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 U.E. - U.E. - Ue. Nessun accordo sulle cellule staminali embrionali, si va avanti senza regole
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Articolo di Donatella Poretti
11 dicembre 2003 21:30
 
Il Consiglio dei ministri della ricerca dell'Ue, convocato appositamente lo scorso 3 dicembre per decidere sulla modalita' per assegnare fondi europei alle ricerche sulle cellule staminali che comportano l'uso di embrioni -come previsto dal VI Programma Quadro di Ricerca (2003-2006)- non e' riuscito a raggiungere un accordo. La moratoria, che sospendeva i finanziamenti in mancanza di regole, che avrebbe dovuto fissare il Consiglio dei ministri, scadra' alla fine di dicembre. Cosi' se da una parte, saranno disponibili i finanziamenti per le staminali embrionali, dall'altra mancheranno le regole per poterli rilasciare. E questo nonostante sia la Commissione che l'europarlamento si erano schierati per il finanziamento. E nonostante anche la maggioranza dei Governi del Consiglio Ue era favorevole, ma era una maggioranza "non qualificata" per prendere una decisione. In queste circostanze occorrono infatti i voti dei tre quarti dei Paesi membri.

Le due proposte sul tavolo dei ministri della Competitivita' erano una della Commissione e l'altra della presidenza di turno.
La proposta della Commissione, prevedeva la possibilita' di destinare fondi ai progetti di ricerca, a condizione che gli embrioni utilizzati per ottenere le cellule staminali fossero stati prodotti prima del 27 giugno 2002. L'altra, fatta propria dalla presidenza italiana, non prevedeva invece la possibilita' di far ricorso agli embrioni congelati esistenti, ma offriva la possibilita' di finanziare progetti che utilizzassero le linee di cellule staminali embrionali gia' esistenti.
Gli schieramenti all'interno del Consiglio hanno evidenziato l'impossibilita' che una delle due proposte ottenesse la necessaria maggioranza, costringendo a constatare il nulla di fatto. In particolare a favore della proposta della Commissione si sono dichiarate Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Olanda, Finlandia, Belgio, Francia, Grecia e Irlanda. A sostegno della proposta della presidenza si sono schierate, oltre all'Italia, Spagna, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Austria.
"Abbiamo preso atto della mancanza di consenso" ha detto il ministro della Ricerca Letizia Moratti, che ha presieduto il Consiglio, osservando che la presidenza "ha fatto una proposta che e' piu' avanzata anche della posizione americana in materia". "La nostra proposta indica chiaramente che l'ottenimento delle cellule staminali a partire dall'embrione umano in vitro non puo' beneficiare del finanziamento comunitario", cosa che invece e' possibile "per la ricerca che utilizza cellule staminali e linee di cellule staminali create prima della data odierna".
Il commissario europeo alla ricerca Philippe Busquin ha motivato il proprio disaccordo con questa proposta osservando che le linee di cellule staminali embrionali esistenti nell'Ue sono "poche" e che "per crearne di nuove servono almeno due anni". "La proposta della presidenza si ripercuoterebbe dunque negativamente sulla ricerca". "In ogni caso il programma quadro dell'Ue autorizza la ricerca sugli embrioni in eccesso" e, in assenza di accordo sulle condizioni per inquadrare questo tipo di ricerca, la Commissione "ha la responsabilita' di gestire i programmi di ricerca e lo fara' con saggezza", dato che c'e' comunque la disponibilita' di una somma che puo' raggiungere i 50 milioni di euro. "Sarebbe stato piu' semplice lavorare sulla base di norme consensuali, perche' ora i problemi si porranno caso per caso".

Lo stesso Busquin aveva cercato una mediazione dell'ultimo minuto: mantenendo la data limite del 3 dicembre come proposta dalla presidenza italiana ma, non per parlare di linee di cellule staminali, ma di embrioni (specificando che il denaro comunitario, comunque, non sarebbe stato utilizzato per l'estrazione delle staminali dagli embrioni). La presidenza italiana, sostenuta da Spagna e Portogallo, ha deciso di chiudere la riunione senza aprire un nuovo dibattito passando cosi' la palla alla presidenza irlandese che gli succedera' a fine mese.
Per l'Irlanda non sara' facile gestire la questione. Se infatti il Governo di Dublino aveva deciso di schierarsi per la fine della moratoria e per lasciare a ciascun Paese la possibilita' di darsi una legislazione in materia, nella sua Costituzione identifica come un crimine il maltrattamento ad un embrione umano.

La proposta che aveva fatto sua la presidenza italiana era stata messa sul tavolo dal Governo portoghese e il ministro della Scienza e dell'Istruzione Superiore Jorge Moreira da Silva spiega cosi' le finalita': "avevamo una chiara volonta' che la moratoria fosse levata in base ad una soluzione che non violasse i principi della vita umana, permettesse il sostegno ad alcune ricerche con fini terapeutici, e desse speranza ai malati".

Con l'Italia e il Portogallo si era nuovamente affiancata la Spagna, nonostante che nel frattempo abbia approvato una legislazione nazionale che permette l'estrazione delle cellule staminali da embrioni sovrannumerari. E infatti il ministro della Scienza e della Tecnologia Juan Costa dice di avere appoggiato questo compromesso "come minimo denominatore comune, anche se la nostra legislazione va piu' avanti". Ma il ministro aggiunge che "per molti Paesi e' una decisione molto complicata perche' entra nell'ambito dell'etica e della politica".

Dalla Spagna si leva la protesta di Marcelo Palacios in qualita' di presidente del Comitato Scientifico della Societa' Internazionale della Bioetica che definisce la decisione come un passo indietro per un qualcosa che comunque non sara' evitabile e che percio' favorira' solo le imprese private, che continueranno nelle loro ricerche senza dover dipendere da fondi pubblici. Per lo scienziato "e' impossibile impedire lo spostamento dei pazienti li' dove si possano trattare le loro malattie [.] non si puo' frenare la conoscenza scientifica, ne' stare con questi ostacoli quando ci sono milioni di persone colpite".

Per l'europarlamentare radicale Marco Cappato "con la decisione di non sbloccare i finanziamenti alla ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali la presidenza italiana ha portato a compimento uno dei suoi obiettivi piu' importanti: quello di sabotare regole chiare e, a nostro avviso, anche eccessivamente restrittive su quel tipo di ricerca, per poi meglio consentire, in sede di comitati tecnici intergovernativi, la bocciatura dei singoli progetti". "Prendiamo atto che dopo l'approvazione della Decisione Quadro sul traffico di droga gli unici dossier che la presidenza italiana riesce a completare con successo riguardano l'esportazione a livello europeo dei proibizionismi clericali nazionali. Si conclude cosi', dunque, un semestre nel quale la Presidenza dell'Unione e' stata esercitata congiuntamente dal Governo italiano e dal Governo vaticano".

"Disappunto e preoccupazione" per il mancato accordo e' stato espresso dalla Commissione degli episcopati della Comunita' europea (Comece). "Le preoccupazioni etiche sulla ricerca che prevede la distruzione di embrioni umani sono basate oltre che su motivi religiosi e convinzioni secolari anche su precedenti storici e scientifici. E sono condivise sia dalla Chiesa cattolica che dalle altre Chiese cristiane". Secondo la Comece, "dovrebbe essere enfatizzato il fatto che la questione al vaglio del Consiglio dei ministri non era la legalizzazione di tale ricerca, decisione nelle mani di ogni Stato membro, quanto se questa dovesse essere finanziata con fondi dell'Ue e dunque con il contributo di tutti gli Stati membri. Non si tratta di una decisione eticamente neutrale". "Accettare il finanziamento Ue alla ricerca sulle cellule staminali, e in particolare per l'ottenimento di queste da embrioni umani, significherebbe legittimare le tecniche usate per procurarle e dunque la distruzione di embrioni umani. Decisioni di questa natura spettano, secondo il principio di sussidiarieta' agli Stati membri".

A dire esplicitamente cosa succedera' ora e' stato Octavi Quintana, il responsabile della Direzione Salute della Commissione Europea, presso la DG Ricerca del commissario Busquin e percio' responsabile del VI programma quadro per la Ricerca. "La Commissione andra' avanti con il finanziamento delle ricerche con le cellule staminali provenienti da embrioni sovrannumerari. Cio' che chiedevamo era che il Consiglio dell'Unione Europea stabilisse le regole del gioco, pero' visto che non lo ha fatto, sara' la Commissione che dovra' fissarle". "La Commissione non solo puo' contare sul sostegno legale necessario, ma anche su quello politico appoggiato dal Parlamento Europeo che, alla fine dei conti, e' l'organismo di rappresentanza popolare". Per Quintana "non finanziare queste ricerche sarebbe come dare ragione alla minoranza dei Paesi nel Consiglio che si sono schierati contro la proposta della Commissione. Non andare avanti sarebbe una irresponsabilita'".
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