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Russia. Interesse per la politica della Svizzera in materia di droga
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Articolo di Rosa a Marca
21 novembre 2001 13:57
 
La difficile situazione a San Pietroburgo e in altre regioni russe ha dato origine alla prima conferenza sulla politica della droga in Russia, con la partecipazione di esperti svizzeri.
Nella sola San Pietroburgo i tossicodipendenti sono circa centomila, di cui il 40% sieropositivo, ma la tossicomania si sta diffondendo in modo esplosivo in tutta la Russia. Secondo dati ufficiali, dall'inizio dell'anno le persone affette da Hiv sarebbero 161.000, mentre Unaids parla di un milione di sieropositivi, nella grande maggioranza eroinomani. Ed essendo i trattamenti sanitari e l'assistenza sociale pressoche' nulli, gran parte di loro e' a rischio Aids e malattie infettive, come epatite e tubercolosi.
Questa difficile situazione ha indotto l'organizzazione russa non governativa Woswraschenije (Ritorno) a rivolgersi all'Istituto elvetico G2W affinche' informasse sulla politica dei quattro pilastri, che caratterizza la strategia perseguita in Svizzera. Tra queste due istituzioni (G2W si occupa di Secondo mondo) esiste gia' da sei anni una stretta collaborazione in materia di assistenza ai drogati, e Woswraschenije ritiene che per delineare una strategia complessiva serva un approccio pragmatico che coinvolga tutte le istanze che si occupano del problema.
La Consigliera nazionale e membro del Consiglio d'Europa, Ruth Gaby Vermot-Mangold, ha illustrato il percorso storico della politica svizzera sulla droga, mentre Robert Haemmig, collaboratore del servizio psichiatrico dell'Universita' di Berna, ha informato dettagliatamente su terapie e interventi di riduzione del danno. Poi, su esplicita richiesta del Governo municipale, e' stata affrontato l'aspetto repressivo; se ne e' fatto carico Norbert Klossner, capo del servizio antidroga della polizia cantonale di Zurigo.
L'interesse dimostrato dall'amministrazione municipale ha fatto si' che la conferenza si spostasse per un giorno nello storico palazzo governativo Smolny, dove il vicegovernatore Michailowski ha sottolineato l'importanza di una strategia efficiente contro la droga. Ma sia il suo intervento, sia quello del deputato Grischankow, hanno evidenziato come in quella cerchia sia tuttora prevalente il punto di vista della sicurezza sociale e quindi della repressione. Questo perche' la Russia si sente vittima del terrorismo della droga messo in atto dalle forze estremiste islamiche di Afghanistan e Asia centrale, interessate a distruggere la gioventu' russa attraverso la droga.
Altri partecipanti alla conferenza, provenienti da venti citta' della Russia, dell'Ucraina e della Bielorussia hanno manifestato posizioni piu' differenziate, lamentando soprattutto l'assenza di coordinamento e collaborazione tra i servizi sanitari, l'assistenza sociale e la polizia. In piu', le organizzazioni private sono viste non come alleate dello Stato, bensi' concorrenti. Un altro grosso handicap denunciato e' l'incomprensione tra i servizi statali e la popolazione circa le misure per la riduzione del danno -metadone e lo scambio gratuito di siringhe.
Purtroppo tutti questi problemi non si risolvono se manca una concezione coerente, condivisa dai vari organi preposti alla lotta alla droga.
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