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E a settembre cosa accadra'?
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Articolo di Massimo Lensi
21 luglio 2002 19:17
 
Quindici giorni fa avevamo usato il precedente numero del notiziario per analizzare alcuni aspetti del Comitato Nazionale di Bioetica, da pochi giorni a pieno regime nel nostro ordinamento. Ed avevamo per di piu' posto l'accento come la Bioetica non poteva essere trasformata in gara podistica, dove alla fine, per forza, si acclama un vincitore e si sbeffeggia uno sconfitto. Altresi' avevamo notato quanto fosse irritante la composizione dell'attuale comitato, per la stragrande maggioranza di nomina cattolica, predisposto all'unanimismo, alla scelta etica o allo scontro ideologico ma non al dialogo. La legge sulla fecondazione medicalmente assistita gia' dal nome non c'induce a buoni pensieri, ne abbiamo gia' parlato, ma l'aspetto che ora ci preme portare ad analisi e' un altro. Capire cioe' che tipo di opposizione stia nascendo nella societa', in queste settimane, nella attesa che la "navetta" conduca la legge, a settembre, di fronte al Senato.

Chi vi scrive ha vissuto la stagione della "194", la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza. E ben si ricorda ancora il dibattito che la precedette, le disobbedienze civili e gli arresti e dopo i due referendum abrogativi, uno clericale e l'altro radicale. Una stagione d'intensa mobilitazione che senza dubbio segno' un visibile progresso della societa' italiana. Lo scontro con la controparte fu aspro, le discussioni sul laicismo individuale contrapposto alla laicita' dello Stato ebbero parte rilevante per una migliore definizione della stessa normativa. La legge poi approdo' nella Gazzetta Ufficiale grazie ad un imbarazzante compromesso tra i partiti che introdussero un altrettanto imbarazzante statalismo in aspetti intimi e privati della vita della donna e della coppia. I referendum ovviamente furono respinti dall'elettorato. La 194 in definitiva aiuto' si' l'affievolirsi del fenomeno degli aborti clandestini, ma dimostro' col tempo, nella sua esecuzione quotidiana, grossi e pericolosi limiti. Certo, i tempi cambiano e con loro i mezzi di comunicazione, ma non si puo' certo sostenere che nei confronti della legge sulla fecondazione assistita ci si stia incamminando, pur lentamente, verso un'analoga prova. L'opposizione in concreto non esiste, semplicemente non c'e'. Perche'?

Confidando sempre nell'errore, proviamo ad elencare alcune ipotesi. Forse una decisa mutazione della societa' italiana che da laica si e' trasformata nel corso degli ultimi vent'anni in marca clericale? Oppure una predisposizione, non nuova, ad utilizzare anche questa legge come preziosa pedina di scambio in altre prossime operazioni parlamentari? O che sia imputabile invece alla decisa incapacita' dell'opposizione di trovare unita' di vedute sul tema? La paura di perdere il confronto? La speranza di procrastinare ad libitum la navetta tra i due rami del Parlamento? La sicurezza che, dato le attuali impasse politiche istituzionali, i tempi, il futuro, la globalizzazione dei diritti, facciano cio' che oggi nel nostro Paese e' quasi impossibile: discutere e dialogare cioe' nel rispetto dei valori di ciascuno?

Non sappiamo se una o piu' di queste ipotesi potrebbe essere quella vera. E poco, onestamente, c'interessa nell'immediato, se non come stimolo per un'adeguata riflessione. Vogliamo pero' far osservare che nel corpo vivo della societa' civile, nella somma d'individui che prendono il nome di "popolo", della legge non si sa quasi nulla, ne' a cosa effettivamente serva ne' perche' si sia cosi' baccagliato nelle sedi parlamentari. Sfugge ai piu' la propedeutica questione del nesso tra legge e sterilita', se quest'ultima sia o no una malattia, cosi' come astruso appare quell'altro infinito e antico dibattito, intriso di filosofia e morale, che dovrebbe sancire se l'embrione sia dotato o meno di personalita' giuridica. Come se non bastasse far semplicemente notare ai gruppi di scienziati e filosofi che si contendono la palma della vittoria che il vero vincitore e' sempre e solo il relativismo scientifico, nemico naturale di qualsiasi dogma e ideologia moralista, cattolica o laicista che sia. E' la legge che deve adeguarsi alla scienza (badando certo ai risultati e, senza indirizzarli, ai suoi progetti), non il contrario.

La stagione politica prossima ventura sara' certamente astratta e forse pure un po' assurda, se senza informazione sul tessuto normativo, sara' deciso da parte dell'opposizione di dare il via ad uno scontro, reale o funzionale, con il mondo cattolico o clericale che dir si voglia. Uno scontro, ben inteso, sia in Parlamento sia nelle piazze. Il risultato finale non potra' che essere ingannevole e deludente con l'entrata in vigore di una legge di difficile applicazione, in parte inutile e intrisa d'obsoleti valori, spacciati per etici. Una legge che nulla avra' a che fare con uno Stato laico che tra i suoi obiettivi deve avere quello dell'attendibilita' in Europa e nel mondo. Se tuttavia al Senato l'opposizione non riuscira' a modificare alcune parti della normativa, raggiungendo un pur discutibile compromesso con la maggioranza, come accadde per la 194, la responsabilita' sara' in ogni modo comune ad entrambe le fazioni. A tutto scapito di chi dalla legge si aspetta informazione e aiuti concreti. A risentirci, quindi, a settembre.

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