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Svizzera. La Camera dei cantoni chiede piu' controlli sul suicidio assistito
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Articolo di Rosa a Marca
23 giugno 2007 0:00
 
Con 17 voti contro 9, la Camera dei cantoni (Senato) ha approvato una mozione presentata da Hansruedi Stadler (conservatore), sottoscritta anche da 31 componenti la Camera nazionale (Camera bassa), che chiede al Governo di rafforzare la vigilanza sulle organizzazioni d'assistenza al suicidio. Queste le motivazioni di Stadler: la regolamentazione del suicidio assistito e' troppo liberale e favorisce il fenomeno chiamato turismo del suicidio. Nel solo cantone di Zurigo, nel 2000 i casi furono 33, di cui 5 dall'estero; nel 2003 arrivarono a 129 (94 dall'estero) e l'anno scorso a 221 (174). A fronte di quest'andamento non ci sono ancoraggi giuridici adeguati per controllare il fenomeno. Eppure alcune organizzazioni sono ripetutamente oggetto di critiche per problemi finanziari o di scarsa trasparenza. Basterebbe fissare degli standard minimi per proteggere da abusi persone gravemente malate e percio' particolarmente vulnerabili. "Anche non fare nulla e' una responsabilita'", ha concluso il parlamentare. Rolf Schweiger (liberale) si e' detto contrario a introdurre un marchio di qualita' statale per organizzazioni autorizzate al suicidio assistito. Lo Stato dovrebbe solo stabilire alcune modalita' di comportamento e prescrivere l'autocontrollo. Rispondendo a nome del Governo, il consigliere federale Christoph Blocher ha detto che il Governo, con il suo precedente No, non voleva rendersi la vita piu' facile. Resta fermo sul principio che uccidere e' vietato, a meno che non ci sia una legge che lo consenta espressamente. Ed e' possibile che ci siano stati sospetti di abusi senza che si sia intervenuti con la dovuta fermezza, ma spetta ai Cantoni e ai Comuni applicare correttamente il diritto penale e sanitario. Tuttavia, non ritiene opportuna una nuova legge. In compenso vuole rafforzare la medicina palliativa, poiche' un'assistenza piu' completa offre al paziente una vita e una morte dignitose, e riduce il suo desiderio di morire.
Alla fine di maggio del 2006, il Governo rese noto che non intendeva elaborare una nuove leggi in materia d'eutanasia e medicina palliativa, benche' il Parlamento, nel 2003 e nel 2004 gli avesse presentato una richiesta in tal senso. Il diniego si fondava su un rapporto del dipartimento di giustizia. Un documento che, secondo il consigliere Blocher, il Parlamento farebbe bene a discutere.
La Commissione nazionale di bioetica per la medicina umana vedrebbe invece di buon occhio una supervisione dello Stato sulle organizzazioni che praticano il suicidio assistito. Secondo i suoi dati dell'autunno 2006, in Svizzera si verificherebbero circa 350 suicidi assistiti l'anno.
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