La saga degli autovelox riprende vigore. Troppe multe, per fare cassa, per sicurezza, i cattivoni di questa o quell’altra amministrazione comunale… e così’ via da decine d’anni. Ma le macchinette sono sempre - e giustamente, in linea di massima - lì. I politici cambiano, inclusi i ministri, e gli automobilisti continuano a pagare.
Ma intanto, il ministro dei Trasporti Salvini, campagna elettorale in corso, annuncia una serie di “supercazzole” che dovrebbero fermare le amministrazioni che fanno cassa con queste multe: bei pensierini di cui i Comuni si faranno beffe ma con un’unica certezza: il contrasto ai Comuni che hanno stabilito limiti di velocità urbani di 30 Km/h (divieto di autovelox per infrazioni al di sotto dei 50 Kmh). E così il nostro ministro ha trovato come contrastare uno dei pochi provvedimenti di buon senso contro gli incidenti urbani.
Il problema è che, andando avanti di questo passo, non si fa altro che demonizzare uno dei più importanti sistemi di sicurezza stradale, l’autovelox, glissando sul fatto principale. il loro scriteriato uso. Che significa:
- installazioni in violazione delle norme (rare, ma ci sono);
- multe seriali: notificate solo - come minimo - un paio di mesi dopo l’infrazione (la legge stabilisce un max di 90 gg)... e i malcapitati cominciano a rendersi conto delle infrazioni solo dopo aver ricevuto caterve di multe a casa (ci sono anche casi con centinaia di verbali).
Il metodo oggi per eccellenza dei Comuni che fanno cassa con le multe (autovelox e non solo) sono le multe seriali. Il legislatore dovrebbe intervenire perché le notifiche non siano più fatte entro 90 gg ma entro 7 (l’informatizzazione consente questo e altro), così si bloccano le multe e i comportamenti pericolosi per la sicurezza stradale. Non ci risulta che il ministro ci stia pensando….
I fortunati che si informano e vengono a sapere di Aduc, fanno ricorso al giudice di pace con successo: il giudice ritiene che la sanzione debba essere educativa e non punitiva e cassa le pretese del Comune facendo pagare solo la prima multa.
Ii ricorsi sono però una percentuale molto bassa, per cui tutti contenti: Comuni che continuano a far cassa, partiti locali che hanno materia per continuare ad aver motivo di opposizione a chi amministra i Comuni, ministro che dice di affrontare il problema ma lo fa alla bisogna della sua “lotta elettorale” contro i 30 Kmh.
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