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Stati Uniti d'Europa. Orban, i nostrani e l'importanza delle regole
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Articolo di Primo Mastrantoni
7 ottobre 2020 13:34
 
  Siamo un po' anarcoidi, noi italiani. Le regole ci stanno sempre strette ed è bene che siano applicate agli altri. Della serie: la legge si applica ai nemici e si interpreta per gli amici.

Questa idiosincrasia per il rispetto delle regole, che tutti ci siamo dati, si riscontra anche in altri Paesi, per esempio, nell'Ungheria guidata dal premier ungherese, Viktor Orban. 

Proprio ieri la Corte di giustizia europea, che ha il compito di garantire che i paesi rispettino la normativa dell'Ue, che tutti hanno approvato, ha condannato l'Ungheria di Orban per violazione: 
a) degli obblighi sulla libera circolazione dei servizi; 
b)dell'accordo generale sul commercio dei servizi dell'Organizzazione mondiale del Commercio (WTO); 
c)delle disposizioni della Carta dei diritti fondamentali dell'Ue sulla libertà accademica.

La vicenda si riferisce alla chiusura imposta alla Università centrale europea, che è una istituzione privata (1).

Questa di voler fare a casa propria ciò che si vuole è convinzione diffusa, ma la casa è un condominio, dove ognuno deve rispettare le regole di convivenza, beneficiando di servizi comuni. Ebbene, Orban usufruisce dei contributi europei, ed è un beneficiario netto, cioè paga meno e riceve di più, ma non vuole rispettare le regole comuni che sono alla base dell'appartenenza dell'Ungheria alla Ue. 
Comodo, no?

Anche in Italia ci sono i simpatizzanti di Orban: Salvini e Meloni. Il primo faceva riunioni ufficiali con Orban, la seconda lo ha invitato alla festa del suo partito.
Tutti bravi a rivendicare solo la propria parte, pur facendo parte dell'insieme.

Vorremmo ricordare che la furbizia non è sinonimo di intelligenza.

(1) - https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2020-10/cp200125en.pdf
- https://www.aduc.it/notizia/liberta+insegnamento+corte+gustizia+illecito_137411.php
 
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