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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Andalusia: il Parlamento ha approvato la legge per la ricerca con le staminali embrionali
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Articolo di Donatella Poretti
16 ottobre 2003 19:53
 
Il plenum del Parlamento dell'Andalusia ha approvato l'8 ottobre, grazie ai voti dei socialisti del Psoe, della Izquierda Unida e del Partito Andalucista e contro le astensioni dei popolari del Pp e del gruppo misto, la legge che permettera' di dare finalmente il via alle ricerche con le cellule staminali embrionali per fini terapeutici. Diabete, Parkinson e malattie cardiache saranno le malattie privilegiate per la ricerca che permettera' di utilizzare gli embrioni sovrannumerari delle cliniche di fecondazione assistita andaluse, sotto precise condizioni e regole da rispettare. E cosi' ci sara' una cornice legale per la realizzazione di queste ricerche, e a garanzia degli stessi scienziati, in particolare dopo l'accordo sottoscritto nello scorso dicembre tra l'amministrazione della Comunidad Autonoma e il direttore dell'Istituto di Biongegneria dell'Universita' Miguel Hernández, Elche, Bernat Soria.
Il consigliere alla Salute, Francisco Vallejo, ha voluto sottolineare come questa legge frutto di una iniziativa dei socialisti, ha una grande importanza sociale, scientifica e sanitaria e che mai un tema cosi' tanto riservato solitamente a circoli chiusi sia stato cosi' vicino alla sensibilita' della societa'. Vallejo dopo avere ringraziato tutti i gruppi politici parlamentari per il contributo al dibattito ha anche evidenziato come questa norma e' riuscita a rendere compatibile la visione etica della vita con la strada della speranza per cercare una soluzione a determinate malattie.
Ha detto che la legge fara' si' che l'Andalusia, potendo contare sui piu' prestigiosi ricercatori spagnoli e stranieri, potra' sommarsi ai Paesi che sono alla testa delle ricerche in questo campo. Si e' anche detto convinto che sia stata questa legge, e il suo iter, ad aver fatto fare un cambiamento significativo alla posizione del Governo centrale in materia, tanto che attualmente al Congresso e' in discussione un progetto di legge sulle staminali embrionali di riforma della legge sulla fecondazione assistita proposta dal ministero alla Salute.

La normativa andalusa regola la ricerca con le cellule staminali derivate da preembrioni sovrannumerari delle tecniche di fecondazione in vitro, sempre che questi abbiamo superato il limite legale di 5 anni di crioconservazione. La realizzazione di queste ricerche verra' regolata attraverso il Comitato di Ricerca con Preembrioni Umani, un organismo che dipendera' dalla Consejeria alla Salute, e che avra' l'incarico di autorizzare i progetti che rispettino i requisiti fissati dalla legge e che garantiscono la realizzazione delle condizioni in cui deve avvenire il consenso informato dei donatori. Al Comitato i gruppi di ricerca dovranno far pervenire, oltre alle modalita' della ricerca, anche la necessita' di realizzarla con le staminali embrionali umane dimostrando scientificamente l'impossibilita' di svilupparla con quelle animali, cosi' come l'utilita' della ricerca per migliorare la salute delle persone. Questo Comitato avra' anche la custodia legale dei preembrioni e gestira' una banca dati di accesso pubblico in cui figureranno tutti i dati relativi alla ricerca. I preembrioni non dovranno essersi sviluppati in vitro per piu' di 14 giorni dopo la fecondazione dell'ovulo e prima del loro congelamento, e dovranno essere donati dai progenitori attraverso un consenso scritto, dopo che siano stati informati sugli obiettivi delle ricerche e le loro implicazioni. Le ricerche si concentreranno su diverse linee di lavoro, tra cui vengono evidenziate il diabete, per l'ottenimento di cellule produttrici di insulina e il trapianto degli isolotti pancreatici; le neuroscienze, per lo sviluppo di cellule produttrici di dopamina per il trattamento del Parkinson; la cardiologia, attraverso il trapianto di cellule staminali per la rigenerazione del muscolo cardiaco in pazienti infartuati; e l'apparato motorio, con il trapianto di cellule staminali per il trattamento rigenerativo osseo.

La deputata popolare Esperanza Oña ha sostenuto che il Governo andaluso non ha competenze per poter fare una legislazione in questa materia e che il suo unico obbiettivo e' stato quello di "mettersi la medaglietta della modernita'" anticipando l'Esecutivo centrale. Mentre per la Oña la legislazione che e' in discussione a livello nazionale "va molto oltre" quella andalusa e permette piu' possibilita' di ricerca, per cui la proposta della Giunta appena approvata nella Comunidad Autonoma diventa un "passo indietro".
Il deputato della Izquierda Unita Manuel López Calvo ha considerato necessaria la legge, pur criticando il fatto che non siano stati recepiti alcuni emendamenti proposti dal suo gruppo e rivolti a difendere l'interesse generale e pubblico sopra gli "interessi mercantilisti", cosi' come per migliorare le garanzie su come vengano usate queste tecniche.
Il portavoce del gruppo misto, Pedro Pacheco, ha per parte sua ammesso che questa legge costituirebbe una eccellente opportunita' per mettere un po' di coerenza e di senso comune in certi procedimenti medici, ma purtroppo legittima una "cattiva prassi medica", nel non fare alcun riferimento all'obbiettivo da realizzare, cioe' non avere piu' embrioni sovrannumerari.
Il portavoce del Partito Andalucista, José Calvo Poyato, ha sottolineato la necessita' di questa legge per dare una cornice giuridica ai ricercatori che vogliono lavorare in un campo come questo, e contemporaneamente regolamenta la donazione di questi embrioni nelle cliniche di riproduzione assistita.
Per il parlamentare del Psoe, Martin Soler, l'Andalusia ha dovuto dotarsi di una sua legge perche' "noi non ci fidiamo" del Governo centrale, che si e' schierato a favore di una normativa "scientificamente antiquata" e per un "assurdo scientifico".

E la differenza tra questa impostazione andalusa-socialista e quella centrale-popolare e' evidente nello stesso approccio normativo.
La legge andalusa affronta "semplicemente" il problema degli embrioni sovrannumerari esistenti, e da' per scontato che esisteranno anche in futuro, nonche' la richiesta della comunita' scientifica e della societa' piu' in generale per poter fare ricerca sulle staminali embrionali. Gli embrioni sovrannumerari ci sono, vengono cosi' fissate delle norme e dei limiti perche' vi si possa fare ricerca. Punto.
La legge nazionale, pur recependo la richiesta di realizzare le ricerche sugli embrioni sovrannumerari, si concentra contemporaneamente nell'evitare che un tale fenomeno si ripeta e detta cosi' anche dei limiti alle tecniche di fecondazione in vitro: quello dei tre embrioni fecondati da impiantare in utero per ciclo. Limite per evitare che si ottengano in futuro embrioni sovrannumerari. Oltre a stabilire che su quelli creati dopo l'entrata in vigore della legge -anche in caso ve ne fossero, e per evitare che avvenga in maniera strumentale- non potra' essere realizzata nessuna ricerca.
E con questa impostazione il punto diventa molto piu' difficile da mettere, perche' si aprono nuovi interrogativi, nuove richieste disattese senza spiegazioni scientifiche, che lasciano per certi versi ancora aperta la questione.
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