie di partito.
Sono fin troppo evidenti i risultati: occupazione dei media attraverso il metodo della non informazione, occupazione da parte dei partiti di ogni ambito del potere politico, economico e istituzionale; istruzione scolastica e universitaria in caduta libera, priva di qualità, di fondi economici e di ricerca; occupazione degli spazi d’indipendenza del lavoro della magistratura.
Siamo tornati indietro nella storia. Chi é preda d’incantesimo, convinto del contrario, ha la nostra piena commiserazione. Agli altri preferiamo offrire qualche consiglio:
a) diffidare di chi alimenta contrapposizioni ideologiche, comunisti e fascisti, oppure, “la destra” “la sinistra”, “il Centro”, “centro-destra” “centrosinistra”, “padrone e lavoratore”... Sono elementari trappole mentali per impedire l’attuarsi e il dispiegarsi di una matura democrazia;
b) liberare la mente, “lavorando” per neutralizzare preconcetti e pregiudizi, scremando e radiografando il lavoro del singolo politico. A tal fine, studi antropologici comportamentali, hanno svelato come il singolo individuo tende, con un “meccanismo di auto-conservazione” a “proteggersi” dalla realtà, perfino quando essa è evidente. Questo fenomeno comportamentale è visibile soprattutto nelle società conservatrici, illiberali e corporative, e spiega le motivazioni delle non indignazioni davanti a leggi controverse e incerte sul piano della logica giuridica e democratica;
c) comprendere il pensiero degli altri con l’ascolto. E’ dimostrato che gli individui che ascoltano di più, hanno maggiori possibilità di “percepire in profondità” il vero pensiero di chi sta ascoltando, meno influenzati dalla mimica, dalla voce e dai comportamenti corporali, reali o artefatti, di chi è “in scena” ;
d) “capire” piuttosto che “credere”. Una società abituata a “capire” piuttosto che “credere”, corre meno rischi di “usura” dei valori fondanti della democrazia compiuta. Ai docenti, ai professori, ai genitori: abituare i piccoli al ragionamento attraverso “concetti della logica e della razionalità ”, spostando l’irrazionalità’ della sfera religiosa nel giusto ambito intimo e personale;
e) dedicare un’equa quantità di tempo alla lettura. Non commettere il grossolano errore di “leggere in parallelo”: “Il Giornale” e “Libero” coloro i quali votano il PDL, e “Repubblica” o magari “L’Unita’” coloro i quali il PDL non lo votano; sarebbe un malsano metodo di “percezione della realtà” che non permette il fluire della “logica interpretativa”; molto meglio, semmai, fare al contrario; tuttavia liberando prima la mente dai preconcetti e dai pregiudizi.
f) i giornali quotidiani non sono sufficienti, preferite anche i settimanali, con la medesima regola ricordata sopra. Un libro acquistato in libreria e assaporato, almeno uno ogni mese, è il miglior “elisir” di saggezza individuale, il segreto per restar bambini, assumerne a piccole dosi giornaliere. Oggi la rete Internet offre anche di più, testi e libri digitali, audio-libri, riviste e periodici, e quotidiani soprattutto non italiani. Leggere i giornali esteri significa capire le società intorno a noi, questo aiuta a guardare meglio la nostra;
g) diffidare di quei politici che, per vari interessi, fingono di “proteggere” il valore inestimabile e lo sviluppo della libertà della rete Internet; sono i peggiori nemici della legalità, del diritto, della democrazia, sono autentici tiranni camuffati da zelanti e democratici liberali. Scegliere quei politici che, in Parlamento con interventi ed emendamenti, difendono la libertà della Rete e fanno conoscere le proprie azioni politiche attraverso il web;
h) comprendiamo che in un momento così delicato della vita sociale, democratica e politica, l’esercizio del voto politico diventa un quasi disagio. Iniziano in molti a non esercitarlo. Non è il giusto modo di “fare futuro”, tocca a noi scrivere la storia di domani, ognuno e ciascuno dovrà assumersene ogni responsabilità nei confronti del prossimo. Le democrazie compiute si conquistano con il sacrificio, con l’amore, vigilando e soprattutto scegliendo e votando. L’importante è che il voto non sia vittima di concetti ideologici, interessi di corporazioni e pregiudizi preconfezionati. Desiderabile è che il suffragio sia l’apice, il risultato che premi le “cose riferite” e, molto meglio, “cose fatte”. Importante è esercitare la vigilanza; ad esempio, vigilare sul “programma” di un partito, confrontandolo con gli emendamenti e il “lavoro” alla Camera e al Senato dei singoli deputati. Una “scrematura” che vi lascerà privi di fiato! Osserverete come la stragrande maggioranza delle volte, gli emendamenti inseriti non corrispondono a quanto il cittadino desidererebbe, e che il programma sia semplicemente un “acchiappa consensi". Il resto sono leggi attuate per gli interessi dei gruppi di potere economico e, peggio, attuate per amplificare il potere, anche al di fuori delle regole sancite dalla stessa carta costituzionale, emendamenti che inquinano l’economia e la vita sociale e politica. A questo punto, indignarsi non basterà. E’ necessario agire, ma... con quale legge elettorale?
Vivere nel grigio della cartolina del mare d’inverno è il peggior modo di “fare futuro". E’ necessario essere come da bambini, con l’entusiasmo sul mondo, con l’ingenuità senza pregiudizi.
E’ il segreto delle società creative, che cambiano e si evolvono, che crescono verso il futuro senza andar dietro nel passato, mai.
E’ il miglior regalo alla storia per il nostro prossimo.
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