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 ITALIA - ITALIA - Una storia semplice e tutta italiana, i veti crociati sulla liberta' di ricerca
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Articolo di Donatella Poretti
3 marzo 2005 19:36
 
E' bastato evocare un nome simbolo della liberta' di ricerca scientifica per far saltare accordi politici ed elettorali utili a far vincere l'uno o l'altro schieramento. Il nome e' quello di Luca Coscioni che della sua malattia, della sua debolezza, ha deciso di farne una forza e un impegno politico. Ad ospitare lui e la sua storia di ammalato di Sla, ad ospitare la sua battaglia per la liberta' di ricerca scientifica con le cellule staminali, anche embrionali, erano stati i radicali nel 2000. Da allora quel ragazzo, invecchiato troppo presto per il peso della malattia che lo costringe in una sedia a rotelle, sarebbe gia' dovuto morire, ma e' ancora vivo con la sua voce metallica del computer che legge le sue parole scritte, a ricordarci la sofferenza e la speranza. Per quanto possa apparire paradossale il suo nome abbinato a quello dei radicali ha fatto scatenare delle forze sotterranee in grado di far desistere i due schieramenti, a porre un veto e chiudere quella porta che sia il centrosinistra che il centrodestra avevano aperto, a parole, a Marco Pannella e alla sua proposta di ospitalita' per le elezioni regionali.
Con questa battaglia si perdono i voti cattolici, si aggiunge a delle elezioni "solo" amministrative un dibattito politico sulla liberta' di ricerca, sui diritti dei malati, delle donne e dei medici di cui e' meglio parlarne in separata sede, quella della campagna per i referendum che chiedono di abrogare le parti piu' intollerabili della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Decisione curiosa soprattutto se vista con gli occhi di quei partiti del centrosinistra come i Ds, i Verdi, Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani, l'Italia dei Valori, e di parte della Margherita che quei referendum hanno voluto e hanno cercato insieme ai Radicali.
La liberta' di ricerca scientifica diventa cosi' un argomento tabu' durante la campagna elettorale per le regionali e non se ne puo' parlare fino al 3 aprile?
Si ripete il refrain che per le elezioni regionali del 2001 avevano visto i radicali cacciati via con una semplice frase "questi sono temi di coscienza". Poi e' arrivata la legge 40 e la coscienza e' diventata una scelta di campo e un impegno politico. Poi sono arrivati i tavolini per chiedere di abrogare quella legge. Ma i veti alla lista Coscioni Radicali, sembra avere riavvolto la pellicola. Non si puo' sovrapporre la campagna elettorale per le regionali a quella referendaria. Cosi' sia, amen.
Vengono in mente le elezioni in Spagna prima, e negli Usa poi. Non sara' stato lo schierarsi per la ricerca scientifica e le liberta' individuali a far vincere il socialista Zapatero, cosi' come a far perdere il democratico Kerry, ma ai loro avversari non e' venuto in mente che di quei temi non si parlava. Erano due impostazioni politiche che si scontravano, entrambe legittime, dichiarate e chiare e di cui tutti ammettevano fosse un bene parlarne.
Sara' quel Cupolone che su Roma allunga la sua ombra e fa sentire la sua influenza, ma di fatto cosi' facendo viene meno qualsiasi possibilita' di affrontare certi argomenti se con voci troppo flebili, come quella di Luca Coscioni, contro quella ben piu' potente della Conferenza Episcopale Italiana che richiama all'astensionismo, potendo contare su quei silenziati volontari in attesa del 4 aprile, quando oramai la voce non avra' piu' senso, perche' avra' perso credibilita'.

L'unico aspetto della storia e' stata una mobilitazione di scienziati, ricercatori che si sono appellati allo schieramento di centrosinistra per la battaglia referendaria. Sulla vicenda l'Associazione Luca Coscioni ha dedicato un settore del sito Internet in cui sono raccolte tutte le dichiarazioni e le prese di posizioni: clicca qui
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