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Qualità alimentare. Perché diffidare di esperti, marchi e prezzi
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6 dicembre 2023 13:37
 

Avvicinandosi le feste di fine anno, chi produce i prodotti tipici di consumo (essenzialmente gastronomici), arriva anche a proporre la bontà delle proprie offerte avvalendosi della presunta blasonatura e credibilità di altri soggetti, tipiche le associazioni di consumatori o, per andare sullo specifico, associazioni come Gambero rosso.

E’ una forma di pubblicità come un’altra in cui viene in qualche modo compensato anche chi concede il proprio marchio, e quindi va valutata con pesi e contrappesi: conoscenza e sperimentazione diretta o di persone della propria cerchia intima, opinioni di soggetti completamente estranei alla logica economico/commerciale della pubblicità.

Tipico metodo è l’apposizione di etichette scintillanti del tipo “approvato da pinco pallo” o “testato da pallo pinco”. Alcuni si avvalgono anche di veri e propri articoli/video di elogio che, fatti con cura, possono anche essere difficilmente individuati come “banale” pubblicità.

Sul fronte “prezzi”, per ogni prodotto vale una “regola” generale. Per esempio, un panettone che costa qualche euro, è mediamente difficile che possa essere di alta qualità per quanto apprezzabile ma, nel contempo, un panettone che costa svariate decine di euro non è detto che sia di qualità. 

Per il riferimento territoriale (regionale o zona di presunto pregio) ci si può informare sull’etichetta: produzione? confezionamento? Indicazioni usate molto approssimativamente, per esempio, per gli olii di oliva. Ovviamente ci possono anche essere etichette che riportano il falso, e in questo caso, nel dubbio, la segnalazione alle autorità è consigliata.

Altra attenzione va posta all’uso sulle confezioni, di termini quali “biologico”, “artigianale”, “km zero” e simili. Qui, a parte la conoscenza diretta e la fiducia nel produttore (fiducia che non nasce necessariamente dal fatto che sia un prodotto molto pubblicizzato)... è una jungla. Quindi: molta cautela e diffidenza. Sull’uso della dizione “biologico”, per diffidare meno, si può verificare se è indicato il riferimento all’eventuale detentore del marchio che ha concesso l’uso del termine.

Qui il vdeo sul canale YouTube di Aduc
 
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