Domenica 28 novembre il referendum promosso per chiedere l'abolizione della legge che regolamenta la ricerca sulle cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari ha perso, e con il 66,4% dei voti i cittadini svizzeri hanno chiesto di mantenere la legge federale. I no sono stati solo il 33,6%. Bassa l'affluenza alle urne: i votanti sono stati il 35,7% degli aventi diritto.
Nelle settimane che hanno preceduto il voto i fautori del no sembravano aver guadagnato terreno, ma alla fine i cittadini hanno dato ragione al Governo: la ricerca fondamentale s'ha da fare ed e' meglio farla in un quadro regolato in modo chiaro e restrittivo da una legge che senza nessun tipo di controllo statale.
E' difficile dire quanto abbiano pesato sul piatto della bilancia le promesse di nuove cure per le malattie degenerative, di certo ha contato e' la volonta' di non porre freni alla conoscenza, per le applicazioni sara' un passo successivo. Arginare la fuga dei cervelli, evitare la crisi della florente industria farmaceutica erano anche questi temi sul piatto, non si sa quanto e come abbiano influito.Alla fine ha prevalso il tipico atteggiamento pragmatico: se le leggi del Paese autorizzano la fecondazione in vitro, se questa tecnica e' imperfetta e da' origine a embrioni sovrannumerari, se questi devono essere lasciati morire, allora tanto vale che vengano "distrutti" per la ricerca sulle cellule staminali, ricerca dalla quale ci si aspettano dei benefici.
Marisa Jaconi, l'unica ricercatrice in Svizzera a lavorare con cellule staminali embrionali umane, e' raggiante, e con lei la maggioranza del mondo scientifico elvetico. "Sono molto felice che il popolo svizzero ci abbia dato fiducia", dichiara. "E' un grande incoraggiamento. La gente ha capito l'importanza di acquisire delle conoscenze su queste cellule". Il risultato del voto non era affatto scontato. "La questione era molto complessa e la mia preoccupazione era che ci fosse troppo poco tempo per sconfiggere le paure che sono state sollevate dagli avversari della legge".
Dall'altra parte della barricata, la teologa ed esperta di etica
Ruth Baumann-Hölzle non si stupisce piu' di tanto del risultato. "Quello che mi colpisce e' il margine con il quale hanno vinto i sì. Quando i temi sono così complessi e' difficile spiegare qual e' la posta in gioco. Molti votanti non hanno capito che si stava facendo un passo fondamentale in direzione della strumentalizzazione della vita umana".
Di avviso contrario il presidente della Confederazione: per
Pascal Couchepin, la "Svizzera ha osato affidare un argomento complesso alla popolazione, che lo ha recepito". Couchepin ha anche sottolineato che cio' e' stato possibile poiche' il dibattito e' sempre stato molto rispettoso.
La nuova legge, "severa e restrittiva" permettera' a Marisa Jaconi di proseguire le sue ricerche. "Questo risultato legittima i nostri progetti di ricerca", afferma la biologa. "Ci permette inoltre di tessere delle collaborazioni internazionali con altri paesi che hanno una regolamentazione simile alla nostra".
A beneficiare di questo fatto non saranno solo la ricerca e i ricercatori elvetici, ma anche i malati ancora in attesa di una terapia.
Per Ruth Baumann-Hölzle, invece, la Svizzera si trova ora con un problema di coerenza, visto che la Costituzione esclude la ricerca sugli embrioni e la legge la autorizza. Inoltre, il risultato uscito dalle urne lascia presupporre che "altre questioni, come la diagnosi prenatale e la clonazione, verranno portate avanti molto piu' in fretta".
Per una volta i venditori di paura hanno perso", si rallegra
La Liberte'. Ma, ammonisce il quotidiano friburghese, "bisogna tener gli occhi aperti affinche' i progetti approvati non aprano la porta agli abusi".
Per il
Corriere del Ticino, si puo' senz'altro affermare che "gli svizzeri hanno riposto fiducia nelle autorita'". In questo senso si puo' dire che il governo ha vinto. Ma soprattutto, in riferimento alla legge sulle cellule staminali, ha "vinto la fiducia nella ricerca scientifica". Complessivamente il quotidiano ticinese giudica il voto di domenica "un risultato positivo per vari aspetti che (.) contribuisce a ridare valore alla nostra democrazia semidiretta".
Le Temps si sofferma sulla bassa partecipazione al voto, che attribuisce ad una "campagna poco animata". La diserzione delle urne da parte di una maggioranza della popolazione mostra in particolare "i limiti di quanti si puo' chiedere ai cittadini". Ciononostante il quotidiano romando si rallegra del voto: "Gli svizzeri che questa domenica si sono dati la pena di compiere il proprio dovere civico hanno dato prova di ragione e maturita', rigettando egoismo e oscurantismo".
In qualche modo sulla stessa linea
La Regione: "Un voto di fiducia alla politica e alla scienza. Di fiducia, perche' gli oggetti in votazione -oggi si puo' dirlo considerata la bassa partecipazione- non erano d'immediato approccio emotivo e razionale".
Gli
oppositori alla Legge sulle Cellule staminali embrionali non si sentono per nulla sconfitti del risultato di voto ottenuto durante il fine settimana. Anzi, e' "un buon punto di partenza per un lavoro che e' appena agli inizi". "Un terzo dei votanti -scrivono in un comunicato- ha ritenuto di condividere gli argomenti degli oppositori alla LCel, che vedono in questa legge una grave apertura normativa all'utilizzo dell'essere umano a fini di ricerca, decretando la liceita' della sua eliminazione". La richiesta ora e' quella -al Consiglio federale a al Parlamento- di vigilare seriamente sull'applicazione della legge, in particolare sull'uso a scopo di ricerca degli embrioni detti sovrannumerari, provvedendo innanzitutto a capire quanti sono questi embrioni e a prendere le misure necessarie affinche' non ne vengano creati di nuovi. Esigono, in particolare, che si vigili su un'applicazione molto stretta del principio di sussidiarieta' (art. 8 cpv. 3 lett. b; art. 12 lett. b LCel), secondo il quale il progetto di ricerca con cellule staminali embrionali puo' essere eseguito soltanto se conoscenze equivalenti non possono essere ottenute in altro modo. Chiedono, inoltre, che in occasione della prossima revisione della Legge federale sui brevetti si ritorni a vietare la brevettabilita' di cellule staminali embrionali modificate.
Con un comunicato stampa, i
Verdi ticinesi hanno preso posizione sull'esito delle elezioni federali: "Il popolo svizzero in mancanza di certezze, ha preferito seguire la linea governativa votando tre Sì alla riforma del federalismo elvetico, al mantenimento dell'attuale ordinamento finanziario e permettendo la ricerca sulle cellule staminali embrionali". La votazione che stava piu' a cuore agli ecologisti era quella concernente le cellule staminali embrionali. "Durante i dibattiti precedenti la votazione abbiamo sentito l'appello di eminenti studiosi dell'assoluto bisogno di ricerche in questo campo. Ci auguriamo ora che gli stessi si prodigheranno con altrettanta forza affinche' queste ricerche non scadano in uno sfruttamento speculativo dei pro-dotti derivati da cellule staminali embrionali". "Ci auguriamo altresi' che le enormi risorse finanziarie devolute in questo campo della ricerca non vadano a discapito di altre tecnologie e rimedi sicuramente prioritari rispetto a questa specializzazione. Noi verdi vigileremo affinche' cio' non accada, ma senza un sostegno popolare ancora piu' marcato cio' sara' sempre piu' difficile".
A gioirne e'
Marco Cappato, segretario dell'Associazione luca Coscioni per la liberta' della ricerca scientifica: "Meno di un mese fa, i cittadini californiani hanno deciso, col 59% dei voti favorevoli al referendum del 4 novembre, di destinare 3 miliardi di dollari per la ricerca sulle cellule staminali, sia adulte che embrionali (decideranno gli scienziati, non i comitati misti formati da cardinali e funzionari di partito). Non siamo tra coloro che ritengono che il popolo abbia sempre ragione, nemmeno se si tratta del popolo svizzero o californiano. Il messaggio che arriva da quelle terre e' pero' chiaro: quando ci si puo' confrontare con gli strumenti della democrazia referendaria, con un dibattito serio e civile che coinvolge la cittadinanza, la stragrande maggioranza degli elettori non e' disposta ad accettare la concezione materialistica dei clericali vaticani o di un certo verdismo e sacrificare le speranze di salute e di vita di ciascuno. La lezione che arriva dalla Svizzera non e' dunque per i clericali e fondamentalisti nostrani, per i Sirchia, i Buttiglione, i Rutelli o i Berlusconi: loro sanno bene di sostenere posizioni sono minoritarie a fini di voto di scambio, ed e' per questo che hanno blindato la legge sulla fecondazione assistita, bocciando ogni emendamento e dando ordine ai cortigiani dell'informazione di RaiSet di non organizzare dibattiti durante la fase di approvazione. La lezione della Svizzera e della California e' invece lezione per tutti i benaltristi e sedicenti riformisti del nostro Paese, che si affannano da mesi a concionare sulla jattura referendaria e a dipingere lo scontro tra opposti estremismi, la radicalizzazione delle posizioni, l'estremismo laicista ed altre dozzinali banalita' e falsita'. Sono gli stessi mobilitati in Parlamento per truffare il referendum, sono gli stessi gia' accampati nei corridoi della Corte Costituzionale e nelle redazioni della radiotelevisione di regime italiana perche' l'affossamento dei referendum non faccia troppo clamore. Il voto svizzero e californiano mostra che l'alternativa popolare per la liberta' di ricerca scientifica, per il diritto alle cure, la liberta' terapeutica e di coscienza, e' quella dei referendum, che abbiamo dall'inizio voluto come Radicali italiani e Associazione Luca Coscioni, e perseguito con il coinvolgimento di altre forze politiche e sociali e di milioni di firmatari. Se chi dice di voler "riformare" la legge 40 impegnasse a sostegno dei referendum soltanto le stesse energie spese a mischiare le carte in Parlamento e nel Paese, l'appuntamento referendario sarebbe assicurato, aprendo le porte a una nuova stagione per le liberta' individuali, come fu in occasione del referendum sul divorzio. Se lo vorranno, costoro sono tutti invitati al Terzo Congresso dell'Associazione Luca Coscioni, il 14-15-16 gennaio a Milano. Altrimenti, vadano pure a spiegare ai cittadini californiani e svizzeri che stanno vivendo in un Paese spaccato e laicista".