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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Rimandare o non rimandare, il dilemma delle elezioni
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Articolo di Donatella Poretti
26 giugno 2003 19:57
 
Proseguono le indiscrezioni giornalistiche sul Governo di José Maria Aznar e la decisione di utilizzare gli embrioni sovrannumerari congelati nelle cliniche spagnole della fecondazione in vitro per la ricerca scientifica.
Se il quotidiano spagnolo "La Razon" il 13 giugno parlava della possibilita' che questa decisione venisse rimandata a dopo le elezioni politiche previste in Spagna nel 2004, il quotidiano "Abc" del 20 giugno la dava invece come cosa praticamente gia' fatta. In entrambi gli articoli comunque si faceva riferimento ad una riunione al Palazzo della Moncloa, sede del Governo, in cui si sarebbe dovuti arrivare ad una linea comune da tenere tra i ministeri della Scienza e della Tecnologia e della Sanita'.
Questa riunione organizzata dal vicepresidente Mariano Rajoy ha visto la partecipazione di Josep Piqué, ministro della Scienza e della Tecnologia, Ana Pastor, ministra della Sanita' e José Maria Michavila, ministro della Giustizia, e si e' tenuta il 19 giugno. Il giorno seguente il vicepresidente Rajoy nella conferenza stampa realizzata subito dopo il Consiglio dei ministri ha chiarito che "non e' stata presa una decisione su cio' che verra' fatto e neppure e' stata fissata una data" per dare -o no- il via libera alla modifica della legge sulla riproduzione medicalmente assistita per poter utilizzare le staminali degli embrioni sovrannumerari. "Il Governo sta studiando i criteri fissati dalla Commissione (per la riproduzione medicalmente assistita) e sta ascoltando molte persone" in questa che "e' una questione molto controversa e importante". Le indicazioni del Comitato di consulenza etica del ministero della Scienza e Tecnologia erano state quelle di suggerire di usare questi embrioni visto che la loro unica alternativa, passati i 5 anni dal loro congelamento, era quella della distruzione.

Mentre a Palazzo Moncloa si confermava la linea di non decidere, a Valladolid il presidente del Comitato di consulenza etica del ministero della Scienza e Tecnologia, César Nombela ribadiva il suo sostegno alla ricerca con le cellule staminali per le possibilita' che aprono nel progresso della conoscenza della medicina rigenerativa. Per Nombela non si tratta ancora di vedere se esiste uno o piu' trattamenti con le staminali, ma quello che importa ora "e' di conoscere lo sviluppo, la moltiplicazione e la programmazione di questi processi". Per Nombela i "principi fondamentali dell'etica sono quelli che devono ispirare il processo scientifico".

Il problema, tra le righe, non e' che questa decisione sia presa, ma quando. Se infatti la societa' scientifica spagnola non sembra avere dubbi sull'utilita' della ricerca, idem i vari comitati etici ministeriali e la commissione della riproduzione assistita, cosi' come le associazioni di malati e la stessa opposizione socialista sia in Parlamento che al governo nelle varie autonomie locali, Andalusia in testa, stanno tutti a dimostrare che non esiste motivazione razionale per dire di no. Il problema e' squisitamente politico e interno alla maggioranza popolare, divisa tra un'ala piu' possibilista e disponibile a regolamentare la ricerca appellandosi anche alle decisioni che arrivano dall'Europa, e un'altra piu' dura e contraria che cerca invece di assecondare l'anima piu' cattolica e conservatrice della Spagna. Infatti un testo -che dovrebbe essere gia' stato redatto dal ministero della Sanita'- non potrebbe essere esaminato prima dell'autunno, perche' si accavallerebbe con la decisione dell'Unione Europea che dovrebbe porre fine alla moratoria per i finanziamenti alle ricerche con gli embrioni sovrannumerari (la proposta Busquin). Si sarebbe praticamente in piena campagna elettorale e alle prese con un argomento e una decisione che spacca la stessa maggioranza.
Intanto il ministero della Sanita' ha terminato il censimento degli embrioni presenti nelle cliniche di fecondazione artificiale, e sembra che siano 45 mila quelli sovrannumerari, cioe' quelli che essendo trascorsi cinque anni dal loro congelamento, non possono piu' essere impiantati in utero per legge.
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