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Sanita'. Come stabilire le priorita'
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Articolo di Redazione
31 agosto 2011 13:24
 
Capita anche in medicina che i mezzi finanziari non bastino a coprire tutte le necessità. La popolazione invecchia, la ricerca avanza, le esigenze aumentano -sono fattori che contribuiscono a far lievitare i costi del sistema. La domanda che ci si pone è allora se non sia utile decidere le priorità, fissare i criteri per scegliere ciò che è essenziale, e chi ha diritto a che cosa.

Il tema non è nuovo. Nei trapianti la scarsità di organi costringe già da tempo a fissare precedenze e liste d'attesa. E quando due anni fa scoppiò la peste suina, furono individuati i soggetti da vaccinare per primi.
A metà agosto, in una conferenza tenuta a Zurigo, il tema è stato nuovamente dibattuto dalla Società europea di filosofia in medicina e nel sistema sanitario e dall'Istituto di etica biomedica dell'Università di Zurigo. Tutti d'accordo, filosofi e medici, sulla necessità di trovare soluzioni, anche per impedire che s'impongano priorità e razionalizzazioni implicite, su cui la politica non ama pronunciarsi.
La precedenza occulta viene data, ad esempio, ai campi di ricerca economicamente più promettenti. O ancora, in un sondaggio del 2006 condotto in Svizzera, Norvegia, Italia e Inghilterra, emerse che quando il medico è di fronte al malato segue un proprio criterio non manifesto per razionalizzare la prestazione -come l'auspicata efficacia in un certa cura oppure l'età.
Gli Stati scandinavi sono stati pionieri nel campo delle priorità sanitarie. In primis la Norvegia; già negli anni 1980 avviò un dibattito pubblico da cui scaturì una Commissione ad hoc che elaborò un modello articolato in quattro gruppi di prestazioni mediche.
Il primo gruppo attiene alle prestazioni sanitarie di base, da applicare seguendo criteri di gravità della malattia, risultati dei trattamenti e congruità della spesa. Tutti i costi sono a carico della collettività.
Nel secondo sono inserite le prestazioni per malattie meno gravi o i trattamenti meno efficaci; anche queste dovranno essere finanziate il più possibile con soldi pubblici.
Il terzo raccoglie le cure mediche che potranno essere finanziate con denaro pubblico solo se il primo e il secondo gruppo avranno ottenuto la copertura totale. Tra queste, la fecondazione medicalmente assistita e la chirurgia estetica.
Il quarto e ultimo gruppo comprende procedure sperimentali -non standardizzate- che dovranno essere finanziate dai privati.
Ma anche in un modello simile è difficile formulare misure pratiche appropriate, per esempio in forma di linee-guida cliniche.
Lo sforzo della Norvegia, e anche di Svezia e Danimarca, sono accettate e applicate meglio nella prassi medica quanto più risultino di facile applicazione e quanto più la popolazione abbia voce in capitolo nella loro stesura, come è stato precisato.
Se lo scopo è di fissare le priorità, a Zurigo si è discusso anche del controverso QALY (quality-adjusted life years), un indicatore usato per esempio in Gran Bretagna per misurare il rapporto costi/utilità su cui basare le linee guida per la politica.
Con questo strumento si può valutare se un nuovo farmaco anticancro sia conveniente. Il numero QALY esprime quanti anni in più di vita di buona qualità si ottiene con il nuovo farmaco. I QALY tengono conto appunto del fatto che l'allungamento della vita può andare a scapito della qualità o viceversa. Il nuovo farmaco sarà dunque ritenuto adeguato se i costi pro QALY non superano una certa cifra. Con ciò resta aperta l'entità della soglia dei costi e anche la domanda se QALY tenga abbastanza in considerazione i singoli casi. Altri criteri nel fissare le priorità rischiano di essere dimenticati nel vortice che accompagna l'efficacia dei costi. Ecco perché alcuni partecipanti hanno fatto notare che persino i criteri comunemente accettati, come il giusto accesso a un trattamento idoneo, non vengano applicati automaticamente a tutti gli strati della popolazione (immigrati senza documenti oppure detenuti).
La conferenza ha rivelato che non è facile tradurre in pratica i concetti di priorità, e che la politica e la scienza dovrebbero cimentarsi di più con questa tematica.

(da un articolo di Eliane Pfister Lipp per la Neue Zuercher Zeitung del 24.08.2011. Traduzione di Rosa a Marca)


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