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Il reflusso corporativo dei taxi: quando le riforme omeopatiche non servono a nulla
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Articolo di Domenico Murrone
1 luglio 2008 0:00
 
Quando un settore necessita di una rivoluzione e, per il 'quieto' vivere, le novita' si limitano a provvedimenti in dosi omeopatiche, prima o poi c'e' il reflusso, si torna indietro e i problemi si ripropongono immutati sempre uguali a se stessi.
 
Il settore dei taxi non e' il principale responsabile dei mali italiani, ne e' l'emblema.
Il governo Prodi, con i provvedimenti di Bersani tento' la via 'omeopatica' alle riforme e introdusse meccanismi che avrebbero dovuto favorire la diffusione del servizio taxi, sia per chi da sempre li utilizza, sia per allargare la domanda anche a chi non ne fa un uso abituale.
Provvedimenti leggeri che sono stati contestati dalla corporazione dei tassisti. Provvedimenti che non hanno portato ad un salto di qualita' tale da dire: in Italia trovare un taxi e' relativamente semplice e abbordabile economicamente. Cosi' ora siamo al reflusso.
 
Un'agenzia stampa, l'Apcom, titolava il 29 giugno scorso:
Taxi, Roma torna al passato,meno auto di notte,stop flessibilita'.
Taxi dimezzati di notte a Roma questa estate. Da domani scattano i nuovi turni delle auto bianche decisi dalla giunta Alemanno. Fra le novita': tagli quasi del 50% delle macchine in servizio dalle 22, con solo 375 auto in strada fino alle 5 del mattino; abolizione della flessibilita' …
 
In questi mesi qualche licenza in piu' e' stata concessa dai vari Comuni, spesso in cambio i tassisti hanno ottenuto aumenti tariffari. L'ultimo caso, la scorsa settimana, in Lombardia, dove uno sciopero e' stato sospeso dietro la promessa di un meccanismo automatico di recupero dei costi per evitare che le tariffe rimangano ferme per anni. Un'agenzia del 24 giugno titolava:
Taxi. Stop a sciopero Lombardia, possibili aumenti dopo accordo
 
Poco consola la notizia che a Bologna prossimamente per la prima volta in Italia, seguendo i principi del decreto Bersani, 41 nuove licenze saranno messe a gara al costo di 150 mila euro. In passato, chi presentava domanda, se usciva vincente dalla riffa, si portava a casa una licenza che vale tantissimo senza tirare fuori un soldo. Spiegava un'agenzia del 25 giugno.
 
Cosi', visto che la liberalizzazione dei taxi e' fuori dall'agenda politica, i tassisti hanno smesso di opporsi alle riforme che nessuno piu' invoca, e hanno ricominciato a chiedere. Agenzia del 18 giugno 2008: Taxi: sindacati; torna protesta, ridurre tasse e no a cinture
Costi insostenibili dovuti al rincaro dei carburanti, eccessiva pressione fiscale, esenzione dalle cinture di sicurezza considerate 'pericolose in caso di aggressione'. E' per questi ed altri motivi che i rappresentanti delle sigle sindacali Uritaxi, Casartigiani, Claai, Ugl, Ciisa, Fast Taxitalia, Unci, Cisal, Unica Cgil, Cisl e Uil si sono riuniti a Roma e hanno dichiarato lo stato di crisi della categoria, chiedendo un incontro urgente alle istituzioni locali, nazionali ed europee.
 
Insomma, ostracismo verso i tentativi di liberalizzazione dello Stato, ma pronti a chiederne l'intervento in caso di problemi.
 
DALLA FRANCIA. Agenzia Ansa del 28 maggio 2008:
Taxi: 1.200 in piu' a Parigi e corsia per aeroporto
A Parigi circoleranno 1.200 taxi in piu' entro la fine dell'anno, passeranno da 15.000 a 20.000 entro il 2010, e potranno usufruire di una corsia preferenziale fino all'aeroporto 'Charles de Gaulle' dall'inizio del prossimo anno. Sono le misure annunciate dal ministro dell'Interno francese, Michele Alliot-Marie, che ha firmato un protocollo con le federazioni dei tassisti.
 
Si veda anche:
Le necessarie liberalizzazioni e le resistenze: come il Governo ha fallito. Parte prima: i taxi
clicca qui
La concorrenza, le barriere 'burocratiche' all'entrata e i taxi
clicca qui
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