I portavoce di diverse associazioni e societa' scientifiche -Societa' Spagnola del Diabete, Societa' Andalusa di Endocrinologia e Societa' Internazionale di Bioetica, tra le altre- hanno proposto alla Commissione Salute del Parlamento andaluso una serie di migliorie al testo della Proposta di Legge con cui si regola la ricerca con i preembrioni umani non vitali per la fecondazione in vitro.
Il presidente della
Societa' Internazionale di Bioetica, Marcelo Palacios, ha per esempio proposto la modifica sia nel titolo, che nella legge, del termine "preembrioni umani non vitali" con "preembrioni umani non utilizzabili". Con questa modifica si allargherebbe la regolamentazione a quei preembrioni non utilizzabili "non solo per condizioni biologiche, ma anche per altre circostanze diverse dall'ambito prettamente limitato alla fecondazione in vitro", come il disinteresse o la non reperibilita' dei progenitori. Palacios ha anche segnalato la necessita' di includere nella proposta di legge aspetti relativi all'importazione e all'esportazione, cosi' come un riferimento alla "possibilita' di usare la terapia genica, dato che queste cellule hanno la proprieta' di accettare geni di diversa provenienza". Altra aggiunta al testo, proposta da Palacios, e' quella dell'istituzione del Registro Nazionale dei Donatori "che permettera' di conoscere gli embrioni congelati esistenti e la loro situazione".
La
Societa' Andalusa di Endocrinologia e Nutrizione e il sindacato
CC.OO. hanno sollevato dei dubbi sulla composizione e sulla dipendenza dal Governo andaluso del Comitato di Ricerca sui Preembrioni Umani, che avra' il compito di autorizzare i progetti di ricerca, secondo il testo della legge in preparazione. I loro suggerimenti vanno nella direzione di chiarire meglio i criteri minimi di composizione del Comitato, "in modo che sia comunque il potere legislativo a determinare la composizione e un cambiamento di Governo non comporti uno smantellamento di quest'organo". Federico Soriguer, portavoce della Societa' Andalusa di Endocrinologia, ha manifestato anche dei dubbi sulla proprieta' intellettuale dei risultati delle ricerche, visto che alcune cliniche (che hanno embrioni congelati) potrebbero rivendicare dei diritti e chiedere indennizzi. Un'altra raccomandazione di Soriguer riguarda aspetti semantici, e chiede che "si elimini il termine sovrannumerari per non impiantati, o non utilizzati".
Emilio Suárez, segretario dell'
Associazione per la Difesa della Sanita' Pubblica in Andalusia ha precisato la possibilita' di non utilizzare i preembrioni nei casi in cui non ci sia il consenso dei progenitori, anche nei casi in cui questi siano morti o irrintracciabili.
La Junta andalusa e lo scienziato Bernat Soria, presidente della
Societa' Spagnola del Diabete, hanno sottoscritto, lo scorso mese di dicembre, un accordo perche' in questa Comunidad spagnola venga portata avanti la ricerca con le cellule staminali di origine embrionale. Questa Proposta di Legge attualmente alla Commissione Salute del Parlamento andaluso fornira' il quadro giuridico che permettera' a queste ricerche di avere una copertura legale sicura. Lo stesso Soria, intervenuto in Commissione, ha proposto la creazione di una Banca di cellule staminali di origine embrionali "pubblica e a disposizione degli scienziati che vogliano lavorare con queste linee cellulari".
Anche le
associazioni andaluse di malati di Hungtington e di diabetici hanno manifestato il loro sostegno alla regolamentazione da parte del Parlamento locale per queste ricerche, sottolineando che questa iniziativa offre "la speranza che un giorno esista una cura" per certe malattie.
Ma alla Commissione Salute sono stati espressi anche alcuni dubbi e timori su queste ricerche. La
piattaforma scientifica "Hay Alternativas", con il suo portavoce Miguel Serrano ha chiesto di "approfondire la ricerca sulle cellule embrionali animali prima di passare a quelle umane". Serrano ha anche detto che l'attuale "accumulazione di embrioni congelati e' dovuto ad un errore legislativo" e ha sostenuto la tesi di "porre fine alla congelazione indefinita a cui sono sottoposti gli embrioni, che presuppone un accanimento terapeutico".
Critiche simili sono quelle sviluppate da Elvira Garrido, portavoce della
Societa' Andalusa di Ricerca Bioetica (Saib), che ha sottolineato come "si pretende di passare rapidamente alle cellule staminali di origine embrionale, quando ancora non sono stati ottenuti risultati conclusivi con quelle di origine animale". Di piu' per la Garrido le staminali embrionali presentano svantaggi rispetto a quelle adulte, come l'incapacita' di controllarne la capacita' proliferativa e la compatibilita' immunitaria.