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Tassi Bce. Perchè va bene che restino dove sono
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19 luglio 2024 10:50
 

La Banca Centrale Europea (Bce) ha deciso di non modificare i tassi d’interesse, mantenendo quello di riferimento a 4,25%. “Le pressioni interne sui prezzi restano alte, l’inflazione dei servizi è elevata ed è probabile che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”.

Prudenza quindi. Anche se politici e associazioni di vario tipo (consumatori tra queste) fanno il diavolo a quattro contro questa decisione: la corta veduta è una caratteristica diffusa e poi - vuoi mettere, il consenso contro i prezzi alti vale questo e altro - occorre sempre contestare i cattivoni di Frankfurt o Bruxelles. Economia e politica come sinonimo di “caciara del quotidiano”.

Questa stabilità dei tassi significa che i consumatori è bene che continuino a risparmiare e spendere poco, perché solo in questo modo l’inflazione calerà. Nei mesi passati i cali all’inflazione ci sono stati, ma tutti “drogati” dall’enorme calo dei prodotti energetici: un mix che ha condizionato i numeri generali, ma non quelli particolari come, per esempio, servizi, prodotti alimentari, trasporti e carrello della spesa sempre in crescita (2). Un fenomeno che ci spiega perché come mai, con inflazione stabile o in calo, i prezzi di molti prodotti e servizi di uso corrente sono sempre in crescita.

Via via che ci allontaniamo dallo shock energetico dell'invasione russa dell’Ucraina, ed abbiamo raggiunto a livello europeo una certa autonomia di approvvigionamento, il costo  dei prodotti energetici cala sempre di più, ed è probabile che nei prossimi mesi comincerà ad essere ben al di sotto di numeri percentuali a due cifre come oggi. Per cui avranno meno peso nel paniere dell’inflazione e gli altri prezzi non potranno “permettersi il lusso” di continuare ad essere alti.

Per questo è ancora necessaria una politica di tassi alti che scoraggi le spese, favorisca il risparmio, e faccia calare i prezzi dei vari prodotti e servizi non energetici.


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