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 U.E. - U.E. - L'Unione europea conferma la sua posizione sulle staminali embrionali e sui finanziamenti alle ricerche
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Articolo di Donatella Poretti
29 settembre 2005 18:40
 
In ballo ci sono 70 miliardi di euro, e' questa la cifra destinata alla scienza europea dal Settimo programma quadro (7PQ), mancavano solo le regole per la ripartizione negli anni 2007-2013. Il 21 settembre la Commissione presieduta dal portoghese Jose' Manuel Durao Barroso ha approvato il regolamento per poter rilasciare i finanziamenti. Un punto che era rimasto aperto fin dall'approvazione del programma era quello delle ricerche con le staminali embrionali e del loro finanziamento con fondi comunitari, percio' anche di quei Paesi che le vietano. Tre commissari l'austriaca Benita Ferrero-Waldner, lo slovacco Jan Figel e l'italiano Franco Frattini avevano sospeso la decisione manifestando "problemi di coscienza". Alla fine e' stata mantenuta la stessa impostazione del precedente programma il Sesto, una mediazione realizzata dall'allora commissario per la ricerca il belga Philippe Busquin, e confermata dal suo successore lo sloveno Janez Potocnik: verra' deciso caso per caso e i finanziamenti verranno destinati solo a ricerche realizzate in cui e' permesso l'uso di staminali embrionali derivate da embrioni sovrannumerari.
Percio' nessuna regolamentazione specifica, ci si limita a ribadire il no dell'Ue alla clonazione e alla creazione di embrioni al solo scopo di ricerca. Il testo del documento ripete che i finanziamenti europei non possono essere indirizzati a ricerche che mirano a clonare l'essere umano, a modificare l'eredita' genetica di esseri umani rendendo tali modifiche ereditarie, a creare embrioni umani al solo scopo di ricerca o per procurare cellule staminali. E' inoltre proibito in linea generale il finanziamento di attivita' di ricerca proibite in tutti e 25 gli Stati membri e di ricerche da effettuare in Stati membri che proibiscono quel genere di ricerca. Resta cosi' aperta la possibilita' del finanziamento comunitario di progetti che utilizzano cellule staminali derivate da embrioni in eccesso nell'ambito di operazioni di fecondazione artificiale, successivamente congelati e destinati alla distruzione. Le decisioni sui progetti presentati dalla comunita' scientifica continuano ad essere prese caso per caso dalla Commissione europea, previa approvazione di un comitato composto da rappresentanti degli Stati membri che votano a maggioranza qualificata.

La decisione era stata preceduta da una mobilitazione di una settantina di parlamentari che chiedevano una decisione diversa, il divieto dei finanziamenti alle ricerche con gli embrioni. Con una lettera inviata al presidente della Commissione europea si diceva che la stesura del regolamento "rappresenta una grandissima occasione per obbligare la Commissione a fare chiarezza sul tema della ricerca sulle cellule staminali". Secondo l'italiano Mario Mauro (Fi), vice-presidente del Parlamento Europeo, spiegava: "Constatare che l'Ue finanzia progetti che distruggono embrioni, mentre la maggioranza degli Stati membri vi si oppone ed il Parlamento europeo ha fatto richiesta che nessuna ricerca sugli embrioni umani sia finanziata dall'Unione e' estremamente problematico e chiede una chiara presa di posizione della Commissione in vista della definizione dell'imminente settimo programma quadro sulla ricerca". Nella lettera, sottoscritta in gran parte de europarlamentari del Ppe, ma anche da eurodeputati dei verdi, socialisti europei, sinistra e liberaldemocratici -per l'Italia Lorenzo Cesa (Udc), Mario Borghezio, Matteo Salvini e Francesco Speroni (Lega)- gli europarlamentari esprimono la convizione che la Commissione "in tutte le sue attivita' rispettera' le priorita' del Parlamento europeo" e che il suo presidente sia impegnato ad evitare "un importante conflitto istituzionale".
Tra i firmatari anche il tedesco Peter Liese, Miroslav Mikolasik, il vicepresidente del Pe il polacco Jacek Saryusz-Wolski; l'austriaca Ursula Stenzel; la presidente della commissione per i diritti della Donna la slovacca Anna Zaborska; l'ungherese László Surján, l'olandese Maria Martens, le francesi Ari Vatanen e Margie Sudre e il maltese Simon Busuttil.

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