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Ucraina: discorsi che non quadrano
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Articolo di Primo Mastrantoni
12 maggio 2022 13:01
 
  Per "obbligo di legge" mi tocca seguire i cosiddetti talk show; non sempre, ovvio, ma quando fisso il canale di turno mi convinco di aver perso tempo perché, del caso, le motivazioni a sostegno del disimpegno italiano nella fornitura di armi all'Ucraina, invasa dalla Russia putiniana, appaiono prive di logica. Dunque, sostengono alcuni partecipanti, continuare a fornire armi all'Ucraina equivale a prolungare la guerra con tutte le tragiche conseguenze immaginabili. Interrompere i rifornimenti dell'Italia e degli altri Paesi, porterebbe alla pace. Si potrebbe fare il ragionamento inverso: la Russia smetta di invadere l'Ucraina e, così, si giungerebbe alla pace, ma questa proposta non trova udienza.   
Interrompendo i rifornimenti occidentali, l'Ucraina non potrebbe resistere e sarebbe invasa dalle truppe russe. Si chiama resa, e alle condizioni russe (ricordiamoci di Bucha). 
Un esempio domestico può servire: se l'Austria invadesse l'Italia rivendicando il Lombardo-Veneto, cosa dovremmo fare? Accettare le condizioni austriache, secondo i noti partecipanti ai talk show.
Un esempio più vicino serve ancora di più: se nostra figlia fosse aggredita, lasceremmo fare al violentatore o interverremmo?
La Russia sta violentando l'Ucraina. Interveniamo o lasciamo fare a Putin che ha decorato il reparto russo responsabile delle violenze a Bucha?
 
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