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 U.E. - U.E. - Ue. L'Unione verso l'autorizzazione per la ricerca sugli embrioni sovrannumerari?
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Articolo di Donatella Poretti
1 maggio 2003 17:14
 
Gli oltre 400.000 embrioni umani fecondati per la riproduzione artificiale e non piu' utilizzati a scopi riproduttivi, che sono conservati nei laboratori e negli ospedali europei, potrebbero essere utilizzati come materiale di base per ricerche scientifiche sulle cellule staminali finanziate dall'Ue. Un progetto in questo senso e' in fase di preparazione e sara' presto sottoposto dal commissario europeo alla ricerca, Philippe Busquin, al Parlamento europeo.
In attesa di formalizzare la proposta, la Commissione ha organizzato un seminario interistituzionale dedicato alla ricerca sulle cellule staminali, che fa il punto della situazione sotto il profilo scientifico e politico. L'iniziativa ha riunito a Bruxelles lo scorso 24 aprile rappresentanti delle istituzioni europee, ministri della ricerca, ed esperti del settore scientifico, legale ed etico, facendo chiaramente pendere l'ago della bilancia verso una fine della moratoria che proibisce attualmente all'Ue di finanziare progetti di ricerca che prevedano il ricorso agli embrioni in eccesso gia' esistenti.
I risultati del seminario riaprono la delicata questione dell'assegnazione di fondi comunitari a ricerche che utilizzino embrioni congelati che non raggiungano i 14 giorni, non destinati alla riproduzione e creati dopo il primo ottobre 2002. Sulla proposta dovra' esprimere il proprio parere conforme il Parlamento Ue e poi la palla passera' nel campo dei ministri dei Quindici.
Mentre il si' dell'Assemblea di Strasburgo non sembra in discussione, in seno al Consiglio sembra invece ben delineato il fronte del no, che vede in prima linea Italia, Germania e Irlanda.
Il fatto che la decisione sulla moratoria dovra' essere presa entro la fine dell'anno -e dunque nel corso della presidenza italiana- lascia prevedere uno scontro aspro, che avra' come protagonisti i Paesi del fronte del no da una parte, e dall'altra la Gran Bretagna, la Svezia e il Belgio, che gia' autorizzano sul proprio territorio le ricerche sugli embrioni in sovrannumero.
"Non bisogna dimenticare -ha osservato il commissario Busquin- che la ricerca sugli embrioni e' gia' una realta' in alcuni Paesi europei, e che l'obiettivo dei finanziamenti in materia di ricerca e' promuovere in Europa una ricerca d'avanguardia a beneficio dei cittadini". Per l'euroministro e' meglio autorizzare questo tipo di ricerca tenendolo sotto controllo e regolamentandolo, che lasciarlo a se' stesso e a derive potenzialmente pericolose. L'ambizione e' quella di porre l'Ue "ai vertici della conoscenza nel mondo", e per questo e' necessario dotarla "di visibilita' nell'ambito dell'eccellenza scientifica" con risorse finanziarie sufficienti a disposizione degli scienziati. "Altrimenti, i nostri ricercatori se ne andranno verso altri Paesi".

Un principio che ha riscosso l'approvazione anche di Carlos Westendorp, presidente della commissione parlamentare per la ricerca, che ha ricordato come "la proibizione di questo tipo di ricerca scientifica, che avviene comunque su embrioni destinati alla distruzione, sta provocando una fuga di cervelli verso altri Paesi, e rischia di ostacolare l'Europa nei suoi sforzi per giocare un ruolo di primo piano sulla scena scientifica internazionale". "Non e' la prima volta che la scienza e la religione si scontrano", ha aggiunto Westendorp, nel segnalare che ci sono Governi conservatori che istigano l'"oscurantismo" in Europa per il forte peso della Chiesa.

Linda Nielsen, vicepresidente del gruppo Europeo di Etica delle Scienze e delle Nuove Tecnologie (Istituito dalla Commisione dal 1997: clicca qui) ha sottolineato come le lacune giuridiche attuali permettono una "interpretabilita' che crea insicurezza". Le convenzioni internazionali, come quella del 1997 dell'Unesco, proibiscono la clonazione umana ma sostengono la ricerca "libera" per migliorare la salute umana. "Qua sta il dilemma, si raccontano molte storie sullo stesso elefante", "se non si utilizzeranno (gli embrioni sovrannumerari) verranno distrutti", ha aggiunto la Nielsen.
"Senza fiducia nell'essere umano non esiste il progresso", ha avvertito il ministro greco allo Sviluppo, Apostolos Tsochatzopoulos, "per questo dobbiamo sforzarci a trovare una soluzione a questo dilemma".

Sono intervenuti anche ricercatori come lo scozzese Austin Smith e l'italiano Angelo Vescovi, entrambi per sottolineare la potenzialita' della ricerca sulle cellule staminali per la cura di malattie neurodegenerative come il Parkinson, l'Alzheimer o il diabete. Uno dei punti cardini e' stata la definizione di "status morale" di embrione, quindi il suo uso potenziale, le sue risorse, il suo livello di vitalita'. Il prof. Angelo Vescovi, dell'ospedale San Raffaele di Milano, ha rilevato nel suo intervento, che, mentre esiste un periodo subito dopo la fecondazione di un ovocita , in cui "non esiste nessuna vita umana", negli stadi successivi, un embrione e' una forma di vita che si sviluppa, e che, come tale, deve godere di tutti i diritti di un essere umano. Nel suo lavoro, Vescovi si e' essenzialmente focalizzato sulle staminali adulte e sulle loro applicazioni. Ma come lui stesso ammette, a differenza di quelle embrionali, quelle somatiche non possiedono una plasticita' tale da poterle utilizzare per qualsiasi cura, e la loro coltivazione ed estrazione richiedono tecniche piu' complesse.
Sostenitore delle embrionali, il prof. Austin Smith, direttore dell'Istituto per la ricerca sulle staminali di Edimburgo, ha ricordato che quando si parla di embrioni, generalmente ci si riferisce a quelli sovrannumerari rimasti nelle cliniche IVF, che di fatto, non potranno mai diventare degli esseri umani senza alcune condizioni di base. Condizioni semplicissime: un utero, e un organismo che li nutra per 9 mesi. Quindi sarebbe moralmente sbagliato per il prof. Smith, affibbiare ad embrione sovrannumerario, lo stesso status di un essere umano. "Gli embrioni congelati esistenti nelle banche sono insufficienti per portare in fondo i nostri lavori per i prossimi 10 anni, ed e' impossibile trapiantare le cellule animali nell'uomo per i rischi di contaminazione", ha spiegato Smith: "ci mancano nuove cellule".

"Con Germania e Austria -avverte per parte sua il viceministro italiano per la Ricerca, Guido Possa intervenuto a Bruxelles- abbiamo gia' avuto i primi contatti. Con Portogallo e Irlanda li avremo presto, in modo da creare un "blocco di minoranza" in grado di fermare un eventuale sostegno degli altri Paesi Europei. E in vista del semestre di presidenza italiana Possa aggiunge: "una occasione in piu' per portare avanti questa iniziativa: se poi l'Inghilterra vorra' continuare le sue ricerche faccia pure, ma non con i fondi dell'Ue in parte finanziati dai contribuenti italiani". Per Possa, Bruxelles deve essere "neutrale" di fronte alle "scelte etiche" dei Paesi membri, "l'Italia, come ha ribadito il nostro Comitato di bioetica, e' nettamente contraria all'uso degli embrioni ai fini della ricerca". E quando gli viene chiesto se questo e' uno stop definitivo alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, il sottosegretario risponde cosi': "no, la Ue potra' finanziare gli studi sulle linee cellulari gia' esistenti nel mondo, ma ci opponiamo a diventare complici nella distruzione di nuovi embrioni che consideriamo vite umane. E poi ci sono altri studi sulle staminali, da quelle prelevate dal cordone ombelicale alle adulte, che vanno sostenuti".

"A Bruxelles il sottosegretario Possa ha affermato che l'Italia considera l'embrione un essere umano, che una legge arrivera' presto per proibire la ricerca sugli embrioni e che l'Italia si opporra' ai finanziamenti comunitari alla ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali". Si apre cosi' il comunicato diffuso a Bruxelles dai parlamentari europei radicali Marco Cappato e Gianfranco dell'Alba, dalla presidente dei radicali italiani, Rita Bernardini e dal membro della direzione dell'Associazione Luca Coscioni, Mirella Parachini, intervenuti al seminario interistituzionale sulla bioetica. "Il Governo italiano -afferma il comunicato- si segnala cosi' anche nel campo della ricerca scientifica come un'avanguardia reazionaria" e "il semestre di presidenza italiana si aprira' nel segno del ministro della Salute, Girolamo Sirchia, che ha dichiarato la clonazione terapeutica "crimine contro l'umanita'", e non nel segno dei 52 premi Nobel e dei 1026 scienziati che sostengono l'iniziativa politica del presidente di Radicali italiani, Luca Coscioni". "Soltanto la violenza dell'informazione di Vespa and Company -afferma ancora il documento- puo' impedire che posizioni politiche contro la ricerca e contro i malati possano essere rivendicate dall'Italia in sede internazionale con il consenso implicito o esplicito di tutti i partiti tranne i radicali e contro l'opinione della maggioranza dei cittadini italiani, come pubblicato dall'Eurobarometro".
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